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Kubica: un... punto di vista alternativo di questa F1!

La penalizzazione delle due Alfa Romeo ha permesso al pilota polacco di ereditare il decimo posto conquistando il primo punto della Williams, squadra derelitta che è costretta all'ultima fila. Robert così lascia un segno indelebile in questa F1 a otto anni dal suo rientro.

Robert Kubica, Williams FW42

Robert Kubica, Williams FW42

Sam Bloxham / Motorsport Images

La Formula 1 offre la possibilità di diventare personaggi globali, e di raccontare storie che arrivano agli appassionati in tutto il mondo. Ad una condizione: ritrovarsi sotto i riflettori. Se non si è oggetto d’interesse, o se una storia viene ‘taggata’ a bassa priorità, è difficile far emergere realtà che meritano di essere raccontate.

La penalità inflitta alle due Alfa Romeo di Kimi Raikkonen e Antonio Giovinazzi nella serata di Hockenheim ha promosso al nono posto Lewis Hamilton e al decimo Robert Kubica. Quella di Hamilton non è proprio una notizia da urlo, ma la seconda è una storia unica, ma che la Formula 1 di oggi getta via.

Sul rientro di Kubica in Formula 1 si è detto molto nella fase iniziale, poi la scarsa competitività della Williams ha reso la storia trasparente. Quando si parte in ultima fila c’è poco da dire, almeno così sembra. Per di più Robert si è trovato spesso alle spalle del compagno George Russell, anche lui progressivamente sempre meno sorridente con il calare dell’entusiasmo iniziale per l’essere nel paddock di Formula 1. Mentre Norris e Albon si sono lanciati nell’olimpo dei predestinati, Russell (che lo scorso anno li ha battuti entrambi) ha capito che con la Williams c’è poco da fare.

Lontano dai riflettori Kubica ha affrontato le sue sfide, iniziando a familiarizzare con un mondo che non vedeva da otto anni, e con una generazione di monoposto che, con le ultime da lui guidate, ha solo in comune un volante ed un sedile.

Non è stato un inizio di stagione semplice, a causa delle incredibili carenze della Williams, che ha privato Kubica e Russell dei test invernali (erano i due piloti che avevano più bisogno di macinare chilometri), fornendo loro una monoposto molto lontana dal peggiore degli avversari.

In più una cronica mancanza di qualità nel lavoro, che ha fatto delle due Williams delle monoposto spargi-carbonio ogni volta che montano un pezzo nuovo. Sarebbe difficile per tutti, figuriamoci per un pilota che torna al volante dopo otto anni e con le note limitazioni.

Una montagna impossibile da scalare, eppure Kubica è li. A Robert non piace sottolineare cosa non va, non vuole che venga percepito come un libro di scuse, ma per dare un’idea di cosa sta affrontando basta ricordare le difficoltà che fronteggiò Michael Schumacher al suo rientro in Formula 1 dopo 3 stagioni di stop, nonostante le monoposto non fossero stravolte, e nonostante la sua integrità fisica.

Il Kaiser si ritrovò in grande difficoltà nei confronti di Nico Rosberg, a conferma che mollare un volante per anni non è indolore. Ed erano tre, non otto, per di più trascorsi provando mezzi a motore di ogni genere.

Domenica scorsa, dopo nove anni, Kubica si è schierato al via di un Gran Premio sotto la pioggia, al volante della monoposto con il minor carico aerodinamico in assoluto, e senza aver mai provato un set di Pirelli full-wet.

E nella gara che insieme a Monaco doveva essere la più difficile per un pilota con le sue limitazioni, è arrivato un punto che assume un significato enorme. Non parliamo di classifiche o bonus, quanto dell’enorme soddisfazione di aver compiuto un’impresa dalla difficoltà enorme. Problematiche mostruose, che alla Formula 1 interessano poco, perché nel Circus conta la classifica a nulla più, per quasi tutti ma non proprio tutti.

C’è chi la vede alla Jacques Villeneuve, ovvero che la Formula 1 non è per chi ha limitazioni fisiche e che vede la presenza di Kubica come un’intrusione quasi fastidiosa: se non lo puoi fare, lascia perdere. Ma c’è anche chi domenica sera si chiedeva nel paddock di Hockenheim come si potesse guidare una monoposto di Formula 1 in condizioni difficilissime come quelle del Gran Premio tedesco con una mano sola.

“Un’impresa pazzesca, ma quanti possono capirlo?”, ha commentato il team principal di una squadra avversaria.

Due modi diversi di leggere la stessa storia, e per questo il punto conquistato ad Hockenheim assume un significato speciale. Nell’economia della stagione di Robert cambia poco, ma rischia di essere l’unico punto che conquisterà la Williams in questo Mondiale, e anche chi giudica solo leggendo le classifiche, sarà costretto a buttarci un occhio leggendo “Kubica”.

Robert Kubica, Williams Racing

Robert Kubica, Williams Racing

Foto di: Gareth Harford / Motorsport Images

Robert Kubica, Williams FW42, nel garage

Robert Kubica, Williams FW42, nel garage

Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images

George Russell, Williams Racing FW42, precede Robert Kubica, Williams FW42

George Russell, Williams Racing FW42, precede Robert Kubica, Williams FW42

Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images

Robert Kubica, Williams FW42, lotta con Nico Hulkenberg, Renault F1 Team R.S. 19

Robert Kubica, Williams FW42, lotta con Nico Hulkenberg, Renault F1 Team R.S. 19

Foto di: Jerry Andre / Motorsport Images

Robert Kubica, Williams Racing, si congratula con Daniil Kvyat, Toro Rosso, 3° classificato, nel parco chiuso

Robert Kubica, Williams Racing, si congratula con Daniil Kvyat, Toro Rosso, 3° classificato, nel parco chiuso

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Robert Kubica, Williams FW42

Robert Kubica, Williams FW42

Foto di: Jerry Andre / Motorsport Images

Robert Kubica, Williams FW42

Robert Kubica, Williams FW42

Foto di: Sam Bloxham / Motorsport Images

Robert Kubica, Williams Racing

Robert Kubica, Williams Racing

Foto di: Jerry Andre / Motorsport Images

Robert Kubica, Williams FW42

Robert Kubica, Williams FW42

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Robert Kubica, Williams FW42

Robert Kubica, Williams FW42

Foto di: Dom Romney / Motorsport Images

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