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Analisi

Haas: ecco perché al team USA non interessa il marchio Maserati

Il patron della squadra americana ha costituito il team di Formula 1 con la chiara intenzione di promuovere le sue macchine utensili nel mondo. La partnership con la Casa del Tridente toglierebbe troppa visibilità al marchio americano.

1954 Maserati A6 GCS

Foto di: Luis Betancourt

Gene Haas, Founder and Chairman, Haas F1 Team
Kevin Magnussen, Haas F1 Team VF-17
Guenther Steiner, Team Principal, Haas F1 Team
Romain Grosjean, Haas F1 Team VF-17
Kevin Magnussen, Haas F1 Team
Maurice Trintignant, Maserati 250F at Eau Rouge

La Maserati in Formula 1 con la Haas? Quella che per il Corriere della Sera è solo una suggestione, per altri è già diventata qualcosa di più. In realtà il Tridente avrebbe dovuto correre in Formula E, ma per il momento non sarà protagonista né in una, né nell’altra categoria. Anche perché i piani di elettrificazione della Casa modenese sembra che siano stati fermati da Sergio Marchionne in persona.

L’annuncio dell’Alfa Romeo Sauber deve aver eccitato la fantasia di qualcuno e sarebbe bellissimo ritrovare il marchio italiano nel Circus, ma non bisogna lasciarsi prendere la mano.

Gene Haas ha messo in piedi la sua squadra americana con una finalità: usare il brand di famiglia per pubblicizzare le sue macchine utensili nel mondo e allargare il mercato ben oltre i confini americani dove la sua tecnologia è già molto apprezzata.

L’imprenditore stelle e strisce anziché investire in campagne pubblicitarie regionali, ha preferito investire 50 milioni di dollari all’anno per sfruttare l’enorme ritorno d’immagine che può derivare dalla Formula 1, l’unica disciplina mondiale a copertura mediatica globale.

E l’abbinamento tecnico con la squadra del Cavallino è servito a dare la cifra tecnica di un accordo che ha permesso a Dallara di realizzare la “Ferrarina”. Un’operazione ben congegnata da Gunther Steiner che ha permesso alla Haas di stare davanti a McLaren e Sauber nella classifica Costruttori, anche se è stata l’ultima squadra arrivata nei GP.

Haas, dunque, vuole restare il title sponsor del suo team, e non ha alcuna intenzione di “imbarcare” un marchio prestigioso come potevano essere Alfa Romeo o Maserati, perché gli avrebbero tolto quella visibilità che, invece, va cercando con l’investimento in Formula 1.

Una scelta sacrosanta per l’imprenditore americano che, altrimenti, avrebbe potuto accontentarsi di far correre il suo team nella NASCAR. Il cordone ombelicale fra la Ferrari e la Haas non si è mai reciso: la VF-17 disponeva della power unit 061, oltre che di cambio, sospensioni e freni della Rossa.

E se uno junior team doveva esserci, aveva senso che questo fosse la Haas, ma la volontà del suo patron di mantenere la totale autonomia nella scelta dei piloti (Romain Grosjean e Kevin Magnussen) unità alla voglia di promuovere i suoi marchi sulla carrozzeria non hanno mai permesso che si aprisse una trattativa per Alfa Romeo, né tanto meno Maserati. E chi si è fatto prendere dalla febbre si curerà con un’aspirina…

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