La Leyton House e la vittoria sfiorata al Paul Ricard: Ivan Capelli racconta i retroscena di quell'impresa
L'ultima visita della Formula 1 al Paul Ricard, nel 1990, aveva visto una delle più grande occasioni di una piccola squadra di battere le big, con Ivan Capelli che era arrivato a solo tre giri da una clamorosa vittoria con la Leyton House.
Foto di: LAT Images
Alla fine, il pilota italiano si è dovuto accontentare del secondo posto per un calo della pressione del carburante e dell'olio nelle fasi finali. Anche se la vittoria è sfumata, questa gara però è entrata a far parte dei grandi classici della storia della Formula 1.
Giusto pochi giorni dopo che Capelli ed il compagno di squadra Mauricio Gugelmin non erano riusciti a qualificarsi in Messico, il manto perfetto del circuito francese è diventato il terreno di caccia ideale per l'aerodinamica della GC901.
Prima della gara erano state apportate delle modifiche al diffusore per cercare di farlo lavorare meglio e nel corso del fine settimana Capelli si era reso conto che la vettura aveva il potenziale per fare qualcosa di fantastico.
"Questa vettura era buona solo sui circuiti con l'asfalto molto liscio, come era il Paul Ricard, anche se il fondo era abrasivo" ha dichiarato Capelli a Motorsport.com.
"Siamo stati molto competitivi nelle prove e mi sono reso conto che per noi c'era la possibilità di gestire molto bene le gomme".
"Per fare questo, non dovevo affrontare la curva di Signes in pieno, perché altrimenti avremmo distrutto la gomma anteriore sinistra. Fare questo ci ha dato la possibilità di fare la gara senza fare pit stop, mentre tutti gli altri dovevano fermarsi".
Anche se Capelli si era qualificato settimo, con Gugelmin tre posizioni più indietro, era fiducioso che il trucco di Signes, sommato alle buone prestazioni della vettura nei long run, gli potessero dare la grande chance di fare qualcosa di buono.
Ma ci sono stati alcuni momenti difficili prima del via, quando il responsabile tecnico Gustav Brunner ha improvvisamente iniziato ad insistere per cambiare l'assetto della monoposto.
"Poco prima della gara, c'è stata quella che definirei una discussione costruttiva tra me e Gustav sulla macchina" ha proseguito Capelli.
"Gustav è venuto da me e mi ha detto: 'Ascolta, il vento è cambiato molto ed è laterale. Mi piacerebbe mettere più ala sull'anteriore, per aumentare la downforce sul flap'".
"Io ero preoccupato e gli ho risposto: 'No, la macchina è perfetta così. E' perfetta, non la toccare perché sento che è molto competitiva'".
"Ma Gustav ha insistito ed abbiamo raggiunto un compromesso molto divertente: abbiamo dato solo un grado in più sul lato interno dell'ala anteriore, quello destro".
"Sul lato esterno invece abbiamo lasciato l'ala anteriore com'era, quindi avevamo un assetto asimmetrico e questa, alla fine, è stata un'ottima soluzione".
Nelle prime fasi della gara, mentre i leader si allontanavano, Capelli sapeva che doveva badare soprattutto a gestire le gomme e che la sua opportunità sarebbe arrivata più avanti.
"E' stata una scommessa: abbiamo deciso di non cambiare le gomme e siamo stati molto attenti all'inizio della gara, in modo da non aggiungere altro carico extra alle nostre Goodyear".
"Mi sentivo molto bene in macchina e, quando gli altri si sono fermati per cambiare le gomme, mi sono ritrovato in testa".
"Ho comandato la gara per 46 giri, quindi ero abbastanza convinto di vincere, anche se Prost era vicino, perché pensavo che non si sarebbe preso dei rischi per sorpassarmi, visto che era in lotta per il Mondiale".
"Ma a tre giri dalla fine, quando ero a Signes, si è accesa una spia della pressione dell'olio ed ho sentito un rumore strano dal motore".
"Non ho avuto altra scelta che rallentare e Prost ha colto l'attimo per portarsi in testa. In quel momento ero veramente distrutto, perché pensavo che un'opportunità così buona forse non si sarebbe più ripresentata".
"Ma più tardi, quando mi sono ritrovato sul podio accanto a Prost, che aveva vinto la gara, e ad Ayrton Senna, che era terzo, ero felice: essere lassù con due grandi piloti, di grande personalità, era un qualcosa di fantastico".
Newey si è perso un grande classico della F1
di Edd Straw
A questa festa non ha potuto partecipare Adrian Newey. Mentre Ivan Capelli sfiorava la vittoria nel Gran Premio di Francia del 1990 alla guida della Leyton House CG901, il progettista non era nemmeno nel paese, avendo optato per unirsi alla Williams pochi giorni prima del viaggio verso il Paul Ricard.
"Stavo guardando la televisione" ha detto Newey, entusiasta di quella prestazione, nonostante Capelli abbia perso la leadership al 78esimo degli 80 giri previsti.
"E' stato molto soddisfacente vedere che, dopo i problemi che avevamo affrontato nel 1989 e nelle prima parte del 1990, causati dalla pavimentazione della galleria del vento di Southampton, era stata trovata una soluzione che funzionava ed aveva reso la vettura veramente competitiva.
Per Newey, questta prestazione è stata fondamentale per ottenere la fiducia del co-proprietario della Williams, Patrick Head, al quale ha dimostrato che i suoi concetti aerodinamici potevano produrre una vettura di grande impatto.
"Ha sicuramente avuto effetto su Patrick" ha affermato Newey. "E' rimasto impressionato: quella prestazione, e quella nella gara successiva a Silverstone, hanno dato a Patrick una certa sicurezza sul fatto che sapevo quello che stavo facendo, quindi mi ha dato molta libertà per il layout della FW14".
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