Intervista a Ricciardo: "Se tengo gli occhi sul premio, lo otterrò"
In questa intervista esclusiva con Motorsport.com, Daniel Ricciardo racconta la frustrazione per la vittoria mancata a Monaco, ma anche come ci si sente ad essere compagni di squadra di Max Verstappen. Inoltre che a volte desiderebbe fare un altro sport.
Foto di: Red Bull Content Pool
La cosa più frustrante è non essere in grado di lottare per la vittoria con regolarità o perdere grandi opportunità come quella di Monaco?
"Probabilmente le occasioni mancate, soprattutto quando non capitano molto spesso. Se succede a Lewis, probabilmente potrà riprovare a vincere nello spazio di una settimana, quindi è più facile metterselo alle spalle".
Quindi hai imparato che ogni chance deve essere sfruttata, perché le opportunità non arrivano così spesso...
"Si, sicuramente. Monaco è stata una grande frustrazione. Anche a Barcellona c'era l'opportunità. Le Mercedes sono uscite e mi sono detto: sei in testa adesso, non puoi perdere un'altra occasione, quindi fai quello che devi fare. Quel giorno ho sentito di aver fatto tutto quello che potevo, ma non è bastato. Così siamo andati a Monaco ed ero convinto che fosse la mia seconda possibilità".
"Ancora una volta ho fatto tutto quello che potevo. Ho messo la macchina in pole, poi sappiamo tutti quello che è successo. Quindi è stato frustrante perché per due settimane di fila sono stato lì, ma non è bastato. Ho guidato bene dall'inizio della stagione, ma non è servito e ora tutti parlano di Max. Ma sappiamo che questo sport è così: è uno sport di squadra in cui devi contare anche su altri fattori. Non voglio apparire come un bambino viziato, ma c'è voluto un po' a digerire questa situazione".
Il pubblico è abituato a vederti come una persona sorridente, ma ti capita di sbattere i pugni sul tavolo dietro alle quinte?
"Direi che lo faccio abbastanza, ma senza esagerare. Non ho mai lanciato una sedia o fatto qualcosa del genere, perché non voglio creare un clima di conflitto, ma non penso neanche che urlare contro gli ingegneri possa dare troppi frutti. Dopo Monaco sentivo che se fossi andato dagli ingegneri sarebbe morto qualcuno, ma non sarebbe stato produttivo e non sarebbe servito, quindi non sono andato. Ho solo lasciato la pista. Preferisco fare così".
Ti senti di aver fatto un salto di qualità nella Q3 in Spagna? Con l'ascesa di Max, eri consapevole del significato di quel giro?
"E' stato interessante, perché sapevo che fino a quel momento non avevo messo insieme il mio giro migliore. Ma quel giro mi ha sorpreso, pur sapendo di avere ancora qualcosa da spendere. A volte si pensa di essere già al limite, ma non lo si è. Credevo che Daniil Kvyat mi stesse mettendo pressione, poi è arrivato Max. E probabilmente da quella Q3 abbiamo raggiunto un altro livello entrambi".
Il tempo passa inesorabile e ormai ha un centinaio di GP alle spalle. Sei più impaziente ora?
"Ovviamente dopo Monaco ho fatto alcuni commenti dicendo che ho 27 anni e non ho ancora vinto nulla. Ma questo credo che sia solo il desiderio di farcela che esce. Allo stesso tempo, vedo tanti ragazzi che non ne hanno...Alonso ha vinto due titoli di fila e poi nulla per 10 anni, quindi non sono l'unico in quella posizione. Ma penso che sia una questione di fede in ciò di cui sono capace".
"Una parte di me a volte vorrebbe aver scelto uno sport diverso, nel quale puoi sempre mostrare le tue vere capacità: nel tennis, per esempio, non c'è nessuna scusa. Si tratta di una racchetta e di una palla, quindi è tutto molto semplice. Il nostro invece è uno sport molto complesso".
"Un giorno potrei finire quinto, ma sentire di aver guidato meglio di chiunque altro. Ma questo non lo può notare nessuno. Però ho scelto questo sport, questa è la mia vita e la amo. Può capitare di dover affrontare delle tempeste lungo il percorso, ma tenendo gli occhi sul premio, credo che lo otterrò".
Nella seconda parte della stagione la sfida sarà battere la Ferrari?
"Penso che sia un buon obiettivo per noi, anche se vorrei vincere una gara prima della fine dell'anno. Ci proveremo, ma non è una garanzia. Se posso essere il primo dietro alle Mercedes, sarebbe come una vittoria. Ovviamente, se saremo davanti alla Ferrari, sarà un bene per il Costruttori e questo è importante a livello finanziario. Inoltre motiverebbe molto anche la squadra".
Ti stai godendo la sfida con Max?
"Si, si. Come ho detto, penso che Max mi abbia spinto ad un altro livello. Credo di poter essere campione del mondo un giorno e questo è il mio obiettivo, ma se non ci riuscissi, almeno potrò dire: bene, ci ho provato, ma forse c'è qualcuno migliore di me. Quella con Max è davvero una bella sfida. E' un po' come quando c'era Vettel, se riuesco ad avere la meglio su Max, penso che può essere solo di buon auspicio per il proseguimento della mia carriera".
Pensi che la tanta attenzione su Max possa essere fastidiosa a volte?
"Sono contento di non essere io in quella situazione, perché è piuttosto frenetica, anche se lui è più maturo della sua giovane età. Sicuramente è giusto che venga lodato quando se lo merita, ma voglio ricevere anche io le mie lodi quando ho fatto il mio dovere".
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