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Il motorsport piange l'ex presidente FIA Max Mosley

L'ex presidente della FIA Max Mosley, che per tanti anni è stato la figura più potente nel panorama del motorsport, è morto all'età di 81 anni.

Max Mosley

Steven Tee / Motorsport Images

Il britannico è stato presidente della FIA dal 1993 al 2009, dopo essersi precedentemente ritagliato una carriera di successo come avvocato, pilota amatoriale e fondatore della March Engineering.

Mosley è nato nel 1940, figlio del politico fascita Sir Oswald Mosley e di Lady Diana Mosley, che era una delle famose sorelle Mitford.

Dopo essersi formato come avvocato, Mosley si è dilettato come pilota prima con i prototipi e poi in Formula 2, nella quale era tra coloro che erano al via ad Hockenheim nel 1968, nella corsa in cui perse la vita Jim Clark.

Nel 1969 appese il casco al chiodo e divenne uno dei fondatori della March Engineering, creando quello che divenne uno dei più famosi costruttori di auto da corsa del mondo.

Durante questo periodo, divenne consulente legale della Formula One Constructors Association (FOCA), e contribuì alla stesura del primo Patto della Concordia, che governò la Formula 1 per decenni.

Nel 1986 fu eletto presidente della Commissione deli Costruttori della FISA, e poi divenne presidente della FISA nel 1991.

Come parte di una ristrutturazione dell'organo di governo delle corse, con la FIA che prese il controllo, è stato eletto presidente nel 1993, dopo le dimissioni di Jean-Marie Balestre.

Mosley ha inizianto una grande campagna per migliorare gli standard di sicurezza delle vetture stradali, affrontando poi una crociata simile in F1 dopo la morte di Roland Ratzenberger ed Ayrton Senna nel Gran Premio di San Marino del 1994.

Sulle strade ha portato avanti il miglioramento degli standard dei crash test ed è stato determinante nella promozione del programma europeo di valutazione delle nuove auto (Euro NCAP), che ora è diventato uno standard.

In F1 ha guidato il cambiamento che ha portato le monoposto ad essere più sicure, sia attraverso la riduzione delle prestazioni, che con il miglioramento dei crash test o l'introduzione di dispositivi come il collare HANS.

Nonostante sia stato rieletto per ben tre voltre - nel 1997, nel 2001 e nel 2005 - i suoi mandati non sono stati privi di controversie.

Era un forte alleato di Bernie Ecclestone e i due hanno sempre fatto fronte comune nelle battaglie con i costruttori e le squadre per il controllo della Formula 1.

Fu pesantemente coinvolto anche nella decisione di portare avanti il farsesco Gran Premio degli Stati Uniti del 2005 ad Indianapolis, nel quale tutti le monoposto gommate Michelin furono costrette a ritirarsi prima del via per questioni di sicurezza.

Nel 2007 ci fu poi il caso della "spy story" McLaren, nella quale Mosley aveva assunto una posizione molto dura nei confronti della squadra per il suo coinvolgimento nella vicenda.

L'ultimo mandato di Mosley alla FIA è terminato poco dopo che era finito al centro di uno scandalo mediato lanciato dal News of the World riguardo alle sue abitudini sessuali.

Mosley ha portato il giornale in tribunale e vinto la causa con il giudice che ha riconosciuto una violazione della sua privacy. Ha ottenuto un voto di fiducia dalla FIA dopo questa controversia, ma poi ha scelto di non ricandidarsi alla presidenza per le elezioni del 2009.

Recentemente, Mosley è stato anche il protagonista di un documentario sulla sua vita, che dovrebbe essere reso pubblico al più presto.

Parlando del progetto lo scorso anno, Mosley ha detto: "C'è tutto dentro, compresa la vicenda del News of the World e quello che è successo dopo. L'invervista di Bernie è interessante, perché qualcuno si domanda da che parte stesse quando è uscita questa storia".

"Qualcuno ha chiesto se include il fatto che Hitler fosse ospite al matrimonio dei miei genitori? La risposta è sì. E questo probabilmente rende la cosa interessante".

"Ci sono due o tre elementi che, se decidessi io, probabilmente taglierei. Ma allora modificherei il punto di vista, che ha bisogno di essere indipendente".

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