Hamilton: il muretto Mercedes lo lascia libero e... sbaglia
La Mercedes ha cercato in tutti i modi di contrastare la vittoria di Max Verstappen nel GP del Brasile con una strategia di gara cambiata momento per momento: nel finale Lewis è stato autonomo nelle scelte tattiche e non è sfuggito a un (raro) errore con il contatto su Albon di cui si è poi pentito.
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W10, precede Alexander Albon, Red Bull RB15
Steven Tee / Motorsport Images
La gara della Mercedes non è stata perfetta a Interlagos. Nel retroscena di ieri abbiamo spiegato come mai Hamilton sia stato superato dopo il primo pit stop da Max Verstappen con una velocità di 33 km/h maggiore, mentre ora cerchiamo di analizzare cosa è successo dopo nella gestione della gara dell'esa-campione del mondo.
Il tentativo di undercut della Mercedes a montare sulla monoposto di Hamilton un secondo set di soft (con le medie il plus per scavalcare la Red Bull non sarebbe bastato) e dopo pochi giri Lewis si è subito lamentato della scelta errata di mescola, come poi è stato confermato anche dal box Mercedes. La media sarebbe stata la mescola ideale la seconda parte di gara, ma i piani Mercedes per prendere il comando della corsa hanno cambiato le strategie pianificate prima del via.
‘All in’ con la Safety Car 1
Che la Mercedes avesse un solo obiettivo, ovvero vincere la gara, si è visto anche nei momenti seguenti all’ingresso in pista della seconda Safety Car. Quando a passo ridotto Verstappen ha imboccato il rettilineo principale, l’ingegnere Peter Bonnington ha aperto la radio con Hamilton: “Lewis, fai la scelta opposta rispetto a Max”, ovvero resta in pista se la Red Bull entra ai box o viceversa.
Verstappen ha imboccato la pit-lane e Hamilton ha così proseguito prendendo il momentaneo comando della corsa dietro alla vettura di servizio.
Una leadership che però si è rivelata molto breve, perché Hamilton ha pasticciato nelle fasi di ripartenza, sbagliando la posizione alla curva 11 e dovendo così arrivare in prima marcia all’inizio del rettilineo prima di lanciarsi salita. La gomma soft (fresca) di Verstappen ha avuto la meglio in trazione sulla media usata (e non perfettamente in temperatura) di Hamilton, facilitando la vita dell’olandese che ha ripreso il comando.
Azzardo eccessivo con la Safety Car 2
Nell’ingresso in pista della seconda Safety Car la Mercedes ha visto un’ultima chance per provare un colpo di reni sempre più difficile, ma ha lasciato la scelta a Hamilton: “fai come ti senti”.
Un approccio insolito per la Mercedes, forse messa sotto pressione dai tanti team radio del campione del Mondo non proprio in vena di complimenti.
Gli strateghi erano più propensi per continuare alle spalle di Verstappen dietro la vettura di servizio, ma Hamilton ha subito imboccato la pit-lane, decidendo per il terzo cambio gomme della gara a cinque giri dal termine.
L’esito finale (il contatto con Albon e la successiva penalizzazione) è cosa nota, ma prima ancora dell’episodio incriminato c’è da sottolineare il rischio preso da Hamilton, poiché non era proprio improbabile che la corsa terminasse in regime di SC, pericolo poi scampato.
A Lewis sono rimasti solo due giri per dare la caccia ad Albon e Gasly, e nella foga è arrivato l’errore.
Se Lewis avesse atteso il rettilineo principale avrebbe avuto molte più chance di passare la Red Bull terminando in seconda posizione, ma forse in cuor suo sperava ancora di raggiungere Verstappen, ed aveva molta fretta. Tutto o niente per Lewis, e a Interlagos è stato niente, o quasi.
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