Iscriviti

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Italia

Hamilton: "Guidare una Ferrari che non vince da anni è un peso importante per Seb"

Il cinque volte campione del mondo, Lewis Hamilton, non si vuole ergere su un piedistallo: è onorato di aver raggiunto Juan Manuel Fangio e non pensa ai sette titoli di Michael vivendo giorno per giorno. Ma dimostra grande rispetto per Sebastian Vettel.

Sebastian Vettel, Ferrari SF71H, precede Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W09 EQ Power+

Sebastian Vettel, Ferrari SF71H, precede Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W09 EQ Power+

Zak Mauger / Motorsport Images

Lewis Hamilton, Mercedes-AMG F1 W09 EQ Power+, festeggia nel parco chiuso
Il rivale per il Titolo Sebastian Vettel, Ferrari, si congratula con il vincitore del Mondiale Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1
Juan Manuel Fangio, Mercedes-Benz W 196 R
Hans Herrmann, Juan Manuel Fangio e Karl Kling, Mercedes
Sebastian Vettel, Ferrari, 2° classificato, spruzza lo Champagne sul podio
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Podio: il vincitore della gara Michael Schumacher, Ferrari
Michael Schumacher, Ferrari

Lewis Hamilton come Juan Manuel Fangio. Ma il penta-campione del mondo non ha bisogno di elevarsi di grado per essere celebrato: l’inglese è perfettamente consapevole che siano i risultati in pista a parlare per lui, anche se i suoi numeri oggettivamente lo stanno proiettando nell’Olimpo dell’automobilismo di tutti i tempi.

Hamilton è consapevole della sua forza, come è consapevole di avere alle spalle un team Mercedes inossidabile che per il quinto anno di fila si è portato a casa il mondiale dell’era ibrida, ma non si vuole ergere su un piedistallo ben sapendo che i sette mondiali di Michael Schumacher sono ancora lontani e Sebastian Vettel sarà una bella minaccia per fare in modo che la sua collana di successi non si allunghi ulteriormente.

Non sono il “GOAT”

“Non mi sento tale (“Greatest of all Time”, il migliore di tutti i tempi), a volte utilizzo questo termine ma nei confronti di persone che ammiro. Ma per quanto mi riguarda In questo momento ho ancora tanti obiettivi davanti a me. Ora ne posso spuntare uno di quelli che avevo inserito nella lista delle buone intenzioni di inizio anno, ma non potrei mai classificarmi con il migliore”.

“Ovviamente ho fiducia in me stesso, conosco le mie capacità e il punto in cui mi trovo, ma mio padre mi ha sempre detto ‘fai che la pista parli di te’, quindi cerco di fare in modo che siano i risultati a parlare”.

“E poi li davanti c’è sempre Michael, è lui il GOAT! E se penso a Fangio credo che lui sia il padrino di tutti noi, fare quello che lui ha fatto in un periodo in cui l’automobilismo era così pericoloso, beh, merita il mio massimo rispetto. Per questo mi sento molto onorato di vedere il mio nome al suo fianco”.

“Anche se mi fermassi oggi il nome Hamilton resterebbe li, ma non voglio di certo fermarmi! Quando guido ho ancora quel fuoco sacro che avevo a otto anni in kart, e fino a quando ci sarà, continuerò a fare ciò che amo”.

Seb e gli avversari

“È molto difficile fare una classifica con gli avversari che ho avuto in carriera, e non credo sia una gran cosa confrontare le persone, ognuno ha delle sue caratteristiche. Se provassi a farlo sarebbe un buon titolo per i media, e sicuramente con una chiave di lettura per me negativa, ne sono certo”.

“Seb è un pilota che ha vinto meritatamente 4 titoli Mondiali, ed anche se quest’anno ha avuto dei momenti difficili abbiamo visto in Messico che è di nuovo li davanti. Credo che guidare una Ferrari che non vince da molti anni sia un peso importante da portare sulle spalle, e questa è la dimostrazione di ciò che è un campione”.

“Sono stato molto fortunato a correre contro molti validi piloti, e credo che le differenze che ci separano siano percentuali molto più piccole di quello che si crede. È questo il bello di questo sport”.

I record di Schumacher

“Non ho davvero mai pensato di arrivare un giorno al record dei sette titoli di Michael. Ho sempre cercato di vivere giorno per giorno, stamattina quando mi sono svegliato non ho dato nulla per scontato, e sapevo che oggi sarebbe potuto accadere di tutto!”.

“Si fosse rotto il motore non sarei qui, perché Seb avrebbe potuto vincere la gara. Non voglio dare nulla per scontato, se poi arriverà la possibilità di eguagliare i record di Michael sarà una grande soddisfazione, ma non ho intenzione di dare tutto per questo motivo”.

“Le 91 vittorie sono davvero tante, ed io sono ancora ad una ventina da lui, magari mi avvicinerò, ed anche se un giorno dovessi superarlo non credo che cambierà nulla. Michael è Michael, e sarò sempre un suo fan”.

 

 

Be part of Motorsport community

Join the conversation
Articolo precedente Whiting prepara una nuova direttiva tecnica sui cerchi forati prima del Brasile
Prossimo Articolo GP del Brasile: strategia diversificata in Ferrari. Raikkonen avrà meno Supersoft di Vettel

Top Comments

Non ci sono ancora commenti. Perché non ne scrivi uno?

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Italia