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Haryanto: "In GP2 lavoravo con due ingegneri, qui con 40 persone"

Nonostante l'incidente che ha interrotto anzitempo la sua giornata di ieri, il nuovo pilota della Manor si è goduto i primi giorni da pilota di Formula 1, soprattutto dopo l'annuncio del suo ingaggio.

Rio Haryanto, Manor Racing MRT05

Foto di: XPB Images

Rio Haryanto, Manor Racing MRT05
Rio Haryanto, Manor Racing
Rio Haryanto, Manor Racing MRT05
Rio Haryanto, Manor Racing MRT05
Rio Haryanto, Manor Racing MRT05
Rio Haryanto, Manor Racing

Rio Haryanto è arrivato a Barcellona per iniziare quella che il ventitreenne indonesiano sa bene essere la chance della vita. È stato l’ultimo pilota ad avere la certezza di essere al via del Mondiale Formula 2016, ed anche l’ultimo nella classifica dei tempi del primo test stagionale. Prima di iniziare a commentare le sue prove, Haryanto ha raccontato i giorni incredibili che ha vissuto in Indonesia prima della partenza per Barcellona.

È stato pazzesco – ha raccontato Haryanto - dopo l’annuncio della Manor un sacco di gente si è radunata sotto casa mia! Sono state scene che di solito si vedono tra le rockstar ed i loro fans, ed on onestamente non ero pronto. Mi hanno anche riferito che il mio sbarco in Formula 1 è stato oggetto di congratulazioni da parte del governo! Ora però è tempo di pensare alla pista”.

I primi due giorni di attività del 2016 non sono stati proprio semplici per Haryanto. Non tanto per i tempi sul giro (il team ha ammesso che il suo programma di lavoro prevedeva notevoli carichi di carburante), quanto per un errore che lo spedito contro le barriere nella giornata di giovedì, arrivato ventiquattrore dopo un altro testacoda. “Non è stato semplice ritrovare gli automatismi – ha spiegato Haryantoper me si è trattato di un vero e proprio esordio dove tutto era nuovo. Avevo provato per pochi chilometri la monoposto del 2015, e posso dire che quella attuale è completamente diversa. Un enorme passo avanti”.

In merito all’uscita di pista – ha spiegato Haryantosono entrato un po’ troppo ‘caldo’ alla curva 4, e purtroppo a causa dell’urto contro le barriere abbiamo concluso in anticipo il programma di lavoro previsto nella sessione pomeridiana. Ma nel turno del mattino sono arrivati riscontri positivi, e ogni cambiamento fatto sulla monoposto ha portato un miglioramento. Cosa mi ha stupito di più di questo test? Il numero di persone con cui un pilota deve lavorare. In GP2 mi interfacciavo con due ingegneri, qui con 30-40 persone”.

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