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La Ferrari vuole tornare al successo nonostante il secondo sensore FIA alla batteria

L'introduzione di un sensore che controlla anche la seconda metà della batteria ha fatto pensare che il calo di prestazioni della Rossa a Sochi fosse dovuto al motore. I dati dicono, invece, che la SF71H era troppo carica e in Giappone il Cavallino vuole dimostrare di essere vincente.

Ferrari SF71H

Ferrari SF71H

Giorgio Piola

Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Ferrari SF71H dettaglio dell'ala posteriore
Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Un tifoso Ferrari
Ferrari SF71H, dettaglio laterale
Kimi Raikkonen, Ferrari e Stefania Bocchi, addetta stampa, Ferrari
Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H

Nei debrief post-gara di Sochi sono emersi dei dati interessanti in merito ai valori in campo confermati nei primi due terzi di stagione. In particolare, a catturare la curiosità è stata una performance non eccezionale della power unit Ferrari, che è sempre stata il riferimento nella prima parte della stagione. Un vantaggio piccolo, quello che la PU di Maranello ha più volte confermato sulla Mercedes, ma secondo informazioni trapelate all’indomani del weekend russo, il margine (sempre ridotto) a Sochi sarebbe stato a favore della Mercedes.

Queste indiscrezioni hanno seguito di pochi giorni la notizia (trapelata dalla FIA) in merito ai sistemi di controllo che la Federazione Internazionale ha intensificato per monitorare i flussi di energia elettrica delle batterie della parte ibrida delle power unit.

Il sistema Ferrari, diverso per concezione rispetto alla concorrenza, ha richiesto l’installazione di un secondo sensore per verificare una specifica di accumulatori che risulta sdoppiata. L’attenzione particolare della FIA, ed il calo delle prestazioni tanto sul fronte dell'accelerazione che della velocità massima delle due Ferrari, hanno creato il contesto ideale per sospettare che a Maranello abbiano dovuto fare marcia indietro su alcune soluzioni considerate borderline che giustificherebbero il calo di performance.

Ma alla vigilia del weekend di Suzuka è emerso un quadro differente. Nel fine settimana di Sochi abbiamo visto sia Raikkonen che Vettel faticare molto nel terzo settore del tracciato russo, caratterizzato da una serie di curve a novanta gradi che hanno visto il posteriore della SF71H molto ballerino.

Da qui la decisione di aumentare il carico aerodinamico sul retrotreno, nella speranza di aumentare la stabilità della SF71H. La scelta ha dato i suoi frutti, come poi si è visto in gara, ma ovviamente la maggiore incidenza dell'ala posteriore ha penalizzato la performance sui tratti rettilinei, a causa dell’aumento del drag. I piloti del Cavallino si sono così trovati in difficoltà in un contesto in cui la Ferrari aveva fatto la differenza (ricordiamo il sorpasso di Vettel su Hamilton a Spa).

C’è poi dell’altro. Sia la Ferrari che la Mercedes non hanno introdotto nuove power unit negli ultimi weekend di gara, utilizzando la PU numero 3 a Monza, Singapore e Sochi. Ma per stessa ammissione di Toto Wolff, il team campione del Mondo ha lavorato molto sulla gestione del motore, dopo l’esordio a singhiozzo nel Gran Premio del Belgio.
“Sappiamo di avere una buona power unit, ma dobbiamo imparare a sfruttarla al meglio”, dichiarò il team principal della Mercedes dopo la sconfitta di Spa, gara in cui ha mosso i primi passi la terza specifica del motore 2018.

E dopo la doppietta di Sochi lo stesso Wolff ha esaltato proprio il lavoro fatto dai tecnici per riuscire a gestire al meglio tutti i parametri della power unit.

Suzuka dirà molto su questo tema. Mentre Charlie Whiting ha più volte sottolineato che la power unit della Ferrari è perfettamente regolare per quanto concerne l’uso della batteria, alcuni avversari (Renault in primis) hanno puntato il dito proprio contro il calo di performance del motore del Cavallino coinciso con l’introduzione del secondo sensore richiesto dalla FIA.

Il weekend giapponese darà una risposta definitiva in merito, grazie ad un assetto che ha pochi riferimenti con quello utilizzato a Sochi, e soprattutto grazie ad un layout di pista che dovrebbe sposarsi al meglio con la SF71H, aspettativa confermata anche oggi sia da Vettel che da Raikkonen. Al di là della classifica generale, c’è un bottino di tappa ed un morale da ritrovare dopo il tris di vittorie che ha lanciato Hamilton verso la conquista del quinto titolo Mondiale.

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