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La F1 è pronta a rimpiangere la rivoluzione regolamentare?

Il cambiamento regolamentare previsto per il prossimo anno mira ad aumentare lo show in pista, ma il rischio è che il gap tra i vari team possa aumentare daccapo...

Sergio Perez, Red Bull Racing RB16B

Zak Mauger / Motorsport Images

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I tre giorni di test in Bahrain hanno lasciato tutti i team con molte domande e molta incertezza su cosa accadrà in questo 2021.

È corretto dire che prevedere come andrà questo campionato sia davvero difficile, forse come mai in passato. Se in vetta sembra che la lotta per il titolo sarà una sfida a due tra Mercedes e Red Bull, ben più enigmatica è la situazione relativa al gruppo di metà classifica.

Questa è la prova perfetta del mantra che vige in Formula 1 secondo il quale non c’è modo di migliore per avvicinare i valori che mantenere le regole stabili.

Così facendo si innesca la legge dei rendimenti decrescenti per i team di testa, perché questi avranno sempre più difficoltà nel trovare un ulteriore margine di crescita, mentre quelli che si trovano ad inseguire avranno la possibilità di ridurre il gap dalla vetta. E’ il cocktail perfetto per diminuire il divario tra le squadre.

Per tutte queste ragioni non deve sorprendere che la stagione 2021 possa rivelarsi un’annata fantastica grazie alla stabilità regolamentare.

La stagione che sta per partire ha tutte le caratteristiche per essere un campionato dove a fare la differenza saranno i piccoli particolari. Nessun team saprà a priori che risultato potrà ottenere nel fine settimana, e questo comporterà un grande stress per le squadre, ma un grande divertimento per tutti gli spettatori.

Tuttavia l’eccitazione per le battaglie che ci attendono nei prossimi mesi è fortemente moderata dalle incognite che potremo trovare nel 2022, ed in particolar modo dal rischio che il gap tra i team di vertice e quelli di centro classifica possa tornare a crescere a seguito della rivoluzione regolamentare.

Basti guardare a ciò che è accaduto nell’era turbo ibrida. Il cambiamento di tipologia di motori ha gettato le basi per il dominio della Mercedes, ed ogni modifica regolamentare adottata dal 2014 – come ad esempio quella del 2017 – ha contribuito a far fare un ulteriore passo in avanti alle frecce d’argento.

Se torniamo alla precedente rivoluzione regolamentare, quella del 2009, sulla carta si può notare come il gap tra i vari team sia stato estremamente ridotto, ma quell’anno i valori in campo sono stati distorti dalla vicenda dei doppi diffusori.

La Brawn GP ha sfruttato una interpretazione regolamentare al limite ed ha corso con questa soluzione sin da inizio anno. Un tempo sufficiente per resistere alla rimonta della Red Bull da metà stagione in poi.

Se non fosse stato per il doppio diffusore, il team di Milton Keynes avrebbe potuto aggiungere un altro titolo iridato ed arrivare a 5 consecutivi.

Le premesse affinché la storia si ripeta anche nel 2022 ci sono tutte ed il rischio che uno dei team maggiori possa trovare una soluzione inedita a scatenare un dominio totale è elevato.

Ciò significa che potremmo essere seduti qui tra 12 mesi, dopo i test pre-stagionali, già sapendo chi vincerà il titolo...

Uno scenario simile, con l’attesa di un campionato 2021 con valori molto vicini tra i vari team, potrebbe portare i fan a criticare le scelte fatte dalla Formula 1, ma in realtà i vertici della categoria hanno già ampiamente anticipato come questa rivoluzione non sia stata adottata per cercare di fermare la Mercedes o la Red Bull.

All’inizio del 2020 abbiamo avuto l’opportunità di parlare con Ross Brawn ed esprimere questi dubbi, ma l’amministratore delegato della F1 ha fatto chiarezza. Se un gap ridotto tra i vari team è una conseguenza positiva della stabilità regolamentare, il fatto che in Formula 1 per anni, nel migliore dei casi, siano state soltanto tre le squadre in grado di lottare per la vittoria era una situazione non più sostenibile.

“Il rischio esiste, ma penso che un reset sia necessario altrimenti non so se riusciremo a correggere la situazione in cui ci troviamo”.

La Formula 1 del 2022 si troverà a fare i conti non solo il budget cap, ma anche con un rivoluzione aerodinamica che mira a livellare i valori tra le varie scuderie. Con questa filosofia è possibile che tutti i team possano avere la possibilità di puntare alla vittoria qualora in un weekend si verifichino particolari circostanza.

La recente volontà di provare le sprint race per ravviare il sabato sembra una perdita di tempo, perché le regole del 2022 dovrebbero rendere le corse più entusiasmanti ed imprevedibili.

L’esperimento della sprint qualifying che avverrà quest’anno non è stato studiato per punire i top team e farli così scivolare in fondo alla griglia. Si tratta più che altro di un tentativo per rendere più attraente il weekend per i fan con azione in pista nei tre giorni.

Se l’obiettivo è quello di avere un numero maggiore di spettatori al venerdì, oltre al maggior interesse per il risultato della domenica, allora si può comprendere il perché di questa scelta.

Se non c’è alcuna garanzia che la Formula 1 del 2022 possa consegnare dei valori ravvicinati, come invece si prevede in questa stagione, è tuttavia opportuno sottolineare come un anno di “sofferenza” sia il prezzo minimo da affrontare.

Solo gettando delle fondamenta solide, con regole che guardino oltre al riavvicinamento dei valori garantito dalla stabilità tecnica, la Formula 1 potrà assicurarsi un futuro luminoso e sano.

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