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Honda: la scarsa lungimiranza dietro l’addio alla Formula 1

La Casa giapponese darà l'addio alla Formula 1 alla fine del prossimo anno, ma la decisione dei vertici non ha considerato le nuove strade che percorrerà la massima categoria a breve termine e che hanno già convinto gli altri costruttori.

Honda Motorhome nel paddock

Foto di: Andy Hone / Motorsport Images

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L’annuncio a sorpresa della Honda di abbandonare la Formula 1 al termine della prossima stagione ha provocato una serie di riflessioni. Tra le tante si è subito pensato che questo addio abbia minato l’orientamento “green” dei gran premi.

A ben pensare, la giustificazione della scelta fornita della Casa giapponese è stata quella di diventare un costruttore carbon neutral a partire dal 2050 e di fare in modo che entro il 2030 2/3 delle vendite siano rappresentate da veicoli elettrici.

La decisione della Honda è stata interpretata da qualcuno come un chiaro segnale verso i vertici della Formula 1 del poco interesse della Casa verso la direzione dell’ibrido.

Tuttavia, se si scava più a fondo nelle motivazioni che hanno spinto la Honda ad abbandonare la Formula 1 si può capire che il problema non è legato alla direzione che ha preso la massima categoria in tema di motorizzazioni. Più che altro si tratta di un problema specifico dell’azienda che inizia e finisce a Tokyo.

La scelta di Honda è dettata dal fatto che per perseguire il suo intento carbon neutral ha bisogno di tutti gli ingegneri che in questi anni hanno imparato molto sulla tecnologia ibrida. La volontà della Casa giapponese, quindi, è quella di impiegare queste risorse per le proprie ambizioni di mercato. In definitiva si è trattato di una necessità della Honda di deviare le proprie risorse verso il prodotto piuttosto che lanciare un messaggio critico alla Formula 1.

Bisogna poi considerare che la Honda è l’unica Casa ad essere presente soltanto come fornitore di motori e non con un team proprio. I nuovi termini commerciali del Patto della Concordia hanno consentito a team come Mercedes, Renault e Ferrari di ottenere in futuro grandi profitti, mentre in Honda non si è avuto alcun vantaggio da questo nuovo accordo.

La scelta della Casa giapponese per dirottare le risorse verso le vetture stradali è stata semplice. Piuttosto che comprare un team, con un investimento richiesto di 200 milioni di dollari, si è preferito staccare la spina.

Questa scelta, però, riguarda un problema interno alla Honda e non si riflette sugli altri costruttori presenti. Ciò significa che Liberty Media e la FIA non sono per nulla preoccupate dalla direzione presa dalla F1.

Una conferma di questa tesi arriva direttamente dal CEO della Mercedes, Ola Kallenius, che ha parlato a lungo di come Daimler voglia implementare il travaso di tecnologia dalla Formula 1 alle vetture stradali marchiate AMG. Questo legame si estenderà ben oltre la hypercar Project One, vettura dalle prestazioni incredibili e dotata di una power unit di F1.

Nel corso di un briefing con gli investitori per discutere delle strategie di elettrificazione della Mercedes, Kallenius ha dichiarato: “Utilizzare lo sviluppo tecnologico in Formula 1 per i motori ibridi ad alte prestazioni e lo trasferiremo sulle vetture AMG”.

“Con la Project One abbiamo preso la power unit della F1 e la abbiamo installata su una vettura stradale. Per questo motivo per noi sarà naturale sfruttare ancora di più la Formula 1 per il futuro del brand AMG”.

La Formula 1 continua a lavorare per attrarre marchi nuovi ed ha focalizzato la propria attenzione sulle esigenze delle Case. L’obiettivo di diventare carbon neutral entro il 2030 resta prioritario, ma prima di allora, ed entro il 2022, la F1 vuole che si utilizzi almeno il 10% di carburanti sostenibili per poi aumentare questa percentuale al 100% entro il 2030.

Le nuove normative sui motori in arrivo per il 2026 mirano a un'efficienza ancora maggiore di quella attuale e si basano sull'utilizzo di un livello più elevato di carburante sostenibile. Ciò che è chiaro è che non ci sarà un radicale allontanamento dal concetto di motore ibrido che la F1 ha in questo momento, né alcun avvicinamento al concetto di motore completamento elettrico. Inoltre i tempi non sono ancora maturi per pensare di puntare tutto sull'idrogeno.

L’equilibrio tra l’efficienza della parte ibrida con quella termica sembra essere l’obiettivo rilevante per i costruttori nel prossimo decennio piuttosto che concentrarsi su vetture alimentate esclusivamente a batteria.

La Formula 1 non è il posto dove si devono accontentare le richieste attuali delle Case, ma è uno sport all’avanguardia nel quale la ricerca tecnologica deve anticipare i bisogni dei prossimi anni.

Ad inizio anno Ross Brawn aveva dichiarato come percorrere la strada dei carburanti sostenibili avrebbe consentito alla Formula 1 di diventare un’eccellenza per le ricadute sul prodotto.

“Crediamo che la F1 possa diventare la forza trainante. Con l’introduzione di una nuova generazione di bio-carburanti e con i nuovi motori che verranno introdotti dal 2026 abbiamo il diritto di far competere nella serie solo chi è in grado di sfruttare queste tecnologie”.

