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Hamilton: "Amo l'arte: il mio primo quadro è stato un Dalì!"

Lewis Hamilton si racconta a Motorsport.com. Il pilota ha ancora fame di vittorie: "Perdere? Non è contemplato!". Vuole firmare un altro contratto di quattro anni "...ma poi non resterò in F.1".

Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team

Foto di: Mercedes AMG

Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team, con i giornalisti
A Lewis Hamilton Mercedes AMG F1 fan
Mercedes AMG F1 W07 of Lewis Hamilton
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team, firma autografi ai tifosi
Il casco di Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W07 Hybrid with a damaged floor
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team
Azione alla partenza: Nico Rosberg, Mercedes AMG F1 Team W07, Valtteri Bottas, Williams FW38 e Lewis
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team W07
Il Poleman Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team pitlane board
Sebastian Vettel, Ferrari e Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team si stringono la mano nel parco chiu
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team con i tifosi
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team W07
Podium: terzp Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team
Race winner Nico Rosberg, Mercedes AMG F1 celebrates in parc ferme with third placed team mate Lewis
Nico Rosberg, Fernando Alonso, Daniel Ricciardo, Nico Hulkenberg, Valtteri Bottas, Max Verstappen, D
Terzo posto Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team

È un piacere incontrare Lewis Hamilton. A trentuno anni il campione del Mondo di Formula 1 è pienamente cosciente del valore del tempo, e trasmette la sensazione di essere un uomo che vive intensamente ogni giornata, non solo quelle che trascorre in pista.

La sua carriera sportiva basterebbe già per saziare anche il più affamato inseguitore del senso della vita, ma Lewis vuole assaporare ogni giornata, ogni ora, ogni minuto. E nel tempo ha sviluppato una capacità tutta sua di cambiare contesto.

Quando esce dal paddock di Formula 1 e si sfila il pass (anche ai campioni del Mondo è richiesto), entra in un’altra modalità. È sempre lui, Lewis Hamilton, con la sua fama, i suoi tatuaggi e un corredo di preziosi non proprio sobri. Ma è un Lewis che assorbe il mondo come una spugna, che si gode il momento.

Dalla tua vittoria nel 2014 hai mai pensato di poter perdere un titolo?
“Ci ho pensato stamattina… ma in realtà non è qualcosa su cui mi soffermo”.

Se non fossi tu a vincere il titolo 2016, a chi vorresti che andasse? A Nico o a Vettel?
“Non è un’opzione, in nessuno dei due casi, non c’è una vera preferenza. Perdere non è contemplato”.

Hai avuto una prima parte di stagione difficile, pensi che possa rappresentare un problema per il resto dell’anno?
“Onestamente alla vigilia di questo Mondiale non mi sono posto delle aspettative. E’ un po’ come avere qualcuno che ti sta per lanciare una palla e non puoi sapere da che parte andrà. La cosa migliore è essere pronti a tutte le evenienze. Quando provo o mi alleno per la stagione lo faccio per prendere quella palla, mi preparo a tutte le direzioni. Una stagione ha molti modi di cominciare, e ho avuto inizi ben peggiori di quello di quest’anno. Ho dei punti, sono secondo in campionato, e ci sono lati positivi da portare a casa dalle due gare trascorse. Avrei voluto vincere le prime due gare? Certo! Ma non l’ho fatto ed è andata così, non è un problema”.

Si è parlato moltissimo recentemente di regole, politica, futuro della Formula 1, in particolare del sistema di qualifica. E’ questa la Formula 1 che sognavi da bambino?
“Non è sicuramente la Formula 1 che sognavo quand’ero bambino. Stavo guardando Rush l’altro giorno. Questo è il genere di vetture - anche se ovviamente io seguivo le corse di fine anni 80 - che sognavo di guidare. Ora siamo in una versione molto più moderna, ed anche la Formula 1 ovviamente lo è. Però guardo Rush e adoro queste gomme enormi, la leva del cambio, staccare la mano per cambiare, ma anche il fattore-paura, il non sapere cosa sarebbe successo”.

