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Intervista

Ilott: dal disastro Red Bull alla rinascita in Ferrari

Nonostante la giovane età Callum Ilott ha vissuto numerose esperienze nel motorsport. Dopo essere stato scaricato da Helmut Marko, l'inglese ha trovato una seconda opportunità con la Ferrari e adesso punta con decisione ad un ruolo da titolare in F1 nel 2022.

Callum Ilott, Ferrari SF71H

Foto di: Federico Basile / Motorsport Images

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Pazienza. È qualcosa di cui Callum Ilott ha bisogno in questo momento. Dopo essere arrivato secondo in Formula 2 l'anno scorso, il giovane britannico è stato messo sulla panchina dei sostituti all'Alfa Romeo. Nel frattempo, il suo collega della Ferrari Driver Academy e il principale rivale per il titolo di F2 dell'anno scorso, Mick Schumacher, sta già correndo in F1 per la Haas.

A parte qualche sporadica apparizione nelle prove libere, il programma di Ilott per il 2021 consiste principalmente in tre elementi: aspettare, sperare e imparare.

"Penso di essermi calmato un po' ora", ha dichiarato Ilott a GP Racing quando gli è stato chiesto com’è lavorare con gli ingegneri dell’Alfa Romeo. "Ho dovuto trattenermi un po' perché hanno un lavoro da fare nel weekend".

"Sono andato con loro ai test in Bahrain ed è stato davvero utile. Ho avuto il tempo di parlare con l'altra parte della squadra che non stava correndo e di capire un po' di più sul programma. È stato davvero utile poter porre tutte queste domande. Ovviamente sono lì per imparare, ma alla fine cerco di non distrarli più di tanto".

C'è anche un programma GT che comprende un debutto alla 24 Ore di Le Mans il mese prossimo. Ilott corre con una Ferrari 488 GT3 nella GT World Challenge Europe Endurance Cup, ma una stagione completa consiste di soli cinque weekend di gara. Quindi, per il resto dell'anno, è il test driver della Ferrari e il pilota di riserva aggiuntivo dell'Alfa Romeo accanto a Robert Kubica, il che significa che le sue possibilità di competere effettivamente in una gara di F1 (per ora almeno) sono molto risicate.

#71 Iron Lynx Ferrari 488 GT3: Davide Rigon, Antonio Fuoco, Callum Ilott

#71 Iron Lynx Ferrari 488 GT3: Davide Rigon, Antonio Fuoco, Callum Ilott

Photo by: SRO

Test driver e riserva aggiuntiva non sono i ruoli più desiderati per qualcuno che ha corso per più di metà della sua vita, ma la sua carriera da pilota junior è praticamente finita, e arrivare o meno in F1 adesso dipende da fattori esterni. Da qui la richiesta di pazienza.

La mancanza di pazienza- non addebitabile ad Ilott ma ad un austriaco di nome Helmut Marko - è stata una complicazione all'inizio della sua carriera in monoposto.

Ilott è stato uno dei pochi piloti ad aver fatto parte dei programmi junior di Ferrari e Red Bull, ma è emerso nel radar di Marko in quello che forse era il momento meno opportuno - subito dopo che Max Verstappen aveva bruciato le tappa passando dal karting alla F1 a 17 anni dopo una sola stagione di F3 europea.

Anche Ilott è stato un campione europeo nel karting, e così Marko lo ha avviato sulla stessa strada dell’olandese. Escludendo la Toyota Racing Series neozelandese, corsa nell'inverno del 2015, Ilott è praticamente passato direttamente dal karting alla F3.

"Ricordo che era a Silverstone l'anno prima, 2014, sono andato lì il venerdì del GP di Gran Bretagna per avere un incontro con lui. Mi ha chiesto quanti anni avevo e poi mi ha detto 'OK, stai facendo la F3 con la Carlin'".

" Max aveva fatto la stessa cosa l'anno prima, ma ad essere onesti non sapevo bene in cosa mi stavano buttando. Avevo fatto bene nel karting, i test pre-stagionali stavano andando bene, ma non mi rendevo davvero conto di quanto sarebbe stata dura".

Callum Ilott, Carlin Dallara Volkswagen

Callum Ilott, Carlin Dallara Volkswagen

Photo by: Press Image

Ilott ha concluso tutte e 33 le gare della stagione, ma solo in 11 di queste è andato a punti ed in una sola occasione ha centrato il podio. Non è passato molto tempo prima che Marko perdesse interesse e alla fine della stagione Ilott è stato rilasciato dalla Red Bull avendo apparentemente dimostrato a Marko che non era un nuovo Verstappen.

"Non me ne pento", dice Ilott quando si parla del suo breve periodo alla Red Bull. "Penso che sia stato il destino".

