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La partita tra Ferrari e Liberty Media si fa sempre più calda

Per Chase Carey non sarà facile trovare il giusto compromesso per accontentare Sergio Marchionne, perché deve fare i conti anche con le altre squadre, che invece vogliono limitare i privilegi del Cavallino.

Chase Carey, Chief Executive Officer and Executive Chairman of the Formula One Group and Sergio Marchionne, CEO FIAT  at Ferrari 70th Anniversary

Chase Carey, Chief Executive Officer and Executive Chairman of the Formula One Group and Sergio Marchionne, CEO FIAT at Ferrari 70th Anniversary

Sutton Motorsport Images

Sergio Marchionne, CEO FIAT
Chase Carey, Chief Executive Officer ed Executive Chairman Formula One Group
Christian Horner, Team Principal, Red Bull Racing, parla con Chase Carey, Chairman, Formula One
Marcus Ericsson e Charles Leclerc, Sauber, Jean Todt, Presidente FIA, Chase Carey, CEO e Chairman del Formula One Group, Sergio Marchionne, CEO FIAT, Frederic Vasseur, Team Principal Sauber
Christian Horner, Team Principal Red Bull Racing, Niki Lauda, Presidente Non-Esecutivo Mercedes AMG
Piero Lardi Ferrari, Ferrari Vice President and Sergio Marchionne, CEO FIAT
Sergio Marchionne, CEO FIAT

Il confronto tra la Ferrari e la Liberty Media è più che mai in corso. La conferma la si è avuta oggi nel contesto della presentazione Alfa Romeo Sauber tenutasi ad Arese, alla presenza del Presidente Sergio Marchionne e con Chase Carey seduto in prima fila. La Ferrari non vuole mollare molto sul fronte dei diritti acquisiti in anni di discussioni e battaglie nell’era Ecclestone, e lo stesso Carey sembra aver colto l’importanza del Cavallino nel sistema Formula 1.

L’impressione, però, è che per il manager statunitense non sarà così semplice definire quel "compromesso" che sia Carey che Marchionne di base potrebbero anche concordare. A mettere pressione su Liberty Media ci sono infatti altre squadre che vogliono cogliere l’occasione offerta dal nuovo "patto della Corcordia" (il primo senza Ecclestone al tavolo delle trattative) per ridimensionare il ruolo della Ferrari, ovviamente a loro vantaggio. Non è quindi una partita a due, ma una trattativa più complessa che mette in difficoltà non poco i manager di Liberty.

Le "frecciate" via-media tra Red Bull e Ferrari sono all’ordine del giorno. "Horner ormai ci vede responsabili di tutto", ha detto oggi ad Arese il presidente Marchionne, "farebbe bene a lasciarci stare". Carey, da parte sua, ha provato a fare il pompiere: "Stiamo lavorando ad un accordo, semplificare (le power unit) non vuol dire abbassare il livello della competizione. Noi vogliamo la tecnologia, motori Ferrari un po’ più semplici ma anche più economici e rumorosi. In linea di principio non siamo in disaccordo, dobbiamo lavorare sui dettagli".

Un messaggio, lanciato ad Arese da Marchionne, non è però passato inosservato, ovvero che la minaccia di un possibile addio alla Formula 1 da parte della Ferrari non è una "boutade", e da oggi ai possibili disertori si aggiungerebbe nel caso anche la Sauber. Una carta in più che Marchionne è pronto a giocare sul tavolo delle trattative, e che di fatto allinea la Ferrari a Red Bull (che può contare su Toro Rosso) e Mercedes, che in caso di necessità può contare sull’appoggio della Force India. Al di là di come si evolverà il matrimonio Alfa Romeo Sauber, per la Ferrari un vantaggio, questo accordo, lo ha già portato.

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