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Hamilton rifiuta le scuse di Raikkonen: Lewis scansa Kimi per ben due volte!

Il ferrarista in parco chiuso voleva ammettere la sua colpa per il contatto nel primo giro, ma l'inglese lo ha ignorato. Lo stesso è successo prima del podio: la reazione stizzita di Lewis evidenzia che c'è nervosismo in Mercedes.

Max Verstappen, Red Bull Racing, Kimi Raikkonen, Ferrari, e Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, in griglia di partenza

Max Verstappen, Red Bull Racing, Kimi Raikkonen, Ferrari, e Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, in griglia di partenza

Andrew Hone / Motorsport Images

Kimi Raikkonen, Ferrari, arriva in griglia
Kimi Raikkonen, Ferrari, nella conferenza stampa
Lewis Hamilton, Mercedes-AMG F1 W09, nel parco chiuso
Sebastian Vettel, Ferrari e Kimi Raikkonen, Ferrari, festeggiano nel parco chiuso
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, viene intervistato da Martin Brundle, sul podio
Tifosi a supporto di Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W09, precede Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H
Lewis Hamilton, Mercedes-AMG F1 W09
Lewis Hamilton, Mercedes-AMG F1, Claudio Albertini, ingegnere Ferrari, Sebastian Vettel, Ferrari e Kimi Raikkonen, Ferrari, festeggiano sul podio

“Non sono arrabbiato, perché alla fine se lo fossi non cambierebbe il mio risultato. Ma non sono particolarmente felice, perché avevo una grande possibilità di vincere. Ovviamente tutti possono commettere degli errori, a me è capitato due settimane fa a Monaco, anche se una cosa è sbagliare a 300 chilometri orari, un’altra è colpire una monoposto ferma con un semaforo rosso”. Questo era Kimi Raikkonen, dieci anni fa, dopo aver visto svanire la possibilità di aggiudicarsi il Gran Premio del Canada a causa di una clamorosa tamponata rifilatagli da Lewis Hamilton in pit-lane davanti ad un semaforo bello rosso. Kimi vide sfumare di colpo una vittoria già in tasca, che gli avrebbe consentito di uscire da Montreal leader del Mondiale, e dopo quell’episodio la sua stagione prese una piega negativa.

Con 283 Gran Premi disputati Raikkonen è secondo solo a Fernando Alonso per numero di presenze, e il suo curriculum, oltre al titolo Mondiale conquistato nel 2007, riporta 20 vittorie e 97 podi. Ma soprattutto Kimi è sempre stato un pilota corretto e praticamente mai coinvolto in episodi che hanno scatenato delle polemiche.

Si può valutare in tanti modi la carriera di Iceman, ma non si può mettere in dubbio la sua correttezza. Con quasi 300 Gran Premi sul groppone, nel borsone dei ricordi oltre ai trofei ci sono anche gli errori, ma prima di ieri nessuno aveva mai messo in dubbio la buona vede del ferrarista.

Quanto accaduto ieri a Silverstone ha lasciato un po' di amaro in bocca. Ovviamente è Lewis Hamilton la parte lesa, senza alcun dubbio, ed il primo ad ammetterlo è stato lo stesso Raikkonen:
“Non sono partito benissimo e alla curva 3 ho bloccato la gomma interna, ho perso aderenza e non sono riuscito a rallentare come avrei voluto. Così ho toccato la gomma posteriore di Lewis e purtroppo lui è andato in testacoda”.

Dopo la gara Kimi si è subito scusato con Hamilton prima di salire sul podio, ma nel parco chiuso l’inglese ha rifiutato la stretta di mano del finlandese, scena poi ripetuta sul podio.

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Ci saremmo aspettati un altro copione, ovvero un quattro volte campione del Mondo che davanti al suo pubblico non perdesse la chance di un ‘beau geste’ che avrebbe senza alcun dubbio dato ulteriore spessore alla sua figura di sportivo. Un’opportunità che Hamilton non ha colto, proponendo per una volta un’immagine di sé che stride molto con i messaggi che ama lanciare quasi quotidianamente.

È comprensibile che la sconfitta nella gara di casa bruci, e le fiamme sempre molto intense se la carica emotiva sprigionata è stata forte. Hamilton ieri voleva vincere con tutte le sue forze per la sesta volta l’amata gara di casa, che lo avrebbe fatto diventare il pilota più vittorioso di sempre nel Gran Premio di Gran Bretagna.

La chance è sfumata, per colpe sue ma anche per responsabilità altrui. È tutto vero e documentato. Ma nel nome di una vittoria mancata (e Lewis di Gran Premi ne ha vinti 65), non è proprio giustificata una caduta di stile come quella vista sul podio di Silverstone.

E, soprattutto, non ci sta nei confronti di Kimi Raikkonen, pilota che non sarà più nel fiore dei suoi anni, ma che da quando ha esordito (nel lontano 2001), non ha mai mancato di rispetto a nessun avversario. Kimi è Kimi, con i suoi pregi e difetti, ma non ha un repertorio da pilota scorretto, e men che meno da astuto “premeditatore”.

Ieri a Silverstone ha commesso un errore, da penna rossa, ma la storia finisce li. A portarla avanti, su un terreno improbabile, è stato poi Hamilton, ma né il suo curriculum, né l’euforia dalla gara di casa, giustificano un tale atteggiamento nei confronti di Raikkonen. Semplicemente perché Kimi non lo merita.

Peccato, perché se Hamilton fosse stato capace di tendere la mano sarebbe stato, a modo suo, un successo. Senza punti in classifica e senza valore statistico, ma di grande spessore umano.

Good Bless You, Lewis.

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