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Analisi

Il pompiere Bernardo: "Dopo i roghi australiani, viva la F1"

Il nostro inviato a Melbourne, mentre il circuito dell'Albert Park è in allestimento, ha incontrato un vigile del fuoco di servizio nel weekend del GP d'Australia: è uno degli eroi che ha contribuito a spegnere gli incendi che hanno devastato il territorio e ci ha spiegato che di notte guardava la nostra Serie A, per cui benedice la F1.

WRC, Rally d'Australia, incendio

Foto di: Hyundai Motorsport

Nel paddock di Melbourne le squadre che si occupano dell’allestimento di box e hospitality sono quasi giunte al termine del loro lavoro. L’Albert Park ha già cambiato fisionomia, trasformandosi da luogo di relax ed attività fisica a sede del primo Gran Premio stagionale, come ormai avviene da dieci anni.

Ciò che rende questa edizione del Gran Premio d’Australia ben diversa dalle precedenti è la preoccupazione che tiene banco tra gli addetti ai lavori. La maggior parte dei ‘race team’ atterreranno a Melbourne questa sera, non vi sono dubbi che anche a pieno nel paddock di Melbourne sarà l’allarme Coronavirus a tenere banco.

La Formula 1 ha una grande capacità di reazione quando si tratta di far quadrato attorno ad una problematica definita. La cancellazione di diversi voli sta rendendo più problematico del previsto il viaggio in Bahrain (complici anche i tempi ridotti), ma è un problema che sarà risolto.

Diverso invece il rebus nel lungo periodo, così come diverse tra chi crede che la Formula 1 debba provare ad andare avanti e coloro che si stanno convincendo sulla necessità di uno stop a prescindere da ciò che accadrà nelle prossime settimane.

Il rebus sul futuro

In pochi giorni il sostantivo “aggregazione”, una parola che ha sempre evocato positività, è diventato sinonimo di pericolo.

Lo sport, per definizione, è aggregazione, e come tale in questo momento vive una situazione difficile, per ragione assolutamente concrete ma non solo. La sospensione di una grossa parte delle attività sportive ha ovviamente coinvolto anche la Formula 1.

Sia la FIA che Liberty Media da ormai diverse settimane stanno monitorando in tempo reale l’evolversi della situazione Coronavirus, galleggiando in un limbo non inedito per chi opera in quel settore che in lingua inglese viene definito “entertainment”.

È giusto sospendere l’attività in un momento in cui milioni di persone sono coinvolte in situazioni d’emergenza o proprio il ruolo di intrattenimento può essere un piccolo aiuto nel regalare anche a chi è in difficoltà qualche ora di spensieratezza?

L’esperienza ci dice che questa situazione ha sempre diviso le opinioni in pro e contro, ed in molti casi la decisione sul da farsi è stata presa quando a far pendere l’ago della bilancia sono stati elementi migliorativi o peggiorativi che hanno modificato gli equilibri.

La Formula 1 ha deciso di partire, nonostante tutto, ma lo ha fatto in un contesto lontano dalle problematiche che in questo momento hanno colpito in modo duro Cina, Italia e Corea. In Australia si parla molto di Coronavirus, ma fortunatamente per i locali è una notizia della sezione ‘estero’, che assume importanza alla voce ‘prevenzione’ ma senza andare oltre.

Il ruolo dello sport

Melbourne oggi è la solita Melbourne che si prepara ad accogliere il Gran Premio di Formula 1, avvolta nella coda di un’estate ormai agli sgoccioli.

Il weekend di Albert Park non è solo uno spettacolo sportivo visto in diretta in cinque continenti, ma anche uno degli eventi tradizionali che in questa parte d’Australia scandisce l’arrivo dell’autunno. E la città non ha mai disertato “The F1 Grand Prix”, vivendo, anzi, tuffandosi nell’evento.

Biglietti esauriti, manifestazioni di contorno, eventi promozionali e commerciali, lotterie, concerti, iniziative per giovani e giovanissimi che si espandono dall’area della pista fino alle vicine spiagge.

Questo è il Gran Premio a Melbourne, un’oasi di spensieratezza che oggi fa a cazzotti con la realtà vissuta a migliaia di chilometri di distanza: ha senso?

Una piccola ma significativa risposta è arrivata da un vigile del fuoco, Bernand, pronto ad essere in servizio ad Albert Park nei giorni del Gran Premio.

L’autobotte che conduce con orgoglio cattura decisamente l’attenzione, e allora tra una specifica tecnica ed una curiosità, arriva il racconto dell’incubo vissuto a causa degli incendi, che nella zona di Victoria sono stati una minaccia costante minaccia per mesi.

“Non c’erano più domeniche – ricorda non senza emozione - eravamo presenti sette giorni su sette, siamo davvero arrivati al limite. C’è chi ha visto la famiglia poche ore al mese, ma ci abbiamo dato dentro fino a quando è stato necessario."

"E sapete una cosa? Quando avevamo un’ora per respirare ci ritrovavamo in caserma davanti alla televisione con una birra in mano a guardare la Premier League, o anche la vostra ‘Italian Serie A’, era l’unico vantaggio per chi faceva il turno di notte, un momento di spensieratezza!”.

Insomma, la questione è complessa, quasi come l’ultima domanda di Bernand: “Ma non capiamo una cosa: cosa è successo a Manchester United e Ac Milan? Non vincono proprio più…”.

Entrata Paddok Melbourne
Hospitality Scuderia Ferrari
Hospitality Scuderia Ferrari
Hospitality Scuderia Ferrari
Hospitality Scuderia Ferrari
Paddock a Melbourne
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