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I piloti di F.1 lanciano l'allarme: i sorpassi sono diventati molto difficili

Se Hamilton ha lasciato intendere che si tratti di una questione legata soprattutto al circuito (pensiero condiviso anche da Whiting), Bottas ritiene che ora sia troppo complicato stare vicino alla vettura che ti precede.

Valtteri Bottas, Mercedes-AMG F1 W09 EQ Power+ e Sergio Perez, Force India in lotta

Foto di: Sutton Motorsport Images

Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Max Verstappen, Red Bull Racing RB14 e Fernando Alonso, McLaren MCL33
Valtteri Bottas, Mercedes-AMG F1 W09 EQ Power+ e Sergio Perez, Force India VJM11 in lotta
Charles Leclerc, Sauber C37 e Sergey Sirotkin, Williams FW41
Romain Grosjean, Haas F1 Team VF-18
Romain Grosjean, Haas F1 Team VF-18
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W09, precede Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H, Sebastian Vettel, Ferrari SF71H, Kevin Magnussen, Haas F1 Team VF-18 Ferrari, Max Verstappen, Red Bull Racing RB14 Tag Heuer, e Romain Grosjean, Haas F1 Team VF-18 Ferrari, alla partenza della gara
Charles Leclerc, Sauber C37 Ferrari, lotta con Lance Stroll, Williams FW41 Mercedes
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H, precede Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W09

La gara di Melbourne ha fatto suonare un campanello d’allarme. Nei 58 giri del Gran Premio australiano molti piloti hanno lottato invano per superare avversari visibilmente più lenti, nonostante il supporto delle tre zone DRS a disposizione sul circuito di Albert Park.

Il caso più visibile è stato quello di Lewis Hamilton, che per venti giri ha provato a restare nella scia di Sebastian Vettel senza avere di fatto mai una chance anche solo per provare un attacco. "Siete un paese bellissimo e questa pista mi piace anche – ha dichiarato Hamilton sul podio di Melbourne – ma purtroppo qui non si può sorpassare".

Ma non è il solo Hamilton ad essersi lamentato, perché nella stessa situazione si sono ritrovati Valtteri Bottas, Daniel Ricciardo e Max Verstappen, solo per citare alcuni dei nomi più noti. Il timore che questa generazione di monoposto abbia aumentato le turbolenze per chi segue un avversario c’è, ma soprattutto nel caso di Bottas, c’è anche chi, come Toto Wolff, sostiene che oggi i team di metà schieramento abbiano fatto dei passi avanti, e che le rimonte come abbiamo visto negli ultimi anni non saranno più possibili.

Ipotesi confermata anche dallo stesso Bottas: "Le squadre sono più vicine – ha commentato il finlandese – tutti hanno raggiunto carichi aerodinamici importanti, e le differenze di potenza si sono assottigliate. Sono stato a lungo dietro le Renault, ed è molto più difficile da seguire rispetto allo scorso anno".

L’inputato numero uno è stato però il circuito di Albert Park. Charlie Whiting dopo la gara ha rivelato che esiste da tempo un progetto per modificare il tracciato, ma è tutto fermo sulle scrivanie degli organizzatori australiani: "Due anni fa ho suggerito qualche modifica ai dirigenti dell’AGPC, ma non posso dire molto. Dobbiamo capire che non è semplice, perché dovrebbero riempire una parte del lago che è all’interno del parco, senza dimenticare che si tratta di un’area pubblica, quindi è tutto più complesso rispetto ad un circuito permanente".

La FIA ha cercato una soluzione introducendo una terza sona DRS alla vigilia del weekend di gara (senza grandi risultati) ma la Federazione Internazionale è intenzionata ad andare avanti su questa strada anche su alcuni dei prossimi circuiti.

"Su questo campo abbiamo più margini di manovra – ha chiarito Whiting – ad esempio lo scorso anno a Barcellona dopo la prima giornata di proveci siamo resi conto che la resa del DRS non era eccezionale come nel 2016, quindi abbiamo esteso la lunghezza della zona dove poter utilizzare l’ala mobile. Faremo probabilmente qualcosa del genere anche in Bahrain e a Montreal, ma ci sono anche altre piste che stiamo studiando".

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