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GP d'Italia: ma chi comanda a Monza fra promesse e bluff?

Maroni promette un contributo della Regione Lombardia per salvare il GP se in SIAS ci sarà un suo uomo di fiducia, mentre Capelli vuole Coldani alla direzione di Monza. Ma se i soldi li mette l'ACI, chi è che deve comandare?

La famosa banchina di Monza

Foto di: Mercedes AMG

Pasquale Lattuneddu of the FOM with Dr Angelo Sticchi Damiani, Aci Csai President
Signature Monza kerbs
Dr Angelo Sticchi Damiani, Presidente Aci Csai, Sergio Marchionne,  Presidente Ferrari e CEO Fiat Chrysler Automobiles, Bernie Ecclestone, Matteo Renzi, Primo Ministro Italiano, Gian Luca Galletti, Ministro, Jean Todt,  Presidente FIA
Ivan Capelli, Presidente ACI Milano
Monza circuit atmosphere
I loghi Monza
Ivan Capelli, Presidente ACI Milano, con il casco di Ayrton Senna
Ivan Capelli, Presidente di ACI Milano
Andrea Dell'Orto, SIAS, Presidente del Circuito di Monza

Bernie Ecclestone non vuole perdere il GP d’Italia, ma non è disposto nemmeno a farsi prendere per il naso. Sono mesi che Mister E aspetta che si presenti qualcuno a Londra per firmare il rinnovo del contratto, ma nessuno ha pronti i soldi e nemmeno la penna. La questione, infatti, è ancora in alto mare, ma il grande capo della FOM è disposto ad aspettare ancora un po’ pur di risolvere questa questione che si sta protraendo da troppo tempo, in bizantinismi tipici italiani che sono incomprensibili all’estero.

Ecclestone vuole dare un segnale di tenuta con Monza: assicurare nel calendario della F.1 dei prossimi anni una gara storica e nel contempo lanciare un messaggio ad altri organizzatori che se l’Italia ha rinnovato il contratto alla cifra richiesta (20 milioni di euro), allora anche gli altri si devono attenere agli stessi requisiti minimi, visto che ci sono almeno quattro autodromi in difficoltà.

Baku ha finito i soldi

Baku ha finito i soldi ancora prima della disputa del primo GP dell’Azerbaijan, mentre a Barcellona è cambiato il vento della politica locale e ci sono i primi scricchiolii di chi vorrebbe uscire dal contratto con la FOM, ritenendo la F.1 troppo onerosa, mentre non è un mistero che Hockenheim e Nurburgring facciano fatica in due a mettere insieme il budget di un solo GP. In questo scenario di incertezza è normale che Mister E cerchi di tenersi stretta Monza, una gara che in passato ha goduto di importanti “sconti” e che ora si deve allineare ai valori di mercato.

In questo scenario già di per sé complicato, si inserisce la “sceneggiata” tutta italiana. Dopo mesi di chiacchiere inconcludenti forse è arrivato il momento di fare un po’ di chiarezza. Andando a vedere le carte di chi sta al tavolo e, probabilmente, sta bluffando. Il silenzio in cui si è chiuso Angelo Sticchi Damiani, presidente di ACI Italia, è inspiegabile, visto che è proprio l’uomo che è stato investito dell’incarico di rinnovare l’accordo con Ecclestone dal premier, Matteo Renzi, e dal presidente del CONI, Giovanni Malagò.

Aci Italia ci mette 12,5 milioni di euro

Angelo Sticchi Damiani è stato molto bravo a difendere il GP d’Italia e a salvare il PRA: in un emendamento della Legge di Stabilità sono stati trovati 12,5 milioni di euro all’anno che usciranno dal bilancio dell’ACI per contribuire al rinnovo del contratto di Monza. Una cifra importante, ma non sufficiente a chiudere la pratica.

La SIAS, la società che ha in gestione l’Autodromo di Monza, si era presa l’onere di colmare la cifra mancante, mentre Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia, ha assicurato l’esistenza di un “tesoretto” da 70 milioni di euro da spalmare in dieci anni a tutela del Parco e dell’Autodromo.

La Regione Lombardia era pronta a sostenere i costi per il rifacimento della pista secondo i voleri di Andrea Dell’Orto, ex presidente della SIAS, che voleva riportare le moto sullo stradale cancellando il Curvone per disegnare una nuova bretella sfruttando un pezzo del vecchio raccordo Pirelli. Un progetto che poi è stato bocciato in tutte le sedi: dalle auto ma anche dalle moto.

Regione Lombardia ci mette i soldi mancanti?