Nei suoi sei anni in Formula 3, GP3 e Formula 2, Ilott ha corso per sette squadre diverse, iniziando ogni stagione con un team. È un notevole contrasto se paragonato a quanto fatto da Schumacher che, invece, ha disputato 5 anni nelle categorie propedeutiche sempre con Prema.

"Mi sarebbe piaciuto avere una carriera come, ad esempio, quella di Mick perché si impara davvero a integrarsi bene con la squadra, ma non funziona sempre così. Inoltre, non provenendo da una famiglia radicata nel motorsport, abbiamo dovuto imparare e scoprire come funziona questo mondo da soli".

Il passaggio di Ilott in Prema nel 2017 si è rivelato cruciale per la sua carriera, poiché lo ha portato al suo primo contatto con la Ferrari. Il suo ex capo dell'Academy, Massimo Rivola, avrebbe dovuto controllare i progressi in F3 di Guanyu Zhou, ma ha preso nota di quelli dell’inglese.

Callum Ilott, Prema Powerteam, Dallara F317 - Mercedes-Benz

Callum Ilott, Prema Powerteam, Dallara F317 - Mercedes-Benz

Photo by: FIA F3 / Suer

"Ricordo di aver parlato con lui a Pau. Sono andato a sbattere in una delle gare quando ero in testa, e lui mi ha detto 'sei così f***mente veloce, non hai nemmeno bisogno di correre rischi, devi solo rilassarti un po'''.

"Ha mostrato interesse nei miei confronti fin dall'inizio. Ovviamente stare con la Ferrari è stato un privilegio. Non c'è modo di dire assolutamente no".

Prima del GP di Macao, Ilott era già un junior della Ferrari e si era trasferito a Maranello.

"La Red Bull ha avuto molto successo con i piloti junior. Quando facevi parte della loro Academy avevi un allenatore personale che veniva con te, provavi al simulatore e così via. Era un percorso molto individuale. dovevi sviluppare te stesso e lavorare così".

"Questo metodo forse funziona con alcuni ragazzi, ma non con tutti. Probabilmente ero un po' troppo giovane per trarne il massimo all'epoca e non ho capito bene cosa fosse necessario".

"Adesso vivo a Maranello da qualche anno e mi piace. Penso che il programma previsto dalla Ferrari sia sempre stato quello di prendere tempo, costruire e imparare. E, sì, penso che abbia funzionato bene per me".

Terzo in GP3 e 11° nella sua prima stagione in F2, Ilott è arrivato nel 2020 affrontando quella che era probabilmente la sua ultima possibilità per tentare l’assalto alla Formula 1.

"Sapevo all'inizio della stagione che se fossi stato in grado di vincere il campionato, o giocarmela al top, ci sarebbe stata una possibilità molto alta di puntare alla F1".

"Finire secondo non è uguale a vincere, ma avevo dimostrato per tutto il tempo che ero incredibilmente veloce e che avevo più che abbastanza talento".

Ad un certo punto sembrava che la Ferrari avrebbe potuto promuovere Ilott e Schumacher in F1, invece Antonio Giovinazzi ha mantenuto il suo posto all'Alfa Romeo e Ilott ha dovuto accontentarsi del ruolo di tester.

"Guardando il lato positivo, è abbastanza rilassante. Non ho lo stress di un campionato completo, come avveniva in Formula 2 ed in Formula 3. Quindi mi sto godendo questo momento e sto cercando di imparare il più possibile in un ambiente diverso e in un modo diverso".

Ora il futuro di Ilott dipenderò in gran parte da ciò che Alfa Romeo deciderà di fare per il 2022. Dal prossimo anno il team svizzero sarà libero di decidere entrambi i suoi piloti, anche se i membri della Ferrari Driver Academy saranno ancora fortemente considerati.

Da un lato, Giovinazzi rimane l'ostacolo principale per Ilott, ma l’italiano è forse il miglior esempio di quanto tempo la Ferrari sia disposta ad aspettare con un suo pilota. È chiuso al secondo posto in GP2 nel 2016, poi ha trascorso due anni in attesa della sua occasione, ed ora Antonio è già al suo terzo anno completo in F1.

Ilott non avrà molte opportunità quest'anno per convincere Ferrari e Alfa Romeo di meritarsi un volante per il 2022. Quello che può fare è essere perfetto durante le Libere del venerdì che riuscirà a disputare, ma dovrà considerare anche la minaccia rappresentata da un altro protetto della FDA, Robert Shwartzman.

Ilott, in questo momento, dovrà semplicemente aspettare, sperare e imparare. Ed essere paziente, una virtù che la Ferrari sembra apprezzare.

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