Licenza FIA obbligatoria, un problema occupazionale?

L'idea di Jean Todt è piaciuta, ma fa già discutere il Circus. La proposta di far prendere una licenza FIA a tutto il personale che fa parte di una squadra di Formula 1 è utile a rendere oggettivo il comportamnto dei singoli, ma il provvedimento che sulla carta è sacrosanto, può avere delle implicazioni profonde che possono nuocere al sistema. Il presidente delle FIA, infatti, vorrebbe regolarizzare la posizione di quanti compongono un team per evitare che sia punibile solo il concorrente (la squadra che si iscrive al mondiale) e i conduttori (i piloti che guidano le monoposto). Tutti gli altri non sono sanzionabili in caso di comportamenti scorretti. Nigel Stepney e Mike Coughlan lavorano nel mondo delle corse anche se sono stati riconosciuti colpevoli della spy-story Ferrari: questo è solo un esempio, ed il più eclatante dei tempi recenti. La FIA vuole tesserare tutti i 45 membri che fanno parte della struttura della squadra ai Gp: dal team principal, fino al cuoco del servizio cathering nell'hospitality. E qui iniziano i problemi: alcune figure come il direttore sportivo o il direttore tecnico se esposti in prima persona vorrebbero essere coperti da un'assicurazione in caso di errore. E chi la pagherebbe? Forse la squadra? Non è detto, ma la questione apre anche problematiche di natura occupazionale: molti team per certi servizi si affidano a consulenti esterni che non fanno parte delle aziende: se questi dovranno avere la licenza della squadra chiederanno l'assunzione per essere più tutelati. E non è certo questa la via di ridurre i costi, tanto paventata dalla FIA e dalla FOTA. Per il momento si tratta di una proposta, ma l'attuazioen di un'idea che è certamente furba sarà più difficile del previsto...