Ora Maroni si dichiara disponibile a convertire i soldi utilizzabili solo per il rifacimento dell’impianto anche per pagare una parte del contratto con la FOM. In cambio vuole piazzare un suo uomo di fiducia nel CDA della SIAS, per avere un potere decisionale sulle sorti dell’Autodromo. Cacciato dalla porta (Maroni aveva stretto la mano di Ecclestone dicendo che per lui il contratto del GP d’Italia era già rinnovato, ma non ha mai messo la firma sul pezzo di carta, meritandosi la “scomunica” di Bernie), vuole rientrare dalla finestra.

Con la complicità di Flavio Briatore che ha portato Ecclestone a Milano, Maroni ha incontrato Mister E assicurandogli che questa volta avrebbe fatto la sua parte. E’ davvero così o è l’ennesima sparata elettorale in vista delle amministrative? Che tiri fuori la delibera regionale che permetterebbe di completare il budget di Angelo Sticchi Damiani e la questione potrebbe dirsi chiusa. O quasi…

Maroni vuole un suo uomo in SIAS

Ma Maroni con un investimento di 7 milioni di euro non può andare a picchiare i pugni sul tavolo della SIAS come se fosse il padrone, visto che c’è chi di milioni per il GP d’Italia ne porta 12,5. Sticchi Damiani, allora, dovrebbe andare a vedere il bluff dei notabili della Regione Lombardia, perché il “teatrino elettorale” gli appassionati di Formula 1 se lo risparmierebbero più che volentieri.

Come finirà? Che al dunque i soldi della Regione Lombardia non potranno essere stanziati per il rinnovo del contratto con Ecclestone. Si tornerà, quindi, punto e a capo. La responsabilità, allora, passerà nelle mani di Ivan Capelli, presidente dell’AC Milano, socio che controlla la maggioranza della SIAS. L’ex pilota della Ferrari, votato dal clan di Dell’Orto, sa benissimo che la società di gestione dell’autodromo è con un piede nel baratro. Ha i soldi per organizzare il GP di quest’anno, ma non le risorse per finanziare parte del rinnovo dell’accordo con Mister E.

Capelli vuole Coldani come direttore

Ivan è il depositario del contratto (che è siglato ufficialmente dalla SIAS), ma anche il commentatore dei GP della RAI vuole porre le sue condizioni pur non avendo i soldi. Pretende che alla direzione dell’autodromo vada Marco Coldani, imprenditore e pilota di gare GT e turismo, e non Federico Bendinelli, l’avvocato che era stato invocato da Ecclestone come “uomo di fiducia”.

Coldani faceva parte della cordata di Dell’Orto che ha fallito il suo mandato al punto da essere stato revocato dall’incarico di presidente SIAS. Eppure Capelli non sente ragioni. Ma Ivan nel suo salvadanaio ha i soldi per fare la voce grossa oppure anche lui è solo un “ministro senza portafoglio”? In questo caso non si capisce perché si senta così forte, avendo le polveri bagnate.

Quanto contano le votazioni ACI?

Il motivo è semplice: a settembre ci saranno le votazioni per il rinnovo della presidenza dell’ACI e Sticchi Damiani non vuole andare contro l’AC Milano che da solo controlla circa il 10% dei voti, anche se all’orizzonte non sembrano esserci candidati in grado di oscurare la rielezione del manager pugliese. Insomma s’incrociano una serie di questioni che con il GP d’Italia non ci stanno a dire proprio niente.

Angelo Sticchi Damiani anziché guadagnare tempo (spazientendo Mister E) lasciando recitare a ciascuno la sua parte fino in fondo, farebbe meglio a prendere in mano le redini facendo valere i suoi 12,5 milioni di euro. Di solito nelle società comanda chi paga. Perché il Presidente ACI sa benissimo che una volta finito il “teatrino” della politica e dei politicanti, bisognerà trovare le risorse mancanti per chiudere il contratto…

I ritardi mettono fuori gioco Imola?

Non è che i ritardi nelle decisioni servano anche a mettere fuori gioco Imola, pronta a supportare Monza qualora la SIAS non ce la facesse a trovare i soldi? Il dubbio diventa lecito, visto che i vertici dell’Enzo e Dino Ferrari hanno deciso di uscire dalla scia dell’ACI (con il quale non hanno alcun legame) per fare la propria corsa da soli. Uberto Selvatico Estense è stato in Bahrain per parlare con Ecclestone e mostrare il master plan dei lavori che si vogliono fare in riva al Santerno per rendere l’autodromo emiliano adeguato alla Formula 1.

Ma prolungare l’attesa vuole dire mettere in scacco Imola? Gli interventi di rifacimento dell’impianto non si fanno i due giorni e allungando i tempi anche Formula Imola dovrebbe rinunciare alla Formula 1 sebbene ci siano tutte le risorse per sostenere il progetto. Qualcuno ci vuole spiegare come se ne potrà venire fuori?

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