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La Brabham ha rifiutato un'offerta per riportare il marchio in F1 nel 2019

David Brabham ha detto che diverse squadre erano interessate ad utilizzare il marchio di famiglia in Formula 1, con un ultimo tentativo che è andato a vuoto proprio nel 2019.

Nelson Piquet, Brabham BT49

Foto di: Sutton Motorsport Images

Sono passati ormai quasi 30 anni dall'ultima apparizione in Formula 1 della squadra due volte campione del mondo costruttori, datata 1992.

David Brabham, figlio del fondatore Jack Brabham, ha combattuto a lungo in sede giudiziaria per riguadagnare l'uso del nome di famiglia ed ora ha pianificato la partecipazione alla 24 Ore di Le Mans del 2022 in classe GTE-Pro.

Tuttavia, ha rivelato di aver fatto anche diverse chiacchierate riguardanti la possibilità di riportare il marchio Brabham in Formula 1.

Brabham ha dichiarato a Motorsport.com: "Dal punto di vista del marchio, se vi dicessi quante persone ci hanno contattato dicendo che volevano comprare una squadra di Formula 1 per poi chiamarla Brabham, la lista è veramente lunga".

"Ma alla fine nessuno è mai stato in grado di comprare la squadra. All'inizio quindi è sempre eccitanta, anche se dopo un po' impari a stare calmo".

"Sono arrivato ad un punto in cui ho imparato la lezione e chiedo di provare che hanno le risorse per farlo, evitando di perdere troppo tempo".

La Brabham è stata fondata all'inizio degli anni '60 da Jack Brabham e Ron Tauranac, con Brabham che si è aggiudicato il Mondiale nel 1966, prima che Denny Hulme e Nelson Piquet rimpinguassero il bottino di titoli.

Tuttavia, l'ultima delle 35 vittorie in Formula 1 è arrivata nel 1985 e dal 1990 le prestazioni del team hanno avuto un calo vertiginoso fino all'uscita di scena alla fine del 1992.

Nelson Piquet, Brabham BT54 BMW

Nelson Piquet, Brabham BT54 BMW

Photo by: LAT Images

Un tentativo di riportare in vita il marchio in F1 è stato fatto da Franz Hilmer della Formtech nel 2010.

Questo è andato a vuoto, ma dal momento in cui David Brabham ha riacquisito i diritti sul marchio nel 2013, è stato approcciato diverse volte per un ritorno in F1.

Ora è emerso che ha discusso la cosa anche in ottica 2019, ma che alla fine la cosa non sia andata in porto.

Nessuna squadra è stata specificata, ma la Racing Point, che ha preso il nome della Force India lo scorso agosto, è l'unica opzione logica, visto che quest'anno si apprestava a svelare una nuova identità.

La Racing Point non ha commentato la questione quando è stata contattata da Motorsport.com, ma sembra che ora si sia impegnata a confermare la stessa identità creata alla fine del 2018.

Ci sono stati diversi tentativi di riportare alla ribalta dei nomi storici in Formula 1 negli ultimi anni.

Per esempio, nel 2010 ci fu la Lotus di Tony Fernandes, che però divenne rapidamente la Caterham. E forse è anche in base a questo esempio che Brabham ha preferito andarci molto cauto.

Ha detto infatti che non si sentiva a suo agio ad utilizzare il nome di famiglia in un progetto in cui non poteva essere coinvolto se non con un ruolo marginale.

"Sono stato coinvolto in F1 con la Brabham e ho visto l'influenza che hanno avuto sul nome la mancanza di vittorie e le difficoltà che la squadra stava attraversando" ha detto.

"Ho osservato la Lotus e mi sono detto: 'non è così che si deve fare'. Devi capire il marchio, sentirlo nel tuo DNA. Penso che con la Lotus si fosse creata troppa confusione nel marchio, noi non potevamo permettercelo".

Nelson Piquet, Brabham BT48

Nelson Piquet, Brabham BT48

Photo by: Sutton Images

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