  • Guardo Rush e adoro quelle
    gomme enormi, la leva del cambio
    e il... fattore paura

Ti senti un po’ come James Hunt?
“Non è mai stata una mia aspirazione, e non ho mai desiderato di essere come qualcuno del passato. Forse un giorno ci sarà qualcuno come me, ma non c’è nessuno come James Hunt, o come Niki Lauda, o come Jackie Stewart. Per quanto mi riguarda mi sento me stesso”.

Sei l’unica vera star internazionale della F.1, con il glamour e tutto il resto. Come te lo spieghi?
“Tutti, e intendo proprio tutti, siamo star a nostro modo. Gli altri piloti… beh, non ho una vera risposta. Mi piace divertirmi e sfruttare questa opportunità fantastica per cui la mia famiglia ha lavorato così tanto. Non voglio prendere tutto come se fosse l’insegnamento di un libro. Bisogna apprezzare le cose, fare errori ed imparare da essi. Spendere un po’ di soldi, risparmiare un po’ di soldi, uscire, andare al cinema, allenarsi e lavorare duramente trovando un giusto bilanciamento. Apprezzare i bei panorami, come quelli che abbiamo qui (indicando i giardini adiacenti le hospitality). Sono sicuro che anche gli altri piloti facciano la stessa cosa a loro modo”.

Ogni anno sembra che tu scopra qualcosa di nuovo. Prima la moda, poi la musica…
“L’anno scorso non ho smesso di fare musica, sono semplicemente stato più “sotto coperta”, ed è il motivo per cui ora magari si vedrà di più. C’è voluto tanto tempo per arrivare al punto in cui sono ora. Anche ai tempi della McLaren facevo musica, solo che non c’era niente di particolare da dire… poi bisognava vincere, e poteva sembrare una distrazione. Ora che i titoli li ho vinti posso mostrare che non lo è. La gente fa congetture molto in fretta e gli devi dimostrare che sbagliano".

  • Componevo musica anche
    ai tempi McLaren, ma poteva
    sembrare una distrazione

"La moda mi appassiona da molto tempo, uso un po’ più del mio tempo per andare agli eventi di moda. Non sono molto distratto da quello che dicono di me anche perché so che non conta nulla. So chi sono e come sto gestendo il mio tempo. Ci sono molti addetti ai lavori che ti dicono: ‘Puoi essere solo un pilota di F.1, questa è l’unica cosa che puoi fare, Non puoi avere nessun altro hobby’. Beh, non è vero. Possiamo avere tutti gli hobby che vogliamo, essere bravi a fare quello che vogliamo. Sono bravo nella musica, negli altri sport, ho tanti interessi e mi piace coltivarli”.

E per quanto riguarda l’arte, si tratta di una nuova passione?
“Non è un hobby nuovissimo, ho acquistato la mia prima opera d’arte cinque anni fa. Un Salvador Dalì, il mio artista preferito. L’arte non è facile, bisogna prima imparare bene, così ho studiato un po’ e Dalì è diventato uno dei miei artisti preferiti".

"In realtà il dipinto non lo vedo da circa tre anni perché è in un magazzino… ma ho anche altri pezzi d’arte, e continuo ad imparare nuove cose e anche tornando dall’Australia ho visitato una galleria d’arte. Voglio conoscere nuovi artisti, e trovo affascinati i vari stili. Non voglio solo comprare, ma conoscere e comprare perché qualcosa mi piace, o magari perché può essere un buon investimento”.

Gli amici che hai negli USA, ti aiutano a scoprire nuovi artisti di arte contemporanea?
“Ho diversi amici nel mondo dell’arte. Ad esempio Roger è un collezionista e mi ha aiutato con l’acquisto della prima opera. Riesco grazie a loro ad attingere a nuove idee”.

Come fai con i social qui in Cina, con tutti i divieti governativi che bloccano i maggiori network?
“Beh c’è sempre un modo…”.

