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Analisi

Haas: "Alla Mercedes non fanno niente, mentre a noi ci picchiano!"

Il titolare della Haas, in attesa dell'appello che verrà discusso oggi a Parigi sull'esclusione di Grosjean dal sesto posto a Monza, è convinto: "Il nostro fondo non dava vantaggi, se non trascurabili, mentre i cerchi con i fori della Mercedes sono stati giudicati legali...".

Gene Haas, proprietario del team Haas F1

Gene Haas, proprietario del team Haas F1

Andrew Hone / Motorsport Images

Guenther Steiner, Team Principal Haas F1 e Gene Haas, fondatore e amministratore, Haas F1 Team
Romain Grosjean, Haas F1 Team
Kevin Magnussen, Haas F1 Team VF-18, precede Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H, e Stoffel Vandoorne, McLaren MCL33
Nose cone and front wing detail of the Kevin Magnussen Haas F1 Team VF-18.

Gene Haas certe decisioni che vengono prese in F1 proprio non le capisce: il titolare della squadra americana, che in appena tre anni si è portata a ridosso dei top team lottando con la Renault per il quarto posto nel mondiale Costruttori, non capisce quale sia la linearità di certe scelte fatte dalla FIA.

Oggi a Parigi nel Tribunale d'Appello della FIA verrà discusso il ricorso che la Haas ha presentato contro l'esclusione di Romain Grosjean dall'ordine di arrivo del GP d'Italia nel quale i francese aveva conquistato un brillante sesto posto. Il piazzamento è saltato a seguito del reclamo presentato nel dopo gara dalla Renault.

La Haas, infatti, non aveva fatto in tempo ad adeguare il T-tray della VF-18 che doveva avere raggi di 50 mm agli angoli dello splitter per ottemperare a una direttiva tecnica che era stata emessa prima del GP di Ungheria. La Federazione Internazionale aveva dato tempo al team USA di mettersi in regola entro Monza, ma i tecnici di Gunther Steiner avevano scritto un lungo carteggio alla FIA per spiegare che la modifica non poteva essere effettuata in tempo per il GP d'Italia dal momento che il team doveva rispettare il periodo di fermo estivo imposto dalle regole.

La Renault, quindi, ha avuto gioco facile nel segnalare con un ricorso che la Haas non era a norma, sebbene la FIA l'abbia fatta correre senza contestarle alcunché alle verifiche tecniche. La squadra americana, quindi, ha impugnato la norma sostenendo che c'erano stati anche gravi vizi procedurali nella decisione che aveva portato all'esclusione di Grosjean a Monza.

Parlando con Motorsport.com, il proprietario del team Haas ha paragonato il caso di Monza alla recente polemica sul Caso Mercedes, visto che il team di Brackley ha fatto correre dei cerchi che disponevano di fori nei distanziali con il mozzo che potenzialmente erano in violazione con il regolamento tecnico di F1 che vieta dei dispositivi aerodinamici mobili.

La FIA ha considerato legali i cerchi, sostenendo che qualunque effetto aerodinamico avesse prodotto era da considerarsi "incidentale". Nel dubbio che la Ferrari potesse presentare un reclamo, la Mercedes ha deciso di non usare i cerchi incriminati negli ultimi due GP...

"Cosa hanno detto alla Mercedes? Che i piccoli fori sui cerchi non avevano  una funzione aerodinamica e l'effetto aerodinamico era da considerarsi trascurabile. Ebbene è la stessa cosa che successa a noi - ha ammesso Haas - l'adeguamento alla regola dello spitter aveva un effetto trascurabile sulle prestazioni".  

"Ma quando si tratta della Mercedes, non li toccano, mentre se si tratta di noi, ci picchiano. Così non va bene!"

L'eventuale success nell'appello potrebbe restituire 10 punti alla Haas, ma la Renault oggi dispone di 30 lunghezze di vantaggio, per cui con due gare da disputare è difficile che possa essere messo in discussione il quarto posto nei Costruttori del team di Enstone.

 

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