Il parabrezza Red Bull limita la visuale delle gomme anteriori?
I tecnici della FIA hanno preso tempo per deliberare le nuove soluzioni di protezione della testa dei piloti: ci sarà tempo fino al 1 luglio per sciogliere i dubbi che sono emersi dopo il primo test svolto in pista a Sochi.
Foto di: Red Bull Content Pool
La decisione è già stata presa: la nuova protezione della testa del pilota fa parte del regolamento 2017 di Formula 1, ma molti dubbi permangono sull'effettivo utilizzo dell'Halo o del parabrezza proposto dalla Red Bull Racing sulle macchine del 2017. La scelta definitiva dovrà essere presa in tempo per il 1 luglio, quando i progetti delle nuove monoposto saranno già avviati.
"La Red Bull proverà di nuovo il parabrezza nelle prove libere in Spagna e Monaco - ha detto Whiting - Questa volta speriamo che possano disporre di pannelli antiriflesso, perché ci hanno spiegato che potrebbero esserci problemi su tracciati tipo Monaco o Monza, dove i raggi del sole passano tra i palazzi o gli alberi. E ci sarà anche un rivestimento esterno utile a respingere la pioggia ed evitare che i liquidi rimangano sul parabrezza".
Dopo l'iniziale entusiasmo, cominciano i distinguo su una soluzione che non ha affatto convinto i protagonisti del Circus: Lewis Hamilton ha stroncato la soluzione definendola simile a uno scudo antisommossa.
I tecnici, invece, non pongono questioni di natura estetica, ma guardano di più alla sostanza, tenendo che alcuni aspetti della visibilità siano stati sottostimati, dopo le prime dichiarazioni di Daniel Ricciardo: "Credo che la visibilità fosse buona, anche a livello periferico le strutture non ostacolavano la mia visuale, perché comunque le due traverse sono in linea con gli specchietti. Dunque, non cambia molto rispetto alla normalità. E' qualcosa di diverso, ma questo primo test è andato bene. Piuttosto è un po' strano non sentire l'effetto del vento e il suono del motore che è ancora più attutito".
Chi ha guardato con attenzione le immagini della camera car sostiene che i due supporti che reggono anche gli specchietti in realtà limitano la visione delle ruote anteriori e su tracciati come quello cittadino di Monaco o di Singapore diventa molto difficile trovare il punto di corda di una curva e si rischia di toccare marciapiedi e muretti.
Non solo, ma i dubbi riguardano anche altri aspetti della sicurezza: come può essere l'estricazione di un pilota nell'abitacolo di una monoposto che si è capottata? In che modo dovranno intervenire i commissari di percorso e i medici?
Tutti questi interrogativi hanno un po' placato gli entusiasmi iniziali e la stessa FIA sarebbe entrata in una fase di riflessione su questo tema. E' facile prevedere un rinvio di almeno un anno nell'adozione della protezione della testa chiusa.
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