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Giovinazzi: "Ottimo riscontro essere stato vicino a Grosjean"

Il terzo pilota Ferrari prestato alla Haas è molto soddisfatto del lavoro svolto nella prima sessione di prove libere del GP di Singapore. L'italiano ha imparato un tracciato nuovo completando il programma di lavoro meritandosi i complimenti del team.

Antonio Giovinazzi, Haas F1 Team

Andrew Hone / Motorsport Images

Antonio Giovinazzi, Haas F1 Team VF-17
Antonio Giovinazzi, Haas F1 Team VF-17, is returned to the garage
Antonio Giovinazzi, Haas F1 Team
Antonio Giovinazzi, Haas F1 Team
Antonio Giovinazzi, Haas F1 Team VF-17
Antonio Giovinazzi, Haas F1 Team VF-17
Antonio Giovinazzi, Haas F1 Team VF-17
Antonio Giovinazzi, Haas F1 Team VF-17
Antonio Giovinazzi, Ferrari Test and Reserve Driver
Antonio Giovinazzi, Haas F1 Team Team
Antonio Giovinazzi, Ferrari Test and Reserve Driver  and Marc Gene, Ferrari

A mezzanotte, orario in cui il paddock di Singapore è ancora in piena attività, Antonio Giovinazzi ha sfilato la divisa Haas e indossato quella Ferrari.

Terminata la giornata con il team statunitense, che gli ha messo a disposizione la monoposto di Kevin Magnussen per la sessione FP1, è passato nel box del Cavallino per riprendere il ruolo di terzo pilota.

Sotto le luce artificiali lo scintillio degli occhi è ancora più evidente, e dopo qualche boccone amaro ingoiato nei mesi precedenti Giovinazzi si rilassa e si gode i complimenti arrivati da tanti addetti ai lavori ma soprattutto dal team Haas.

Tornare in pista dopo l’errore di Budapest non deve essere stato semplice. Ma soprattutto a complicare le cose c’era una pista sconosciuta, cittadina e con l’asfalto reso umido da una fitta pioggia caduta al mattino. Non proprio il contesto ideale, ma Giovinazzi ne è emerso molto bene, completando la sessione girando sui tempi di Grosjean e senza la minima sbavatura.

Tutto come previsto?
“Sono molto contento. Ho svolto tutto il lavoro pianificato dalla squadra, e complessivamente credo che la sessione sia andata bene. E’ stata la mia prima volta sul circuito di Singapore, e sono tornato al voltante di una monoposto dopo molto tempo, avendo guidato l’ultima volta ad inizio agosto in un test Pirelli con la Ferrari. E’ sempre molto bello tornare a calarsi in un abitacolo, anche se questa non è la pista più semplice per un rookie, ma a sessione finita non posso che essere contento per quanto ho fatto. Il circuito è molto bello, mi è piaciuto”.

C’era un po’ di pressione dopo l’uscita di pista che aveva terminato in anticipo la tua FP1 di Budapest?
“Considerando la natura di questa pista sono stato molto attento soprattutto nei primi giri, visto che commettere anche un piccolo errore qui vuol dire finire a muro. E le condizioni umide con gomme slick non erano proprio l’ideale".

"Non è stato semplice arrivare al limite, è stato necessario prendere le misure giro dopo giro. Il mio obiettivo era quello di fare il migliore lavoro possibile per la squadra, e restituire la monoposto integra a Kevin mettendogli a disposizione i dati della sessione”.

Ti aspettavi di girare subito sui tempi di Grosjean?
“Ho una grande stima di Romain, lo considero un ottimo pilota, ed essere molto vicino alla sua performance per me è un ottimo riscontro. Ovviamente parliamo di un programma di lavoro nella sessione FP1, ma sono comunque soddisfatto”.

Avete girato con il sole ancora alto, su una pista che anche in versione notturna non fa sconti alla tenuta fisica.
“E’ impegnativo, ma ho avuto qualche precedente in questa tipologia di contesto. Lo scorso anno ho disputato le gare GP2 a Sepang, ed è stato molto, molto difficile. Mi alleno sempre per essere al massimo della forma, ed anche se non è stato facile, non ci sono stati problemi”.

Un pizzico di delusione per non aver potuto scendere in pista con le ultrasoft?
“Mi sarebbe piaciuto, ma anche Romain non le ha utilizzate, non era nel programma di lavoro della squadra. Per me alla fine era importante imparare la pista e fare quello che la squadra mi ha chiesto. Alla fine credo ho avuto le stessa possibilità di Romain, e sono molto contento di questo”.

Ora che hai concluso le prove di Singapore hai messo da parte la delusione per non aver potuto girare a Monza?
“Monza sarebbe stata speciale perché è la mia pista di casa, ed era presente tutta la mia famiglia, così come molti tifosi. Ma dopo aver girato qui a Singapore posso però dire che ho avuto la possibilità di conoscere una pista su cui non si possono fare dei test, quindi è stata un’esperienza importante. Alla fine… si, credo che sia stato meglio girare qui”.

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