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Grande lutto per la Mercedes: è morto Jurgen Hubbert

L'ex dirigente Mercedes Jurgen Hubbert, un uomo chiave per l'ingresso del marchio nel DTM e in Formula 1, è morto all'età di 81 anni.

Professor Jurgen Hubbert,  Daimler Chrysler

Professor Jurgen Hubbert, Daimler Chrysler

Sutton Motorsport Images

E' stato sotto gli occhi di Hubbert che la Mercedes ha unito le forze con la McLaren, creando una partnership che avrebbe portato alla vittoria di due Campionati del Mondo con Mika Hakkinen nel 1998 e nel 1999, e di un terzo con Lewis Hamilton nel 2008.

Nato nel 1939, Hubbert si è laureato in ingegneria all'Università di Stoccarda nel 1965 e nello stesso anno è entrato a far parte della Daimler-Benz.

Si muove rapidamente tra le fila, ricoprendo diversi ruoli di alto livello presso lo stabilimento di Sindelfingen, e nel 1987 diventa membro supplente del consiglio di amministrazione della Mercedes.

Passando in rassegna lo stato dell'azienda, Hubbert decise che il motorsport era la via da seguire. La Mercedes non aveva abbracciato completamente un coinvolgimento ufficiale nelle corse dal 1955, quindi fu un passo enorme.

"Quando ho esaminato la situazione in cui si trovava l'azienda, mi è apparso chiaro che ci eravamo in difficoltà", ha osservato nel 2018. "A causa di un dibattito interno in corso, avevamo trascurato i nostri veicoli. L'obiettivo era quello di diventare un 'Gruppo tecnologico integrato'".

"Speravo che potessimo migliorare l'immagine del marchio attraverso le attività sportive. Mi sono ricordato degli anni Cinquanta, quando ero ancora a scuola e mi sono appassionato a questo sport, e ho anche guardato indietro agli anni Trenta".

"C'erano sempre momenti in cui l'azienda non andava molto bene ed era il motorsport che dava al marchio una spinta in più. In quelle occasioni aveva funzionato, e io avevo in mente una cosa del genere".

La Mercedes fu ufficialmente coinvolta nel rinnovato DTM nel 1988, in parallelo con il crescente supporto alla squadra del Campionato del Mondo Sportscar di Peter Sauber.

Questo si trasformò in un vero e proprio sforzo delle Frecce d'Argento - e portò i titoli costruttori nel 1989 e nel 1990, insieme a una vittoria a Le Mans nella stagione precedente.

Con il ritorno nei Gran Premi all'orizzonte, Hubbert ha assunto l'ex giornalista Norbert Haug per dirigere i programmi motorsport della Mercedes.

Tuttavia, il piano di entrare F1 con il team factory della Sauber - che avrebbe coinvolto Michael Schumacher - è stato accantonato.

Ciononostante, nel 1993-'94 la Mercedes ha continuato a dare alla squadra svizzera un supporto di basso profilo, prima di sostituire la Peugeot come partner per i motori della McLaren nel 1995.

"Non funzionava affatto", ha ricordato Hubbert. "Siamo passati da una battuta d'arresto all'altra. Vetture su cui il motore è esploso sul rettilineo al penultimo giro - e davanti a un pubblico numeroso".

"Poi, nel 1997, Ron [Dennis] disse: 'Sta arrivando, sta arrivando! Si sente l'odore'. E io pensai: 'Di cosa sta parlando?'".

"E poi abbiamo vinto in Australia. Era il 1997 - la prima vittoria della Mercedes - con David Coulthard al volante. E l'anno successivo abbiamo finito come campioni del mondo".

Hubbert ha poi assunto un ruolo più dirigenziale all'interno della Daimler, diventando anche una figura potente dietro le quinte della F1. È stato uno dei protagonisti del GPWC, il tentativo abortito dei costruttori di staccarsi da Bernie Ecclestone.

Ha continuato ad essere un grande sostenitore della McLaren anche dopo il suo ritiro nel 2004.

Durante il suo mandato con la Mercedes ha avuto un grande impatto sulle vetture stradali, supervisionando l'introduzione della classe A, della classe M e della CLK, così come la nascita della gamma Smart.

Ha anche trovato il tempo di intraprendere una carriera accademica, insegnando ingegneria all'Università Tecnica di Karlsruhe.

Rendendo omaggio al suo contributo, l'attuale presidente della Mercedes e della Daimler, Ola Kallenius, ha detto: "Jurgen Hubbert era il signor Mercedes. Con integrità, spirito innovativo e grande successo, ha plasmato Mercedes-Benz per sempre".

"Come leader, è stato in grado di integrare e motivare i suoi team con la passione per la tecnologia e i più alti standard per se stesso".

"E' per sempre sicuro dell'apprezzamento dell'intera famiglia Mercedes. In segno di gratitudine per i suoi molti anni di buon lavoro, onoreremo la sua memoria".

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