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Giovinazzi: "Il crash? Pensavamo che davanti fossero partiti"

Antonio è stato protagonista di un brutto incidente assieme a Sainz, Magnussen e Latifi. La procedura di ripartenza ha creato confusione e innescato l'incidente. Fortunatamente nessun pilota ha riportato danni fisici.

Auto di Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing C39 viene recuperata dai marshal dopo l'incidente

Foto di: Steven Tee / Motorsport Images

Antonio Giovinazzi è stato uno dei protagonisti del brutto incidente avvenuto al Gran Premio di Toscana Ferrari 1000, in seguito alla ripartenza della gara dopo il ritorno in pit lane della Safety Car intervenuta per permettere ai commissari di spostare le vetture incidentate alla Curva 2.

Una volta rientrata ai box la vettura di sicurezza, i piloti di vertice hanno aspettato fino alla linea del traguardo prima di ripartire - proprio come dice il regolamento - mentre alcuni piloti nelle retrovie sono scattati prima del dovuto. Tra questi Nicholas Latifi, partito proprio davanti ad Antonio.

Il pilota della Williams, accortosi di avere Magnussen davanti che ancora non aveva accelerato, ha scartato verso sinistra all'ultimo momento. Giovinazzi, invece, che era vicino a Latifi non ha potuto fare altro che centrare la Haas del danese, innescando un incidente che ha coinvolto anche Latifi e Carlos Sainz.

"Ci siamo trovati in una situazione molto pericolosa", ha spiegato Antonio qualche minuto dopo l'incidente sul rettilineo d'arrivo. "Dietro io, Latifi, ma anche Magnussen stesso e Sainz dietro di me eravamo già full gas, perché pensavamo che il gruppo fosse partito".

"Però a un certo punto ho visto Magnussen inchiodare. Ho cercato di evitarlo ma era impossibile. Eravamo già flat out e vicinissimi. Che sia una lezione per la prossima volta perché questa volta stiamo tutti bene, ma questa situazione può essere molto pericolosa".

Giovinazzi, così come Sainz, ha confermato che a suo avviso la FIA dovrebbe rivedere le procedure di ripartenza dopo l'ingresso di una Safety Car. Quanto visto al Mugello questo pomeriggio, se ripetuto, potrebbe portare a incidenti ben più gravi di quello odierno.

"Credo anche io che si debbano rivedere le procedure di ripartenza dopo una Safety Car. Il leadernon vuole perdere la posizione perché c'è un rettilineo lungo, però non può nemmeno accelerare quando vuole".

"Non so se abbia accelerato prima e poi rallentato, perché da come siamo arrivati noi sembrava così. Davanti sono andati e poi si sono fermati, solo che per noi era troppo tardi. E' da rivedere un po' tutto. Sicuramente questa cosa è da cambiare perché è molto pericoloso".

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