Haas: l'impegno di Giovinazzi non distrarrà la squadra
Il team principal della Haas, Gunther Steiner, è fiducioso che le chances della squadra non risentiranno dell'utilizzo del collaudatore Antonio Giovinazzi nelle prove libere del venerdì.
Antonio Giovinazzi, Haas F1 Team
Andrew Hone / Motorsport Images
A partire dal GP di questo fine settimana, Giovinazzi parteciperà a sette sessioni di prove libere del venerdì per la Haas.
Ma con la battaglia a centro gruppo che è sempre più serrata, non concedere tutto il tempo a disposizione ai due titolari Kevin Magnussen e Romain Grosjean, potrebbe complicare per la Haas la possibilità di esprimere il suo massimo potenziale.
Steiner è convinto, però, che Giovinazzi non rappresenterà una distrazione e che, se l'italiano e la squadra faranno bene, allora sarà un'operazione a costo zero.
"Non voglio pretendere che sia un vantaggio per noi, ma credo che se ce la giochiamo in maniera intelligente possiamo gestirla senza perdite. Vogliamo metterlo alla prova in pista, lo scopo è questo".
"Non abbiamo Giovinazzi solo per permettergli di dimostrare che è bravo, gli daremo del lavoro da fare. Ha già guidato la Ferrari, ha fatto delle gare, quindi è in grado di farlo".
"Non sarà un vantaggio, ma dobbiamo fare in modo di uscire senza perdite per i nostri piloti titolari".
Steiner ha spiegato poi che il programma di Giovinazzi fa parte di un'accordo tra la Haas e la Ferrari e che la squadra è particolarmente attenta a dare una chance ai giovani.
"Abbiamo sempre bisogno di vedere la nuova generazione in azione" ha detto. "Dobbiamo dare ai ragazzi un'opportunità, altrimenti c'è rischio di perdere tanti talenti, visto che ora entrare in F.1 è molto difficile".
"E' possibile fare solo due giorni di test all'anno con i rookie oppure girare con una vettura vecchia. E' una cosa molto strana, perché le squadre devono essere in grado di aiutare i giovani talenti, altrimenti rimarranno senza prospettive".
"Vinci o finisci secondo in Formula 2 e poi cosa fai? Guardate Gasly, è dovuto andare in Giappone per correre perché non c'era spazio per lui qui".
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