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GP Imola: la qualifica può valere il risultato della gara

Anche se rispetto all'anno scorso è stata modificata la zona DRS, il tracciato sulle rive del Santerno non si presta ai sorpassi (solo sei nel 2020), quindi saranno fondamentali le qualifiche e la strategia, che comunque quasi certamente si indirizzerà su una sosta sola.

Sebastian Vettel, Ferrari SF1000

Sebastian Vettel, Ferrari SF1000

Andy Hone / Motorsport Images

Nella statistica dei sorpassi pubblicata al termine della stagione 2020, la gara disputata ad Imola è stata il fanalino di coda, con soli sei cambi di posizioni, di cui cinque in zona DRS. Le squadre affronteranno le qualifiche di sabato con la stessa ansia che precede le sessioni di Monte Carlo e Singapore, ovvero con la consapevolezza che si tratta di un verdetto molto importante in vista della gara. Le possibilità di recupero non saranno quelle viste due domeniche fa in Bahrain.

Al netto di variabili impreviste come congelamenti della corsa in regime di safety car, le squadre faranno tutto il possibile per evitare una seconda sosta, poiché la pit-lane di Imola è la più lunga dell’intero campionato.

Per percorrere i 528 metri della corsia box (ad 80 km/h) si impiegano ben 24,8 secondi (a cui va aggiunto il tempo della 1) un dato che, abbinato alle difficoltà di sorpasso, scoraggia una strategia aggressiva con un secondo pit-stop.

Sarà però da valutare l’impatto delle modifiche introdotte alla zona DRS sul rettilineo centrale, la cui entrata in funzione è stata anticipata in corrispondenza dell’ingresso in pit-lane, ed anche il detection-point è stato spostato, passando dall’uscita all’ingresso della Rivazza. Ma al di là di potenziali benefici che potrebbero arrivare dal DRS ‘potenziato’, molti team sono convinti che in gara ad Imola non si vedranno grandi rimonte.

“Sarà molto importante la performance sul giro veloce di sabato - ha confermato il team principal della McLaren Andreas Siedl – la pista è molto più stretta rispetto al Bahrain e non si può contare su grandi recuperi in gara”.

In questo quadro la partenza diventa un passaggio cruciale in vista dei 63 giri in programma, e i 605 metri che separano la postazione della pole position dalla staccata della prima curva offriranno la possibilità di guadagnare posizioni.

“In Bahrain la Red Bull si è confermata più competitiva di noi sul giro veloce – ha commentato Toto Wolff – con Max che ha ottenuto un tempo di 0”388 più veloce di Lewis. Stiamo spingendo al massimo per colmare questo divario, ed è una sfida che ci piace. Sappiamo che ad Imola superare è più complicato, e per questo motivo la qualifica e la strategia di gara saranno fondamentali in questo fine settimana”.

Per le squadre che lottano alle spalle del tandem Red Bull e Mercedes, ci sarà anche la sfida di provare a passare il taglio della sessione Q2 con gomme medie, obiettivo che nel 2020 raggiunsero solo le due Mercedes e Verstappen.

Se i valori in campo visti in Bahrain si confermeranno, non è da escludere che anche nel gruppo di centro (McLaren, Ferrari, AlphaTauri, Renault e Alpine) ci sarà chi proverà l’exploit in vista della gara puntando su un set di C3, ovvero la mescola media nel fine settimana di Imola.

A differenza dell’edizione 2020 (quando il weekend fu pianificato su due soli giorni) i team avranno a disposizione le tradizionali tre sessioni di prove libere, e potranno lavorare con più calma sul setup.

Le insidie specifiche di Imola sono legate alla poca uniformità dell’asfalto, che comporta una scelta di compromesso tra la guidabilità della monoposto e l’efficienza aerodinamica. Sotto la lente ci sarà anche l’impianto frenante, molto sollecitato e senza la possibilità di raffreddamento su lunghi rettilinei, ed anche la power unit sarà chiamata ad un lavoro intenso, visto che il 73% del circuito è percorso con l’acceleratore al 100%.

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