“Sicuramente questa sarà la linea guida del futuro e tutte le compagnie petrolifere saranno coinvolte in questa scelta perché sanno di dover trovare alternative nei prossimi anni. Noi possiamo diventare il catalizzatore per questo cambiamento”.

Il travaso di tecnologie dalla F1 alle vetture stradali va oltre i motori e le batterie. E’ stato lo stesso Luca De Meo, nuovo CEO di Renault, ad aver sottolineato i vantaggi derivanti dal coinvolgimento in F1 e la Casa francese ha già creato il brand E-Tech per sfruttare sulle vetture di serie la conoscenza derivata dall’utilizzo dei motori ibridi nella massima serie.

“Credo che in futuro l’aerodinamica giocherà un ruolo molto importante per l’auto elettrica, sarà fondamentale per queste vetture, e credo che l’esperienza della Formula 1 sarà fondamentale”.

Sarebbe un enorme errore che credere che l’unico modo per la Formula 1 di dimostrare il suo impegno “green” sia quello di diventare completamente elettrica in futuro. Non si può, infatti, ignorare come al momento la tecnologia delle batterie non è in grado di supportare una monoposto che va a 300 Km/h per due ore.

Si parla molto delle auto elettriche per quel che riguarda il prodotto, ma il loro prezzo e la poca scelta fanno sì che queste vetture non rappresentino la scelta principale per i consumatori, ad eccezione della fascia più alta di mercato.

Nel mondo circolano 1,1 miliardi di vetture sulle strade ed 1 miliardo di queste sono dotate di motore a combustione. Questo fa capire come il mercato delle elettriche rappresenti ancora una parte minoritaria.

Non bisogna poi dimenticare come, secondo gli esperti del settore, affinché un’auto elettrica si totalmente neutra dal punto di vista delle emissioni debba percorrere almeno più di 100.000 Km.

Inoltre, non esiste al momento un modo completamente ecologico di smaltire le batterie una volta che queste sono esauste.

Nonostante l’ossessione per le auto elettriche, specialmente da parte dei governi che costringono i costruttori a percorre questa strada, queste non sono la soluzione per salvaguardare il clima.

Se la F1 può contribuire a sviluppare prodotti in grado di tagliare le percentuali di inquinamento anche di qualche punto, state certi che la ricaduta tecnologica sui miliardi di vetture che circolano nel mondo comporterebbe di sicuro maggiori benefici rispetto a quelli delle auto elettriche.

Questo non vuol dire che gli attuali motori turbo ibridi della F1 siano perfetti, tutt'altro. La mancanza di sound ha creato un grande disappunto tra gli appassionati. L'MGU-K e l'MGU-H si sono rivelati estremamente complessi e costosi da realizzare ed inoltre la F1 ed i produttori coinvolti non sono stati in grado di promuovere bene il prodotto.

Pochissime persone al di fuori della categoria sono consapevoli che le auto di F1 attualmente gareggiano con i motori più efficienti e potenti del mondo, ma questi sono tutti aspetti che possono essere affrontati in previsione del cambio regolamentare previsto per il 2026.

Si deve pensare a come rendere meno costosi i motori ibridi introducendo un budget cap per le power unit; si deve provvedere ad eliminare parte di una tecnologia complessa che non si ritiene indispensabile; si deve pensare a come rendere i motori più rumorosi ma allo stesso tempo altrettanto potenti e continuare ad essere la categoria leader per lo sviluppo dei carburanti sostenibili.

Infine sarà fondamentale far capire all’esterno quanto siano brillanti queste power unit.

La Formula 1 non deve gettare tutto al vento, ma deve spingere su un prodotto carbon neutral che adotti motori ibridi potenti ed in grado di funzionare con carburanti sostenibili di nuova generazione e che utilizzi una tecnologia all’avanguardia per le batterie.

Una visione del genere sarebbe apprezzata sia da fans che dai costruttori ed è la strada che ha deciso di prendere la Formula 1 indipendentemente da ciò che la Honda ha deciso di fare.

Alex Albon, Red Bull Racing RB16
Max Verstappen, Red Bull Racing RB16
Max Verstappen, Red Bull Racing RB16
Max Verstappen, Red Bull Racing RB16
Max Verstappen, Red Bull Racing RB16
Alexander Albon, Red Bull Racing RB16
Alex Albon, Red Bull Racing RB16
Max Verstappen, Red Bull Racing RB16
Max Verstappen, Red Bull Racing RB16
Alex Albon, Red Bull Racing RB16
Max Verstappen, Red Bull Racing RB16
Max Verstappen, Red Bull Racing RB16
Pierre Gasly, AlphaTauri AT01
Pierre Gasly, AlphaTauri AT01
Pierre Gasly, AlphaTauri AT01
Pierre Gasly, AlphaTauri AT01
Pierre Gasly, AlphaTauri AT01
Pierre Gasly, AlphaTauri AT01
Pierre Gasly, AlphaTauri AT01
Pierre Gasly, AlphaTauri AT01
Pierre Gasly, AlphaTauri AT01
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