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La Ferrari non controlla l'aumento della pressione delle gomme

Pare che sia Mercedes che Red Bull abbiano trovato un sistema per evitare che cresca la pressione delle gomme oltre il limite minimo concesso dalla Pirelli. La Ferrari studia delle soluzioni nei test, in attesa che la FIA cambi la regola.

Ferrari SF16-H

Foto di: Pirelli

Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H
Maurizio Arrivabene, Ferrari Team Principal
Kimi Raikkonen, Ferrari
Kimi Raikkonen, Ferrari SF16-H
Kimi Raikkonen, Ferrari SF16-H
Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H
Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H
Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H

Sembra proprio che in Formula 1 ci sia un problema di pressione, ma in questo caso non è quella che assilla piloti e responsabili delle squadre.

Parliamo di pneumatici, e come anticipato nello scorso fine settimana, si tratta di un caso che entra in un’area che la Federazione Internazionale non ha ancora regolamentato.

Ricapitoliamo. La Pirelli fornisce ai team una pressione di gonfiaggio delle gomme che le squadre devono rispettare in griglia di partenza prima dello start della gara. A Barcellona questo valore di sicurezza era stato fissato in 19,5 psi e, normalmente, sale durante la corsa.

Non molto (a causa delle termocoperte che portano la temperatura del battistrada fino a 110 gradi, e della spalla a 100 gradi), ma comunque a valori valutabili a circa 2,5 psi in più.

Pare che Mercedes, e probabilmente anche Red Bull, abbiano trovato un sistema in grado di non far aumentare le pressioni. Anzi c'è il dubbio che, addirittura, riescano ad abbassarle, riuscendo così a mantenere costante l’area di impronta a terra della gomma.

Chi, invece, non è in grado di controllare questo processo cade in un circolo vizioso: le temperature del battistrada, salendo, fanno aumentare anche la pressione. E questo riduce progressivamente la dimensione dell’area di impronta della gomma, che a sua volta fa aumentare ancora la temperatura dei battistrada. Ovviamente in tutto questo influisce anche la temperatura dell’asfalto: tanto più è alta, tanto più le cose peggiorano.

Questo fenomeno produce una perdita di grip nelle curve lente e medio-lente, come ad esempio nel terzo settore del circuito di Barcellona, punti nei quali Mercedes e Red Bull erano molto più veloci delle due Rosse.

In uscita dalla chicane che precede l’ultima curva del circuito di Catalunya, Max Verstappen nella gara di due giorni fa riusciva a “scappare” da Raikkonen senza fatica, portandosi a distanza di sicurezza nonostante Kimi avesse a disposizione il vantaggio di poter usare l'ala mobile del sistema DRS. Eppure il giovane olandese transitava sul traguardo con 0”7 sul finlandese, mettendosi al riparo da ogni possibile tentativo di attacco.

Sia chiaro, però, che il tutto è assolutamente legale. In Ferrari lo sanno bene, e nei test iniziati oggi a Barcellona sono in corso delle prove per capire come poter ovviare a questa carenza.

La problematica non è sfuggita alla FIA, che si sta mobilitando per poter regolamentare in futuro questo aspetto. A Monaco la Federazione avrà modo di controllare la pressione di tutte le monoposto in tempo reale come era già successo a Sochi.

La volontà è di arrivare a scrivere una nuova regola che tenga conto della pressione in gara e non di quella in griglia. La FIA ha in programma una gara d’appalto che intende indire per la fornitura dei sensori che dovranno leggere i valori di pressione in tempo reale durante le gare.

Un passaggio importante, visto che la tecnologia al momento utilizzata su questo fronte non dà ancora molte garanzie. I dubbi sull’affidabilità dei sensori, infatti, sono emersi lo scorso venerdì, quando Palmer ha accusato il cedimento del pneumatico posteriore sinistro in pieno rettilineo. Il sensore della Renault ha continuato ad indicare una pressione di 19,6 psi anche dopo lo stallonamento della gomma...

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