Giovinazzi è pronto per la Formula 1, ora merita una vera chance
Il collaudatore della Ferrari è uscito promosso a pieni voti dalla giornata di test in Ungheria, dimostrando di non avere paura ad essere sempre sotto valutazione. E' giunto il momento di dargli una vera occasione nel Circus.
Foto di: Jerry Andre / Motorsport Images
Sarà anche un test, però che test! Antonio Giovinazzi attendeva da tempo la giornata di prove con la Ferrari SF71H programmata sull’Hungaroring. Uno scenario ormai familiare al ventiquattrenne pugliese: salire in macchina, adattarsi nel miglior tempo possibile ad una monoposto che abitualmente guida un altro pilota, e provare ad impressionare senza però potersi permettere la minima sbavatura.
Una carriera, la sua, che da due anni è costantemente sotto esame, ad ogni apparizione in pista. Ma le valutazioni non hanno mai spaventato Antonio, diventato nel tempo impermeabile ad una pressione che non è amica di chi guida una F1.
La giornata di prove completata oggi a Budapest è di quelle che impressionano, non tanto per il miglior crono di giornata (1’15”648) quanto per la padronanza del contesto. Giovinazzi ha iniziato a spingere prima della pausa pranzo (1’19”648), poi nel primo pomeriggio è sceso a 1’17”807 con mescola media usata.
Al box del Cavallino avevano ovviamente un programma di lavoro ben preciso, e Giovinazzi è tornato in pista con un set di supersoft (1’16”887) e poi ha proseguito con le hypersoft, ottenendo il miglior crono di giornata. Un tempone, visto che il crono di riferimento dello scorso weekend (in condizioni di pista asciutta) è quello ottenuto da Vettel nella FP3 di sabato (1’16”170) con gomma ultrasoft. Il confronto serve solo a dare un ordine di grandezza, ma non è questo il punto, le valutazioni sono altre.
Giovinazzi è pronto, prontissimo, per questa Formula 1. Il test di oggi è un ulteriore conferma che questo ragazzo merita una chance che vada oltre qualche sessione FP1, opportunità che dopo anni iniziano a stare un po' strette. Girare il venerdì mattina dei GP è una chance importante, ma arriva il momento in cui bisogna tirare le somme, ed il giovane della Ferrari di tempo non ne ha ancora molto.
Giovinazzi meriterebbe una stagione da vivere alla pari con gli avversari, iniziando dai test invernali fino alla bandiera a scacchi dell’ultima gara, senza handicap di chilometri e senza quella sensazione da precario che da fine 2016 lo accompagna nel paddock. Poi sarà la pista a dire la sua.
Antonio ha fatto la sua parte, ancora una volta, ora la palla passa a chi può decidere il suo futuro. Ma l’impressione è che se non sarà Giovinazzi a riportare in Formula 1 a tempo pieno quel tricolore in casco e tuta che manca dal 2012, allora dovremo attendere ancora molti, molti anni.
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