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Il padre di Jules Bianchi attacca: "I piloti hanno paura di parlare"

Philippe Bianchi ha spiegato che a telecamere spente sono molti a dirgli che a Suzuka nel 2014 ci sono stati degli errori, ma non da parte di suo figlio. Per questo ha deciso di dare vita all'azione legale annunciata contro FIA, FOM e Marussia.

Jules Bianchi, Marussia F1 Team

Foto di: XPB Images

Addetti alla sicurezza al lavoro dopo l'incidente di Jules Bianchi, Marussia F1 Team
Jules Bianchi, Marussia F1 Team alla parata dei piloti
Addetti alla sicurezza al lavoro dopo l'incidente di Jules Bianchi, Marussia F1 Team
Jules Bianchi, Marussia F1 Team MR03 si blocca in frenata
Jules Bianchi, Marussia F1 Team
Jules Bianchi, Marussia F1 Team MR03

La scorsa settimana la famiglia di Jules Bianchi ha annunciato di aver avviato un'azione legale nei confronti di FIA, FOM e Marussia, sostenendo che l'incidente che è costato la vita al pilota francese durante il GP del Giappone del 2014 (in realtà si è spento diversi mesi più tardi, dopo un lungo periodo di coma), nel quale è finito sotto ad un trattore che stava recuperando la Sauber di Adrian Sutil, sarebbe stato evitabile.

In particolare, Philippe Bianchi, il padre di Jules, sottolinea di non trovarsi assolutamente d'accordo con i risultati dell'indagine ordinata dalla FIA, che aveva alla fine scagionato tutte le parti in causa, sostenendo che il problema non era tanto la presenza di un mezzo pesante a bordo pista, quanto il fatto che il pilota transalpino stesse viaggiando ad una velocità non consona ad un tratto con bandiera gialla esposta.

Tra le altre cose, nel papà di Bianchi sembra esserci anche la convizione di non essere l'unico a pensarla così, ma che nel sistema ci sia un po' di timore a parlare: "Un pilota non dirà niente se c'è una telecamera, perché penso che tutti abbiano paura di dire qualcosa. Quando non ci sono telecamere, tutti vengono da me e mi dicono: non è giusto, Jules non ha sbagliato, loro hanno fatto un errore" ha detto in un'intervista rilasciata a Sky Sports News.

Secondo lui poi le persone che hanno indagato sull'accaduto non avrebbero dovuto essere tanto vicine alla Federazione: "Ho tanto rispetto per le persone che hanno fatto parte dell'accident panel, ma si tratta di persone tutte molto vicine alla FIA e ritengo che questo non sia corretto".

Infine, sottolinea come nelle condizioni di bagnato e scarsa visibilità che c'erano quel giorno a Suzuki fosse impossibile attribuire la colpa ad un errore di Jules: "Le condizioni in Giappone erano terribili per tutti i piloti, la luce non era buona. Inoltre pioveva molto forte, quindi non possono dire che Jules ha commesso un errore, non è possibile".

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