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GP Austria: Max ipoteca il titolo, Mercedes affoga nei suoi guai

Max Verstappen allunga e va a +32 su Hamilton, che invece affonda a causa di un problema al retrotreno della sua Mercedes W12. Il titolo si invola sempre più nelle mani dell'olandese, mentre la McLaren continua a crescere e si avvicina ai top team.

Max Verstappen, Red Bull Racing, 1° classificato

Foto di: Sam Bloxham / Motorsport Images

Sembrava impossibile fare meglio di una settimana fa, invece per Max Verstappen i verdetti del Gran Premio di Stiria si sono confermati molto più dolci delle aspettative, di per sé già rosee. Sette giorni fa l’olandese aveva incrementato di sei punti il suo margine su Lewis Hamilton, oggi di quattordici. Cambia molto, perché Verstappen ha portato a trentadue lunghezze il suo vantaggio su Hamilton nella classifica di campionato, ipotecando pesantemente la conquista del suo primo titolo Mondiale.

La vittoria di Max è stata ampiamente prevista, ma nessuno poteva ipotizzare che Hamilton sarebbe rimasto giù dal podio, ed è questa la vera notizia di giornata. Lewis stava disputando la gara programmata, ovvero alle spalle di Verstappen dopo essersi portato davanti a Sergio Perez e Lando Norris, che lo precedevano sulla griglia di partenza. Non sarebbe stato un risultato da urlo, ma il massimo bottino di giornata considerando le gerarchie viste in pista a Spielberg.

Poi la doccia fredda, con Hamilton che via-radio ha subito informato i suoi ingegneri di avere un problema al retrotreno della sua monoposto. Un problema che gli stessi ingegneri di Lewis avevano subito visto sui monitor, una perdita di trenta punti di carico aerodinamico, che tradotto in tempo sul giro è risultato un gap di oltre mezzo secondo. Un passaggio su un cordolo ha danneggiato il fondo della monoposto, problema subito avvertito da Hamilton.

Questo imprevisto ha cambiato non poco i piani della squadra. Lewis è stato costretto ad alzare il ritmo con il posteriore che ha perso aderenza, e il muretto box è stato costretto a dare il via libera a Valtteri Bottas (che prima del problema accusato da Hamilton era a circa quattro secondi) per non mettere il finlandese in una posizione rischiosa nei confronti di Lando Norris. Lewis è stato poi richiamato ai box per un cambio gomme non programmato, sia per evitare un cedimento degli pneumatici posteriori (sollecitati più del previsto dal calo di carico) che per scaricare l’incidenza dell’ala anteriore nel tentativo di riequilibrare un po' la monoposto.

Hamilton non ha potuto far nulla per recuperare terreno, e si è dovuto accontentare della quarta posizione finale. “Non credo di aver fatto nulla di diverso dagli altri piloti in pista – ha commentato dopo la bandiera a scacchi – non ho davvero idea di cosa sia successo e dove sia accaduto, ma sulla monoposto c’è un danno non indifferente. Ero secondo, e avrei concluso la corsa in quella posizione senza problemi”.

Per Max prima prova di fuga Mondiale

Dopo nove gare Verstappen ne ha più di una di vantaggio, e questo basterebbe di già a Max e alla Red Bull per arrivare a Silverstone con grande serenità, ma c’è di più. Il modo in cui oggi il leader del Mondiale ha gestito i 71 giri di Spielberg hanno confermato una superiorità assoluta, anche maggiore rispetto a sette giorni fa. Nelle ultime cinque gare sono cambiate piste, mescole e temperature, ma il verdetto è stato sempre lo stesso.

Christian Horner prova a mantenere la calma. “A Silverstone ci aspettiamo una Mercedes molto competitiva – ha commentato il team principal della Red Bull – hanno fatto benissimo negli ultimi sette anni, ma sono certo che torneranno a lottare”. Parole di circostanza? Così sembra, soprattutto osservando ciò che Verstappen è riuscito a fare in pista oggi. La Mercedes porterà nel Gran Premio d’Inghilterra qualche aggiornamento sulle due W12, ma nel team hanno già fatto sapere che non si tratta di novità in grado di ricucire il gap tecnico dalla Red Bull. “Siamo a miglia di distanza da loro – ha commentato Hamilton - quindi abbiamo molto lavoro da fare. Abbiamo bisogno di tutti gli uomini, loro (la Red Bull) hanno apportato molti aggiornamenti in queste ultime gare, noi no, e senza sviluppi il verdetto di oggi rischia di diventare abituale”.

La McLaren si avvicina ai top team

Per una squadra che rischia di abdicare, ce n’è un’altra che sembra ormai pronta ad accedere all’esclusivo club dei top-team, ovvero quello che per decenni è stato l’habitat della McLaren. Norris ha conquistato il terzo podio stagionale, dopo essere scattato dalla prima fila, confermandosi a due secondi da Bottas sotto la bandiera a scacchi. I segnali di crescita della squadra si erano già visti nel 2020, e l’arrivo della power unit Mercedes ha completato un quadro tecnico che sembra essere ormai pronto per ambire a risultati di peso con continuità.

Oggi la McLaren può dare fastidio a Mercedes e Red Bull su alcune piste (Spielberg è tra queste), ma il trend è decisamente in crescita. In questo contesto di incastra perfettamente la figura di Norris, che per la prima volta è salito sul podio senza sfoggiare il sorriso delle grandi occasioni. Lando non ha digerito la penalità di cinque secondi (inflitta per una difesa troppo aggressiva su Sergio Perez nei primi giri) che gli è costata la seconda posizione, e questo la dice lunga sulle ambizioni del pilota inglese.

“In apparenza sono felice – ha commentato Norris – però sotto sotto mica tanto. È stato bello salire sul podio, ma soprattutto essere li a giocarmela con Mercedes e una Red Bull, ma è un po' frustrante pensare che avremmo potuto essere secondi”. Lando si è preso anche i complimenti di Lewis Hamilton in un team radio del campione del Mondo (prontamente trasmesso).

“Non ho ancora sentito il messaggio – ha assicurato Norris - ma lo farò. Per me vuol dire molto essere apprezzato e stimato da un pilota come Lewis”. Non potrebbe essere altrimenti, ma non è neanche scontato che Hamilton si sbilanci in apprezzamenti pubblici di un avversario, per di più durante una gara. Quando la delusione per la seconda piazza mancata sarà sfumata, Lando potrà mettere anche queste parole di un sette volte campione del Mondo nella stanza dei trofei.

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