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Il mio lavoro in Formula 1… capo delle strategie in Sauber

La britannica Ruth Buscombe svolge il ruolo di responsabile strategico all’interno della scuderia elvetica. L’ex ingegnere di Ferrari e Haas parla del suo lavoro, terribilmente esigente, ma assai gratificante.

Ruth Buscombe , Sauber

XPB Images

I mestieri del motorsport

Nel corso della stagione agonistica, Motorsport.com vi porterà all'interno del Circus di F1 facendovi scoprire il dietro alle quinte grazie a interviste esclusive ai protagonisti come ingegneri, meccanici, addetti alla strategia..

Laureata in ingegneria aerospaziale e termodinamica presso l’Università di Cambridge, Ruth Buscombe ha cominciato a muovere i primi passi in Formula 1 grazie alla Ferrari nel 2012, prima di passare alla Haas e ritrovarsi successivamente a lavorare per la scuderia rossocrociata a partire dal settembre 2016.

Il mio lavoro è…

Sono ingegnere senior all’interno del Sauber F1 Team. Il mio lavoro consiste nel prendere le migliori decisioni possibili nel corso del fine settimana di gara. Ciò concerne, ad esempio, la deliberazione del tipo di pneumatici da adottare per ciascuna sessione di prove, in modo da ricavare quante più informazioni possibili. Devo inoltre stabilire qual è il nostro livello di competitività, oltre a valutare se alla vettura debbano essere apportate modifiche. In più mi occupo dell’organizzazione della sessione di qualifica e della messa in atto della strategia durante la gara.

Il programma del mio week end…

Tutto comincia con largo anticipo. Mentre sei impegnato in un Gran Premio sei già orientato verso il prossimo. Per esempio, la scelta delle mescole da adottare va effettuata molte settimane prima del GP. Il vero lavoro comincia infatti nei sette giorni antecedenti la corsa in programma.

Il giovedì iniziamo a presidiare il circuito, dando vita alle prime riunioni con piloti e ingegneri. A loro spiego il programma dettagliato del fine settimana. Il venerdì approfondisco il discorso pista più pneumatici, spiegando loro che cosa bisogna aspettarsi durante l’intero week end della competizione. Tra la prima e la seconda sessione di prove libere, informo tutti i componenti dello staff sul nostro livello di competitività.

A fine giornata teniamo un meeting per i riscontri oggettivi delle scelte fatte. Sabato mattina, invece, dedichiamo anima e corpo alla preparazione della qualifica. Una volta conclusa, cominciamo a pianificare la strategia di corsa, la scelta degli pneumatici e a determinare i pro e i contro della vettura in funzione del set-up deliberato. Durante la gara prendiamo le decisioni basate su quanto effettuato fino al quel momento. Il 98 per cento del lavoro è basato su preparazione e pianificazione.

Pascal Wehrlein, Sauber C36

La cosa più importante del mio lavoro…

Il pit-stop. È il momento cruciale della corsa: è questo il momento opportuno per la sosta oppure no? Se la Safety-Car fa il suo ingresso in pista devo ordinare di tornare ai box o no? Se una delle nostre vetture è alle prese con un duello devo farla rientrare? Niente di tutto questo è figlio della casualità. Tutte le decisioni non sono altro che la somma delle informazioni già in nostro possesso. Nessuna scelta è presa lì per lì, sul momento.

Tre oggetti di cui non posso fare a meno…

Un computer portatile, sicuramente, un muretto dei box per godere di un’ottima vista del tracciato e una buona connessione dati. Se non avessi modo di accedere velocemente alle informazioni della telemetria, della vettura e non fossi nelle condizioni di tenere sotto controllo i riferimenti cronometrici e il posizionamento GPS, sarei totalmente inutile!

Le persone con cui sono costantemente in contatto…

Gli ingegneri e i piloti. Io rispondo al capo ingegnere Xavi Pujolar. È lui che comanda quando le vetture sono in pista. Sono a mia volta costantemente in contatto con gli ingegneri di pista e delle performance. A loro devo spiegare le decisioni prese e le relative motivazioni. Il 50 per cento del mio lavoro è basato sulla matematica, mentre la metà rimanente consiste nell’essere convincente. Se i colleghi con cui ho a che fare non credono nelle mie decisioni nulla andrà per il verso giusto. Tutti dobbiamo necessariamente remare nella stessa direzione.

Quando non sono in pista…

Onestamente mi piace molto viaggiare. Quando non sono in pista per lavoro, cerco di trascorrere più tempo possibile con i miei cari, visti e considerati i continui spostamenti. Solitamente amo uscire a cena con amici e parenti.

Antonio Giovinazzi, Sauber

Senza di me…

La monoposto non si fermerebbe mai ai box (ride, ndr). Credo che se un giorno dovessi essere assente l’équipe non avrebbe problemi. Essere una squadra solida e coesa è uno dei punti forti in Formula 1. Penso che nessuno sia veramente imprescindibile. Siamo una squadra e quando c’è da venirsi incontro siamo pronti a farlo. I soli intoccabili sono i piloti, ai quali è pronto a subentrare un pilota di riserva in caso di imprevisti.

La Formula 1 è…

Tutta la mia vita, tutto il resto viene in secondo piano. Le corse automobilistiche possiedono qualcosa di incredibilmente affascinante. Ci sono veramente pochissimi lavori d’ingegneria che ti permettono di assistere a uno spettacolo come quello del Circus, visto da centinaia di milioni di fan sparsi in tutto il mondo. La Formula 1 per me è ancora il lavoro dei miei sogni. Ho sempre amato mettermi in discussione. Quando prendi una decisione corretta, il risultato lo vedi immediatamente. Il feedback è quasi istantaneo. Mi è sempre piaciuto lavorare sotto pressione e credo che nell’ambito dell’ingegneria non si trovi un lavoro più gratificante.

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