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Hamilton perfetto, Verstappen paga tre piccoli errori

La sfida fra i due pretendenti al titolo ha offerto in Portogallo una gara spettacolare e ricca di contenuti tecnici e sportivi. Il minimo sbaglio può spostare l'ago della bilancia da un equilibrio che si spera possa durare fino ad Abu Dhabi. Hamilton ha vinto a Portimao una gara nella quale ha fatto valere tutto il suo valore, mentre Max paga alcune piccole sbavature che hanno avuto un peso nel risultato finale.

Max Verstappen, Red Bull Racing, secondo classificato, si congratula con Lewis Hamilton, Mercedes, primo classificato, al Parc Ferme

Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images

I valori tecnici confermati in questa prima parte di stagione impongono a chi punta alla vittoria la necessità di un lavoro impeccabile. La minima sbavatura, anche la perdita di un solo secondo, può costare il successo di tappa, lasciando spazio a rabbia e rammarichi a chi ha da rimproverarsi piccoli errori che in altri momenti passerebbero del tutto in secondo piano.

In questo contesto Lewis Hamilton sta facendo la differenza. Il campione del mondo è stato fortunato ad Imola riuscendo a riprendere per i capelli una corsa che avrebbe potuto concludere con una zero alla voce bottino di tappa, ma in Bahrain e a Portimao è stato impeccabile, risultando fondamentale per la leadership nella classifica generale dopo tre gare. “Abbiamo visto un’altra gara in cui la guida di Lewis è stata sbalorditiva”, ha commentato Toto Wolff.

La seconda vittoria stagionale ha portato il vantaggio di Hamilton su Max Verstappen ad otto punti, un margine ridotto ma con un grande valore simbolico. La Mercedes non è ancora al massimo della sua forma tecnica, anche se iniziano ad emergere riscontri molto incoraggianti per il gruppo di lavoro di Brackley, come confermato oggi dal passo di Hamilton che Bottas quando hanno montato il set di gomme hard.

In una Mercedes non ancora in grado di fare la differenza sul fronte tecnico, il valore aggiunto è Hamilton. Verstappen ha perso la pole position per un suo errore, in gara ha perso la posizione a favore di Hamilton per un suo errore, ed ha anche ceduto il giro più veloce per un suo errore. È bene sottolineare che non si tratta di errori cruciali, ma lo diventano nel momento in cui un avversario è pronto ad approfittarne trasformando una sbavatura altrui in una grande opportunità.

Dietro la seconda vittoria stagionale di Hamilton c’è anche un lavoro di squadra che nel weekend portoghese è stato perfetto. Valtteri Bottas ha giocato un ruolo molto importante sul risultato finale ottenuto dalla Mercedes, un contributo poco appariscente ma cruciale nell’economia della gara di Hamilton.

Lewis ha superato il compagno di squadra al ventesimo giro, transitando sul traguardo leader con un secondo di vantaggio su Bottas e poco meno di due su Verstappen. Quando la Red Bull dell’olandese è entrata in pit-lane per il cambio gomme (quindici giri dopo) il gap a favore di Hamilton era salito a sei secondi, e questo perché Verstappen ha provato inutilmente a superare Bottas perdendo la possibilità di mantenersi a contatto con Hamilton. Passato alle gomme hard (senza il timore di un undercut da parte della Red Bull) Lewis ha fatto l’Hamilton, chiudendo una pratica perfetta.

La doppietta Mercedes è mancata perché Bottas è stato messo in una condizione non semplice nei confronti di Verstappen. La necessità di tenersi alle spalle l’olandese il più a lungo possibile nel primo stint, ha esposto Valtteri al rischio undercut, come puntualmente avvenuto al giro 35. Un secondo perso durante il pit-stop (il cambio gomme Red Bull è stato fulmineo) ha consentito a Verstappen di arrivare alle spalle della Mercedes numero 77 appena uscita dai box, e tre curve dopo è riuscito a sopravanzarla.

Bottas in questo frangente è sembrato arrendevole nei confronti di Verstappen, ma la Mercedes ha avuto bisogno di un giro e mezzo per portare in temperatura la gomma hard, come poi segnalato a Hamilton poco dopo dal suo ingegnere. E non scopriamo oggi che Bottas nei corpo-a-corpo non è proprio un esempio cristallino di aggressività. Eppure il finlandese una volta portate in temperature le sue gomme ha iniziato un forcing che lo ha riportato nella scia di Verstappen (incitato anche da Toto Wolff in persona) quando un problema ad un sensore ha messo fine alle sue chance di puntare al secondo posto.

La Mercedes ha avuto comunque la possibilità di giocare a due punte, e questo si è rivelato un vantaggio importante contro la Red Bull, al momento ancora in attesa del migliore Sergio Perez. La leadership passa anche attraverso questo aspetto, come molti altri, perché tutto fa la differenza quando serve pochissimo a ribaltare le gerarchie. Questa è la fotografia attuale, ma sia Red Bull che Mercedes nelle rispettive sedi stanno facendo il possibile per cambiarla a loro favore.

Chi osserva dall’esterno è tentato di sperare in un fallimento dei piani bellicosi che potrebbero cambiare i valori in campo, perché la Formula 1 sta offrendo uno spettacolo che non può che appassionare chi segue questo sport. Non ce ne vogliano Hamilton e Verstappen (decisamente più stanchi del solito a fine gara), ma sarebbe entusiasmante arrivare ad Abu Dhabi con la stessa intensità vista in queste prime tre gare stagionali.

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