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Hartley: "Ho chiamato Marko saputo dell'abbandono di Porsche al WEC"

Il neozelandese si appresta a debuttare in Formula 1 con la Toro Rosso STR12 ad Austin in una occasione nata da una chiamata effettuata al manager e consigliere della Red Bull appena saputo della chiusura del programma LMP1.

Brendon Hartley, Porsche Team

JEP / Motorsport Images

Brandon Hartley, Scuderia Toro Rosso
Brendon Hartley e Hans-Joachim Stuck firmano autografi
Il vincitore della gara Brendon Hartley, Epsilon Red Bull Team
Podio: il vincitore della gara Brendon Hartley, Epsilon Red Bull Team
Brendon Hartley, Epsilon Red Bull Team
Brendon Hartley, Epsilon Red Bull Team
Brendon Hartley, Epsilon Red Bull Team
Brendon Hartley, Epsilon Red Bull Team
#2 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Timo Bernhard, Earl Bamber, Brendon Hartley
#2 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Timo Bernhard, Earl Bamber, Brendon Hartley

Brendon Hartley ha rivelato di aver chiamato di persona Helmut Marko una volta che la Porsche ha annunciato il termine del suo programma LMP1 nel FIA World Endurance Championship.

Il neoarrivato in casa Toro Rosso è rimasto sorpreso della possibilità di debuttare in Formula 1 per il Gran Premio degli Stati Uniti, dopo che Carlos Sainz Jr. è passato in Renault e Pierre Gasly impossibilitato a recarsi ad Austin per la concomitanza dell'evento di Suzuka della Super Formula.

Il neozelandese è stato uno dei pupilli di casa Red Bull, che gli ha consentito di vincere il titolo in Formula Renault Eurocup e chiudere al terzo posto in British F3 nel 2008, prima di arrivare ad una separazione nel 2010.

Passato ad altre categorie e infine al progetto LMP1 con Porsche, Hartley ha vinto il titolo 2015 assieme a Mark Webber e Timo Bernhard, aggiudicandosi la 24h di Le Mans quest'anno.

In attesa di salire sulla Toro Rosso, Hartley ha raccontato a Motorsport.com come abbia riallacciato i rapporti con Red Bull parlando con Marko.

"Ho chiamato Helmut una volta saputo che il programma LMP1 sarebbe stato chiuso dicendogli "se c'è una possibilità, io sono pronto". Ha ricevuto il messaggio e oggi sono qui con una occasione arrivata all'ultimo minuto. Sotto certi aspetti è una sorta di pazzia".

Nelle ultime settimane si è allenato al simulatore della Red Bull (cosa che aveva avuto modo di provare con la Mercedes nel 2012) senza avere comunque il sedile assicurato.

"Prima di tutto ho fatto un test al simulatore senza fare troppe domande. Mi hanno semplicemente detto "vieni" e "ok". Non sapevo che ci sarebbe stata la possibilità di correre ad Austin. E' nato tutto molto velocemente, diciamo che non ne sapevo molto di più fino a quando non ha iniziato a parlarne la stampa.

Riguardo le possibilità di rinunciare ad altre categorie per correre in Formula 1, Hartley ha risposto: "Quando ho parlato con le persone ho sempre detto che non era realistico crederci, ma il sogno c'è sempre stato. Ho mai pensato che si sarebbe realizzato? Tre o quattro anni fa no".

"Se avevo la convinzione che potesse accadere quest'anno? Il sogno c'è sempre stato, ma onestamente quando hai 27 anni e vedi che ci sono piloti sempre più giovani, sai che è tutto insicuro. Io ho colto l'occasione e ognuno ha fatto il suo".

"Ora torno in Red Bull come pilota più forte e completo di quando l'ho lasciata. Ho passato momenti difficili, ma mentalmente sono molto più forte e non commetto gli stessi errori di una volta. Sono più preparato che mai come pilota".

Infine Hartley ha chiarito la propria posizione circa un eventuale approdo in IndyCar nel 2018 con Ganassi: "Non voglio guardare troppo avanti", ha risposto, sottolineando che la cosa vale anche per un eventuale conferma a tempo pieno in Toro Rosso.

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