Hamilton: "Cerco di capire dove ieri ho dato un secondo a tutti"
Lewis Hamilton spiega che la sua prestazione straordinaria in qualifica è frutto di un giro seccon con le full wet e con un assetto estremo da asciutto che gli ha reso la vita complicata, ma l'inglese è stato superlativo nel mandare in temperatura le gomme.
Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images
Quando fa così, per gli avversari c’è poco da fare. Quando su una pista a basso carico aerodinamico cade una fitta pioggia, Lewis Hamilton trova il suo habitat naturale, quello in cui riesce a recepire un numero imprecisato di sensazioni che vengono poi elaborate e trasferite a braccia e piedi.
Il risultato è una guida che vista dalla camera on-board sembra quasi ordinaria, rilassata, se non fosse che poi il cronometro conferma cifre che fanno la storia. Per celebrare la sessantanovesima pole position della sua carriera (nuovo record per la Formula 1) Hamilton ha scelto di fare le cose in grande, rifilando almeno un secondo a tutti (oltre due al suo compagno di squadra) grazie ad un giro da antologia.
Il box Mercedes all’inizio della sessione Q3 aveva provato a complicarsi il sabato monzese, decidendo di far entrare in pista sia Hamilton che Bottas con gomme intermedie, nonostante un vistoso aumento della pioggia.
Entrambi i piloti hanno deciso subito di tornare in pit-lane per passare alle full-wet, ma una volta in pista Hamilton (autore subito del crono 1’36”913) ha capito che non sarebbe stata una passeggiata contro Ricciardo e Verstappen.
La Mercedes ha così deciso di montare un secondo set di full-wet. Operazione rischiosa, perché mancando tre minuti al termine delle qualifiche, sia Hamilton che Bottas avevano a disposizione solo un giro lanciato, e (limite ancora maggiore) solo uno per mandare il set in temperatura.
Bottas non ce l’ha fatta, girando lontano dai tempi ottenuti con il primo set, mentre Lewis ha deciso di stupire. Un giro di lancio al massimo, e poi la tornata record: 1’35”554.
“E’ molto difficile trovare le parole per spiegare come mi sento – ha commentato con emozione al termine della sua impresa - sto cercando di capire bene questo secondo di margine che ho avuto su tutti. Ora sono strafelice, ma è stata una giornata difficile e decisamente atipica per l’Italia: è sembrato di essere in Inghilterra! La visibilità era ridotta, sapevo di non poter sbagliare perché avevo solo un giro lanciato a disposizione, sempre nella speranza che non fossero esposte bandiere gialle o rosse. Alla fine è stato un giorno epico su una pista epica. Quando siamo su questi circuito c’è qualcosa in più, e mi sono davvero divertito. La parte che è stata più impegnativa? L’uscita dell'Ascari”.
Mentre Raikkonen ha avuto da ridire sulla resa delle full-wet, Hamilton si è lamentato delle intermedie, confermando una volta di più che ai piloti in fondo piace solo ciò che gli consente di essere al vertice.
“Le intermedie sono un problema per tutti – ha confermato Hamilton – si cerca di trovare la finestra di funzionamento ma al di sotto della temperatura ideale sono di marmo e non lavorano con asfalto. Con le full-wet invece la trazione si è confermata molto migliore, ed avevamo un ottimo grip”.
E giusto per rovinare il sonno agli avversari, Hamilton ha chiarito che dietro la sua performance non c’è stata una scelta di setup favorevole alla pista umida.
“L’assetto è totalmente da asciutto – ha confermato Lewis – e non è stato semplice guidare una monoposto rigida nelle condizioni di oggi. Se fosse stato possibile ammorbidire un po’ il setup la vita sarebbe stata molto più semplice, ma allo stesso tempo è stata una sfida straordinaria. Il record di pole position? Vorrei avere qualcosa di veramente iconico da dire, ma non è semplice…”.
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