Kubica: "Andiamo a Melbourne senza conoscere la FW42 come avremmo dovuto"
130 giri compiuti dal polacco con la Williams, ma il team di Grove è in grave ritardo rispetto ai concorrenti per aver perso 2 giorni di test invernali. "Non abbiamo tanto tempo per capire meglio la macchina", ha aggiunto.
Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images
La differenza tra un pilota d’esperienza ed un esordiente sta anche nel bagaglio d’esperienza che
consente di valutare una situazione nel lungo periodo. Ieri George Russell aveva
comprensibilmente sfoggiato un grande sorriso dopo aver completato 119 giri (miglior crono
1’19”662) senza problemi di affidabilità. Un bel passo avanti per il rookie britannico dopo la
forzata attesa della scorsa settimana.
Oggi la Williams ha replicato il programma di lavoro con Robert Kubica, ma il polacco nonostante i
130 giri completati (ed un tempo di 1’19”367) era di tutt’altro umore. Il motivo è semplice:
l’essere finalmente in pista non ha cancellato la delusione per aver perso la prima settimana di
test, e le ripercussioni dei chilometri lasciati per strada sono destinate a sentirsi per molto tempo.
Mentre gli avversari sono ormai al lavoro sul setup delle monoposto (oggi a Montmelò si sono
viste anche prime simulazioni di qualifica) in casa Williams la FW42 ha completato più di due Gran
Premi e mezzo per ricavare i dati aerodinamico che le altre squadre hanno immagazzinato la
scorsa settimana. Nella migliore delle ipotesi gli ingegneri del team inglese inizieranno a lavorare
sull’assetto della monoposto solo nelle prove libere di Melbourne, e questo Kubica lo sa molto
bene.
“Non possiamo recuperare il tempo perso – ha esordito – anche cambiando o comprimendo
il programma di lavoro di questa settimana il ritardo accumulato è irrecuperabile in vista delle
prime gare. Da parte mia so che ho ancora otto ore di pista a disposizione prima di partire per
Melbourne, e non è certo ciò che speravo”.
Quali sono stati gli aspetti positivi di questa giornata?
“L’affidabilità è stata buona, non abbiamo accusato problemi che ci hanno impedito di girare,
anche se ci sono state comprensibili noie di gioventù. Diciamo che siamo nella situazione in cui
avremmo dovuto essere una settimana fa, dobbiamo ancora iniziare a lavorare sull’assetto, perché
le prime prove sono sempre dedicate all’aerodinamica. Il problema è che ormai siamo agli
sgoccioli, partiremo per l’Australia senza conoscere la macchina come avremmo dovuto, e non ci
sono tanti giri a disposizione nelle prove libere per poter pensare di recuperare il tempo perso”.
Sembri un po' pessimista…
“No, in realtà è un insieme di sentimenti, perché da un certo punto di vista è stato positivo vedere
che siamo riusciti a fare molti giri macinando chilometri importanti. Dall'altro lato, è anche vero
che non abbiamo ancora molto tempo a disposizione prima di Melbourne, e non siamo nella
posizione in cui vorremmo essere, parlo soprattutto dal mio punto di vista e credo anche sul
fronte ingegneristico. Stiamo raccogliendo dati, controllando particolari, procedure standard
quando si è all’inizio del ciclo di vita di una vettura, ma non possiamo ancora dedicarci alla
comprensione della monoposto. Spero che nei prossimi due giorni si possa almeno iniziare a
lavorare sulle reazioni della macchina”.
Allo stato attuale delle cose qual è il tuo obiettivo?
“È sempre lo stesso: cercare di dare il meglio che posso, qualunque cosa mi venga chiesto di fare.
La realtà è che non andremo in Australia con gli stessi chilometri percorsi dai nostri avversari, ma
proverò comunque ad utilizzare al meglio il tempo in macchina che mi resta”.
Quale risultato nel weekend di Melbourne giudicherai come un successo?
“Il più grande successo sarà finire il fine settimana con la consapevolezza di aver fatto un buon
lavoro, indipendentemente da quella che sarà la posizione finale. Non saremo in grado di poter
lottare per quei risultati che si ci può aspettare, ma da parte mia se domenica sera avrò dato il massimo sarò felice. Sono abbastanza onesto ed esigente con me stesso, sarò felice solo se saprò
di aver fatto bene”.
Come ti senti fisicamente dopo una giornata così intensa?
“Bene, su questo fronte sono dove mi aspettavo di essere. Ovviamente se avessi guidato di più
sarebbe stato d’aiuto, perché per quanto ci si alleni in palestra e in altre attività fisiche, l’unica
cosa che davvero aiuta in Formula 1 è guidare una monoposto di Formula 1. Oggi ho completato
molti giri senza problemi, quindi non posso che essere contento”.
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