Gran Premio del Messico, un po' di storia
Due edizioni, quella del 1965 e del 1990, dalle quali Honda e Ferrari possono trarre ispirazione










La Formula 1 torna in Messico dopo 23 anni di assenza. Era il 1992 quando le monoposto sfrecciarono per l’ultima volta sull’Autodromo Hermanos Rodriguez e da allora molto è cambiato. Macchine, uomini e lo stesso circuito, che è stato rivisto e aggiornato dall’architetto Tilke, non sono ovviamente più gli stessi. Il tempo ha fatto dimenticare che la pista messicana è carica di storia. Lì, sebbene in epoche diverse, due squadre hanno lasciato un ricordo importante, ulteriore sprone per domenica nel tentativo di ripetere quelle imprese.
In casa Honda ricordano bene l’edizione del 1965. In realtà la stagione non stava andando un granché bene, le 2 monoposto RA272, stentavano ad ottenere risultati. Ronnie Bucknum, vide la bandiera a scacchi nelle ultime due gare del campionato e solo poco più fortunato fu l’altro pilota, Richie Ginther, ritiratosi nei Gran Premi di Monaco, Francia, Gran Bretagna e Italia, ma andato a punti in Belgio, Olanda e Stati Uniti. La dea bendata, però, era pronta a restituire quello che aveva tolto: proprio in Messico, penultimo appuntamento della stagione, Richie Ginther centrò il suo primo e unico successo in F1 che valse la prima vittoria di una vettura Honda in Formula 1. La casa di Tokyo non costruisce più le proprie monoposto, fornisce i motori alla McLaren, ma dopo una stagione fatta più di ombre che di luci, chissà se il ricordo di quell’impresa possa far scattare qualcosa nella testa dei membri della squadra nippo-britannica, spingendoli a una magia in favore delle prestazioni di Alonso e Button.
In casa Ferrari, invece, è sicuramente l’edizione del 1990 ad essere ricordata con affetto. Prost e Mansell, a bordo della 641 F1, non furono protagonisti di una sessione di qualifiche esaltante: quarto il pilota britannico, addirittura tredicesimo il francese. Ma la gara raccontò altro… Il “Professore” fu protagonista di una furiosa rimonta, che lo portò al primo posto al giro numero 60, dopo aver sorpassato il rivale di sempre Ayrton Senna, in crisi con le gomme e ritiratosi tre giri dopo. L'impresa del campione del mondo francese non fu l'aspetto più emozionante che accadde in Messico nel corso di quella giornata. Mancano quattro giri alla fine, Mansell è terzo e ha davanti a se la McLaren Honda superstite, quella di Berger. E fu in quel momento che la Ferrari numero 2 ingaggiò uno dei duelli più belli della storia della F1, firmando un sorpasso ai danni del pilota austriaco rimasto negli annali. Nel 1990 Maranello firmò una doppietta in Messico, risultato che manca alla Rossa dal Gran Premio di Germania 2010. E chissà se Vettel e Raikkonen non venga in mente di riguardare i filmati di quella gara per cercare ispirazione.
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