La Ferrari c'è, ma Vettel ha pagato il gioco di squadra Mercedes
Sebastian ha perso 7 secondi dietro a Bottas e altri 6 secondi per il pit fuori dalla Virtual Safety Car, ma la SF70H è parsa competitiva nella sfida con il "mostro" W08. Il telaio della Rossa è migliore, ma Lewis ha infilato Vettel di motore.
Foto di: Andrew Hone / Motorsport Images
Sebastian Vettel non ha vinto, ma è uscito dal weekend di Montmelò con sei punti di vantaggio su Lewis Hamilton nella classifica del mondiale Piloti dopo un quarto di stagione. La terza piazza d’onore dell'anno è stata accolta bene nel box ferrarista, perché è arrivata al termine di un weekend le cui premesse non erano così rosee.
La W08 è diventata un "mostro"
Giovedì la Mercedes aveva presentato una monoposto rivisitata quasi completamente, ed i riscontri delle prime prove libere avevano fatto temere un ritorno in grande stile delle frecce d’argento. Quarantotto ore dopo, i verdetti hanno sì confermato una Mercedes sul gradino più alto del podio, ma con Vettel a 3”490 al termine di una corsa nel quale c'è stato il primo vero testa a testa.
Le primissime fasi di una gara bellissima, sono state agrodolci per la Ferrari, con Vettel capace di portarsi in testa alla corsa ma anche con Raikkonen fuori dai giochi. Un episodio, quest’ultimo, che ha condizionato anche la corsa di Seb, permettendo alla Mercedes di poter gestire due strategie differenti (come lunghezza degli stint) nel tentativo di penalizzare l’unica Ferrari in gara.
Persi 7 secondi dietro a Bottas
Il piano è riuscito, perché dopo il primo pit-stop (anticipato dal muretto box del Cavallino al giro 14 nel timore di un ‘undercut’ di Hamilton) Vettel è tornato in pista con davanti Ricciardo e Bottas. Superare la Red Bull non è stato un problema, ma una volta arrivato nella scia della Mercedes i tempi della Ferrari sono saliti terribilmente. Al giro 20 Vettel ha girato in 1’25”257, tempo ripetuto al giro 27, dopo aver superato (alla grande) Bottas. Nei sei giri che è rimasto dietro alla Mercedes, Vettel ha perso ben sette secondi.
I problemi per la Ferrari numero 5, in quel momento in pista con la gomma “soft”, vale a dire la più prestazionale, sono proseguiti al giro numero 34, quando vantava 7,8 secondi di vantaggio su Hamilton. Il congelamento della corsa in regime di Virtual Safety Car ha consentito alla Mercedes di anticipare la seconda sosta (Hamilton ha percorso solo 16 giri con il set di gomme medie) utilizzando l’ultima tornata del periodo di VSC per il cambio gomme.
Il box del Cavallino è stato chiamato a rispondere per mantenere il comando della corsa, ma la sosta di Vettel è avvenuta a gara ripresa, pagando una differenza di sei secondi. La Ferrari è tornata in pista ancora al comando, grazie anche all’approccio molto aggressivo di Vettel alla prima curva, ma sei giri dopo è arrivato l’attacco vincente della Mercedes.
C'è ancora una differenza di motore?
“Mi hai passato come se fossi fermo”, ha poi detto Seb a Hamilton prima della cerimonia del podio, ed in effetti le frecce nell’arco utilizzate dell’inglese sono state parecchie: DRS, gomma soft, e ‘bottone magico’, ovvero la mappa più estrema del motore utilizzata in qualifica. E ricordiamo che Vettel ha disputato la gara con l’unità termica numero 1, ovvero un motore con oltre 3.000 chilometri all’attivo contro l’unità fresca (e più potente di una quindicina di cavalli) a disposizione di Hamilton.
In Ferrari non erano però certo che la vittoria fosse ormai persa. Al muretto del Cavallino avevano osservato i dati del primo stint di Bottas (disputato con gomme soft), ed in effetti il decadimento prestazionale della Mercedes dopo 25 giri è stato notevole, con il finlandese che è arrivato a girare in 1’28”.
Bottas dopo la toccata con l'assetto in disordine
Se fosse accaduto anche sulla monoposto di Hamilton (chiamato a coprire 30 tornate con la stessa mescola) la vittoria sarebbe andata senza dubbio al ferrarista, ma così non è stato. Dopo la corsa Bottas ha poi spiegato che probabilmente il contatto con Kimi alla prima curva ha danneggiato il setup della sua monoposto, alterando il consumo degli pneumatici.
La chiave della corsa alla fine è stata proprio la capacità della Mercedes di saper gestire al meglio trenta giri con gomma soft, un’impresa tutt’altro che scontata. Ci ha messo del suo anche Hamilton, che ha più volte informato via-radio il suo ingegnere della necessità di alternare un giro veloce ad una tornata a passo relativamente ridotto, al fine di evitare il surriscaldamento degli pneumatici posteriori.
Solo a tre giri dal termine, con la bandiera a scacchi ormai in vista, Lewis ha stampato un 1’23”593, quasi a voler ribadire che oggi a Barcellona contro di lui sarebbe stata dura per tutti. Sorride Hamilton, che torna alla vittoria dopo l’opaco weekend di Sochi, ma l’impressione è che anche la piazza d’onore conquistata da Vettel sia di quelle ad alto peso specifico. Il testa a testa tra di due si infiamma sempre di più...
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