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La colonna di Vandoorne: "Costretto a fare fuel saving tutta la gara!"

Nella sua colonna per Motorsport.com, il pilota della McLaren racconta la beffa del sorpasso di Magnussen e, soprattutto, del risparmio benzina che è stato costretto a fare nel GP del Canada.

Kevin Magnussen, Haas F1 Team VF-17 and Stoffel Vandoorne, McLaren MCL32 battle

Foto di: Sutton Motorsport Images

Stoffel Vandoorne, McLaren
Stoffel Vandoorne, McLaren MCL32
Stoffel Vandoorne, McLaren
Stoffel Vandoorne, McLaren MCL32
Stoffel Vandoorne, McLaren MCL32 and Fernando Alonso, McLaren MCL32
Stoffel Vandoorne, McLaren MCL32
Stoffel Vandoorne, McLaren MCL32
Stoffel Vandoorne, McLaren MCL32
Stoffel Vandoorne, McLaren MCL32
Stoffel Vandoorne, McLaren
Fernando Alonso, McLaren MCL32, Stoffel Vandoorne, McLaren MCL32
Stoffel Vandoorne, McLaren, talks to his engineer in the pit garage
Stoffel Vandoorne, McLaren MCL32 and Lance Stroll, Williams FW40
Stoffel Vandoorne, McLaren, talks to his engineer

Il Gran Premio del Canada è stata una tappa del Mondiale che ho atteso a lungo. Sia nel 2015 che nel 2016 sono stato presente nel paddock di Montreal con la McLaren, ma senza avere l’opportunità di scendere in pista. In compenso avevo avuto modo di visitare una città molto bella che accoglie a braccia aperte la Formula 1. Quella di quest’anno è stata la mia terza visita a Montreal, e non posso che confermare che si tratta di una delle migliori tappe del calendario di Formula 1.

Come premesso, ho finalmente avuto la possibilità di vivere il Gran Premio del Canada in pista. Il circuito Gilles Villeneuve ha fama di non essere tenero con gli esordienti, così il mio obiettivo principale prima delle prove libere era quello di sfruttare tutto il tempo a disposizione per accumulare il massimo numero di giri. Quando si gira su una pista per la prima volta, è determinante riuscire a familiarizzare in tempi brevi, ed essendo quello di Montreal anche un tracciato cittadino, bisogna capire come controllare al meglio la monoposto sfruttando ogni centimetro d’asfalto. Dopo la tappa di Montecarlo, pista ad alto carico, ci siamo ritrovati su un tracciato in cui si utilizza una configurazione di downforce molto bassa, un cambiamento che impatta molto sul feeling con la monoposto.

Nelle FP2 fermato dalla MGU-H

Le prime prove libere sono iniziate abbastanza bene, considerando che quella di Montreal non è la pista migliore per la McLaren Honda, a causa dei lunghi rettilinei che evidenziano il deficit di potenza che abbiamo in questo momento. Nella parte finale della sessione FP2 abbiamo purtroppo scoperto un problema all’unità MGU-H, che ci ha costretto a terminare il turno di prove dopo la simulazione di qualifica, rinunciando al long-run programmato con pneumatici da gara. Un problema non da poco, visto che la squadra non ha avuto la possibilità di effettuare la simulazione di gara anche con la monoposto di Fernando Alonso, e questo ha reso difficile capire quale sarebbe stato il degrado degli pneumatici ed il comportamento della monoposto a serbatoi pieni.

Che beffa in Q1!

Nonostante gli imprevisti prima delle qualifiche ero comunque convinto che il passaggio in Q2 sarebbe stato alla mia portata. Nel primo ‘run’ della Q1 ho faticato un po’ nel portare in temperatura gli pneumatici, e sapevo di non aver tirato fuori il massimo potenziale della monoposto. Purtroppo quando ho iniziato il mio secondo ‘run’ è stata esposta la bandiera gialla, e… fine dei giochi. E’ stato un vero peccato, perché il passaggio in Q2 era davvero alla nostra portata e sarebbe stato il giusto risultato, ma è andata così.

Se prima delle qualifiche ero convinto di poter piazzarmi a metà schieramento, alla vigilia della gara ero certo che per noi sarebbe stata una corsa molto impegnativa. Il divario con gli avversari in termini di velocità massima sui rettilinei si è confermato importante, ma in più abbiamo dovuto gestire per tutta la corsa un consumo di carburante elevato, che di fatto ci ha impedito di poter usare l’acceleratore con cautela.

Gara rovinata da Magnussen e dal consumo benzina

Il mio inizio di gara è stato comunque molto buono. Ho subito guadagnato un paio di posizioni, e sono sfilato undicesimo al termine del primo giro. Mi sono rincuorato, sapendo che la corsa a Montreal è sempre molto selettiva, ma poi è arrivato il regime di Virtual Safety Car. Kevin Magnussen mi ha superato prima che la direzione terminasse la fase di VSC, ed in questo frangente ho perso del tempo prezioso che ha permesso a Stroll e Hulkenberg di avvicinarsi molto. Quando li ho visti negli specchietti mi hanno raggiunto e superato in rettilineo ad una velocità per me... pazzesca. Sembrava volassero! A quel punto l’unico obiettivo è stato quello di concludere la corsa senza errori, come diciamo in gergo ‘riportando la macchina casa’. Di fatto non ho potuto spingere neanche per un giro a causa del ‘fuel saving’, ovvero il risparmio di carburante necessario per arrivare sotto la bandiera a scacchi.

Adesso siamo in preparazione per la trasferta di Baku, che sulla carta è una pista con caratteristiche simili a quella di Montreal. C’è un rettilineo lunghissimo, sul quale lo scorso anno abbiamo visto delle velocità molto elevate, tra le maggiori dell’intera stagione. La scia sul rettilineo principale ha un effetto incredibile, e con la maggiore resistenza all’avanzamento delle monoposto attuali, credo che quest’anno sarà ancora più accentuata. Vedremo cosa accadrà, da parte nostra faremo il massimo possibile.

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