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Il mio lavoro in F.1... Il coordinatore del team di gara

Ci sono persone che non si vedono in TV, ma aiutano la F.1 a fare il proprio show nei weekend di gara. Motorsport.com vi racconta la storia di Geoff Simmonds, che lavora alla Renault come coordinatore del team.

Geoff Simmonds, Renault Sport F1

Geoff Simmonds, Renault Sport F1

Sutton Motorsport Images

Il mio lavoro è...

Io sono un coordinatore del team di gara. Principalmente mi occupo della logistica del team, ma la cosa più importante è lavorare con tutti i reparti per amalgamarli e riparare le eventuali falle che si possono creare nel sistema tra questi. Il mio compito è quello di aiutare tutti a ragazzi a raggiungere il proprio scopo nel corso del fine settimana di gara. Fondamentalmente sono quello che deve fare in modo che tutte le componenti più piccole del team vadano assieme perché tutto possa andare nel migliore dei modi. Sono il collante.

Il mio programma del fine settimana di gara

Il programma dei miei fine settimana di gara è leggermente differente per quanto riguarda le gare extra-europee e quelle europee. Prendiamo ad esempio lo scorso fine settimana in Azerbaijan. Abbiamo preso un volo domenica notte per essere in circuito lunedì. La cosa più importante della prima giornata della settimana è assicurarsi che in circuito ci sia tutto quello che ci serve per iniziare a scaricare il trasporto merci, avendo già tutte le cose pronte per i ragazzi che arrivano in pista il giorno successivo.

Гараж Renault Sport F1 Team

Photo: Sutton Motorsport Images

La stagione è molto lunga, quindi cerchiamo di lasciare i ragazzi a casa quanto più tempo possibile. Dunque tutto deve essere efficiente nel tempo a nostra disposizione. Martedì e mercoledì mi occupo di cose che servono a fare in modo che i ragazzi del team possano entrare in circuito senza ritardi. Inoltre, in quei giorni, inizio a lavorare per gli eventi successivi. Sono sempre una o due gare avanti nell'organizzazione, ci sono e-mail da mandare, telefonate da fare per organizzare la logistica delle gare future.

Appena entriamo nel fine settimana di gara devo essere a disposizione di tutti. Non ho alcuna struttura fissa nel mio lavoro, così come non lo è quella del team di gara. Appena le monoposto del team entrano in pista nelle libere del venerdì, il mio lavoro dovrebbe essere praticamente concluso. In quei momenti, comunque, il mio obiettivo diventa sopperire a eventuali problemi e occuparmi di eventuali modifiche alla tabella di marcia, trovando soluzioni.

A Baku abbiamo ottenuto le informazioni sul ritorno delle merci al giovedì, così abbiamo dovuto informare i ragazzi in fabbrica per far sapere loro quando avrebbero avuto a disposizione la vettura per prepararla per il GP d'Austria. A Silverstone stanno costruendo un nuovo garage, stiamo costruendo attorno a quello tutta la logistica del team. Per noi si tratta di un grande cambiamento, così abbiamo iniziato a lavorare a stretto contatto con il responsabile dei camion del team Phil. Lui mi ha spiegato le sue esigenze e stiamo cercando di fare in modo che tutto possa andare nel migliore dei modi per esaudire i suoi desideri. Parte del mio lavoro si svolge in ufficio, in Inghilterra, ma, allo stesso tempo, sono presente in pista e sempre disponibile per i membri della squadra.

La cosa più importante del mio lavoro…

Essere disponibile. Il mio cellulare è sempre acceso. Io sono il punto di contatto di tutti. Devo essere colui che risolve i problemi. E' il mio lavoro risolvere i problemi. Così, quando ne incontriamo uno, le persone devono sapere che ci sono sempre per poterle aiutare.

 

Uno dei migliori esempi che posso farvi riguarda il GP del Brasile del 2015. Il mio telefono squillò all'una di notte. Era il nostro chef, non si sentiva bene, dunque era mia responsabilità prendersi cura di lui. Stava avendo un attacco di cuore sospetto. Siamo stato fortunati, perché il nostro hotel era vicino all'ospedale, cosè prendemmo un taxi e raggiungemmo la struttura ospedaliera in 5 minuti.

Ho soggiornato in ospedale con lui quella notte, ma la cosa più importante è che sia stato contattabile per tutta la notte. Alla fine abbiamo scoperto che quella fu soltanto un'infezione, ma lui trascorse in ospedale altri 10 giorni e, successivamente, è potuto tornare a casa. Non ho mai sperimentato nulla di simile né prima, né dopo, ma il suo è solo un buon esempio di come possano verificarsi diversi tipi di problemi nel corso del fine settimana.

Tre oggetti di cui non posso fare a meno…

Il mio Surface Microsoft. Non avendo un computer portatile preferisco utilizzare Surface perché si adatta meglio al mio lavoro. Quello è il mio cellulare e il mio taccuino.

Le persone con cui sono sempre in contatto…

Sono in contatto con tutto il team, anche i ragazzi in pit-lane. E' necessario essere in grado di rimanere in contatto con tante persone e queste devono avere sempre la possibilità di essere in contatto con me.

Devi essere quel tipo di persona che è a contatto con la gente, allora il lavoro diventa più facile. In questo modo mi conoscono tutti e sanno che possono chiamarmi se succede qualcosa. Così la mia lista di contatti è lunga e, allo stesso tempo, tutti nel team hanno il mio numero di telefono.

Quando non sono in pista…

Quando sono tornato in fabbrica continuo a fare quello che faccio in pista. Pianificazione, preparazione, ecc...

Паддок

Photo: LAT Images

Comunque non spendo troppo tempo in fabbrica, perché principalmente sono presente in pista. Durante le gare spendiamo circa 10 giorni nei posti che ospitano i GP extra-europei e 7 in quelli europei. Questo fa sì che sia circa 220 giorni lontano da casa, se includiamo i test pre-stagionali e altri eventi. 

Senza di me…

Nessuna posizione è fondamentale nel team. Anche senza di me tutti aiuterebbero tutti, anche dalle altre squadre. Naturalmente siamo tutti rivali in pista, ma dietro i garage l'atmosfera è molto cordiale. Speriamo che la gente capisca quello che facciamo e, anche se non ti vedono, speriamo si percepisca.

La F.1 è…

Davvero incredibile. A volte è un lavoro durissimo, ma tutti lo fanno con una grande passione. Penso che senza la passione non faremmo 20-21 gare e non staremmo oltre 200 giorni lontano da casa. Quindi è una passione vera.

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