Se è vero che perdere non è un’opzione, quali sono i rivali che ti preoccupano di più?
“Non sono preoccupato da nessuno, non è una cosa che porti con te come pilota, e probabilmente nemmeno come pugile, tennista o altro. Non devi avere paura, o meglio non dovresti, e se ce l’hai sei nei guai. Serve la fiducia al cento per cento nelle proprie possibilità. Conosco i punti di forza degli avversari, alcuni sono più forti degli altri, ma principalmente penso a fare il mio lavoro. E anche se c’è qualche preoccupazione, non mi ci concentro troppo”.

Parlando di avversari, credi sia una fortuna avere un pilota come Alonso in McLaren piuttosto che alla Ferrari, magari al posto di Vettel?
“E’ impossibile da dire, non li abbiamo mai visti correre insieme sulla stessa vettura. Forse è una sfortuna per Alonso, che comunque ha preso le sue decisioni come quella di non essere in Ferrari ora che la vettura è molto migliorata. Ma così stanno le cose, Sebastian sta facendo un ottimo lavoro ed è impossibile stabilire chi sarebbe il migliore se avessero la stessa macchina. Sono entrambi eccezionali a loro modo, e ci sono difetti in tutti noi”.

Non sei il tipo di pilota la cui vita è tutta nel Motorsport. Pensi mai a quanti anni vuoi restare ancora in gioco?
“Sì, ci penso. In generale penso al contratto di tre anni attuale, e spero di averne un altro da tre o quattro anni”.

E dopo? Vorresti restare coinvolto nel Motorsport in altri ruoli?
“No. Da quando sono arrivato in Formula 1 la mia intenzione è stata quella di non restare in altri ruoli. Considerando però che questo sport è stato la mia vita per vent’anni, posso solo immaginare che non sarà un cambiamento da poco. Forse il primo anno, dopo aver smesso, avrò delle crisi d’astinenza, vorrò tornare a guidare, o forse il desiderio sparirà per sempre. L’obiettivo, per ogni atleta, è di smettere quando si è ancora al top, ma è difficile trovare il momento giusto, è un gioco d’azzardo. Dici ‘ancora un anno, ancora un anno’ e quando te ne vai… fai schifo. Andarmene al top sarebbe eccezionale, ma non è facile”.

  • Valentino? Penso che voglia
    vincere per poi dire basta.
    Anch'io vorrei lasciare al top

Cosa pensi della situazione di Valentino Rossi?
“Valentino è probabilmente ancora uno dei piloti più forti, penso che abbia ancora quello che serve. Penso che stia cercando di tornare a vincere per poi dire ‘basta’. Di sicuro ha ancora la possibilità di farlo: spero di essere in una posizione simile alla fine della mia carriera”.

Pensi che arriverà un titolo dopo il quale dirai “basta, smetto”?
“Mi piace pensarlo, ma come ho detto è una scommessa. Siamo tutti ingordi, hai appena vinto un titolo, ti senti forte e in salute, sai che avrai la stessa macchina, e sarà ancora buona. Non vuoi fermarti e darla a un altro. E’ una cosa difficilissima da fare. Non so ancora se avrò la forza e la maturità per trovare un modo di uscire da un mondo in cui sono stato fin da quando avevo cinque anni”.

La vita è un insieme di incroci, come nel film "Sliding doors". Ti capita di pensare che se fossi rimasto in McLaren ti saresti ritrovato a partire anche in ultima fila?
“A questo aspetto no. Abbiamo avuto degli anni veramente difficili, con una macchina disastrosa, ma per quanto fossimo in difficoltà siamo sempre riusciti a vincere almeno una gara in ogni campionato. Nel 2012 avevamo un’ottima vettura e penso che avremmo potuto vincere senza i problemi di affidabilità. Quando nel 2013 me ne sono andato pensavo che con un’evoluzione della macchina precedente sarebbe stato l’anno buono per la McLaren, e io me ne stavo andando. Ho pensato che Sergio (Perez) avrebbe avuto la “mia” macchina vincente, ma ho scelto di concentrarmi sul lungo periodo ed è stata la miglior decisione possibile”.

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