Hamilton: "Vedere le mille persone del team festeggiare mi ha ricaricato"
Hamilton spiega come ha superato la delusione di Malesia e Giappone per ripresentarsi ad Austin con l'intenzione di lottare fino alla fine: "Nella vita non ho mai mollato. Anche senza vittorie ho mantenuto uno stato d'animo positivo".
Per uno sportivo la vittoria è una medicina che allieva qualsiasi sofferenza. Nel caso di Lewis Hamilton il successo conquistato ieri a Austin, il settimo stagionale, è servito per ritornare con serenità sul dopo-Suzuka, quando al termine della corsa lasciò la pista senza presentarsi al tradizionale incontro con i giornalisti.
“Ho provato a mettermi tutto alle spalle – ha raccontato Hamilton ritornando sulla partenza sbagliata in Giappone – ma onestamente ci sono voluti un paio di giorni trascorsi non proprio serenamente. Poi ho svoltato, e sono riuscito a guardare solo avanti".
"E’ stato importante vedere tutto il team, più di 1.000 persone, celebrare il titolo Costruttori, e questo mi ha dato una spinta enorme per ripartire con tranquillità. Sono tornato a lavorare con gli ingegneri, e per la prima volta quest’anno sono arrivato in pista certo che se avessi iniziato al meglio sarebbe andato tutto bene. Ed è successo”.
Hamilton ha ripercorso gli 85 giorni trascorsi dalla sua ultima vittoria (il GP di Germania di fine luglio) analizzando il suo periodo poco felice...
“Ho cercato di mantenere una mentalità positiva ma era già successo che a Spa e Monza avessi il miglior passo del weekend senza poi riuscire a concretizzare il risultato che avrei voluto. Al contrario quello di Singapore non è stato per me un grande fine settimana, così come a Suzuka, ma in Malesia credo di aver fatto un gran lavoro. Quindi anche senza vittorie, ho ancora continuato a mantenere una stato d'animo positivo".
"Anche in vista delle prossime gare so che tutto è possibile. Nel momento in cui si rinuncia allora tutto è finito, ma per tutta la vita non ho mai mollato, anche quando avevo una piccola possibilità. E non inizierò certo a farlo ora”.
Il Lewis in versione Austin è sembrato più rilassato di quello arrivato in Giappone dopo la cocente delusione del motore rotto in gara a Sepang...
“Non credo sia così. E’ stato solo un fine settimana diverso. Naturalmente se fossi arrivato in Giappone reduce da una vittoria a Sepang, sarei stato al settimo cielo, ma sappiamo che non è andata così. Ma mi piace essere in Giappone, ed anche il weekend non era poi iniziato male, visto che in qualifica ho concluso ad un centesimo dalla pole. Poi la partenza è stata un disastro, ma sono alti e bassi che ci stanno nella carriera di uno sportivo, ed io non faccio eccezione".
"Non ho conquistato i campionati che ho nel mio palmares per circostanze fortunate, e non sono arrivato a 50 vittorie in Formula 1 per la buona sorte. E’ il frutto di un lavoro duro ed una dedizione da parte mia e tante altre persone”.
Sul tema delle volate…. Mondiali, è stato chiesto a Hamilton se (a ruoli invertiti) ha ripensato al finale del campionato 2007, quando Raikkonen riuscì nelle ultime due gare a far suo un titolo che sembrava già nella mani del rookie-Lewis:
“Sono altri periodi, ma la storia racconta di casi in cui c’erano dei verdetti che sembravano già scritti, per poi vedere tutto capovolto. Per questo credo che sia importante lavorare e andare avanti con l’approccio che ho avuto lo scorso week end. A questo punto non servono solo le mie performance per arrivare al titolo, non è tutto nelle mie mani. Ma quello che voglio fare, in ogni caso, è concludere la stagione con la certezza di aver fatto il massimo possibile”.
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