Iscriviti

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Italia
Analisi

Giovinazzi: a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca

Sin dalla sua stagione di debutto in Formula 1 Giovinazzi si è regolarmente imposto nel duello in qualifica con Kimi Raikkonen, ma il team ha spesso vanificato le sue prestazioni al sabato con strategie suicide la domenica.

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing C41

Foto di: Steven Tee / Motorsport Images

Motorsport.com contenuti Prime

I migliori contenuti di Motorsport.com Prime, il nostro servizio di sottoscrizione. <a href="https://www.motorsport.com/prime/">Subscribe here</a> per avere accesso a tutti i contenuti.

"Why always me?". Perché sempre io?. Recitava così la maglietta azzurra indossata sotto la divisa di gioco da Mario Balotelli il 23 ottobre 2011, giorno in cui segnò una grande doppietta nel derby di Manchester, quando il suo City travolse 6-1 lo United. Idealmente, da allora, c'è almeno un altro sportivo italiano che potrebbe tranquillamente aver indossato una t-shirt del genere. Stiamo parlando di Antonio Giovinazzi.

Il pilota dell'Alfa Romeo, giunto quest'anno alla terza stagione da pilota titolare in Formula 1 con il team Alfa Romeo Racing, è stato il bersaglio preferito degli errori del suo team sin dalla prima stagione, la 2019, in cui ha corso nel Circus iridato.

Una prova, spesso, non significa nulla. 2 prove iniziano a rappresentare qualcosa di più consistente. Ma tante prove messe assieme in un lasso di tempo non fine a se stesso consegnano un panorama a dir poco sinistro, che racconta di un team di Formula 1 - massima espressione del motorsport - capace di convergere le scelte sbagliate spesso su un unico pilota, andando così a minarne i risultati e, guardando al domani, il curriculum, fondamentale per avere futuro in quello che è una categoria favolosa, ma altrettanto spietata e che concede raramente seconde opportunità.

Le strategie “bizzarre” già nel 2019

A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. Potrebbe sembrare eccessivo citare la celebre frase pronunciata da Giulio Andreotti per descrivere quanto vissuto in queste ultime stagioni da Giovinazzi, ma in realtà calza a pennello.

È sufficiente riavvolgere il nastro dei ricordi e pensare a quanto accaduto a Baku nel 2019. In quella occasione Antonio, al suo primo anno in Formula 1, era riuscito a stupire tutti in qualifica centrando l’ingresso in Q3 e firmando l’ottavo tempo, ma in gara è stato costretto a scattare dalla diciassettesima posizione in griglia a seguito della sostituzione della centralina elettronica.

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing C38

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing C38

Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images

Al via il pilota di Martina Franca è scattato con gomme soft, le stesse utilizzate da Raikkonen (partito dalla pit lane a seguito della squalifica per irregolarità dell’ala anteriore), ma dopo poche tornate entrambi i portacolori del team svizzero hanno comunicato ai box di non avere più aderenza.

La logica avrebbe imposto di richiamare per primo il pilota italiano visto il suo miglior posizionamento in classifica (14°), ma la scuderia, inspiegabilmente, ha deciso di far rientrare il finlandese (17°) al sesto passaggio e solo nella tornata successiva l’italiano.

Il giro in più è costato caro ad Antonio che in pista ha perso ben 4’’ a causa dello scarso grip offerto dalle Pirelli soft. Inoltre, una volta tornato a mordere l’asfalto di Baku, Giovinazzi è precipitato alle spalle di Raikkonnen.

Kimi ha chiuso quella gara in decima piazza, mentre Antonio, complice una strategia suicida, ha tagliato il traguardo in dodicesima posizione con un gap di 5 secondi dal compagno di team.

Altro episodio che è costato caro al pilota di Martina Franca è avvenuto a Suzuka, sempre nel 2019. Per Giovinazzi si trattava della prima esperienza sullo splendido tracciato giapponese, ma il weekend non è iniziato nel migliore dei modi.

Al venerdì, infatti, Antonio è stato costretto a saltare l’intera sessione di FP1 per un problema idraulico, ma questo non ha impedito al vice campione GP2 del 2016 di surclassare Raikkonen in qualifica centrando l’undicesimo tempo e rifilare un decimo all’iridato 2007.

Dopo la partenza il pugliese è riuscito a tenere alle spalle il compagno di squadra, ma anche in questa occasione il team ha optato per una strategia pro Raikkonen. In occasione del primo pit Giovinazzi è stato chiamato ai box tre giri dopo il finlandese, senza che a quest’ultimo, però, riuscisse l’undercut.

Nella seconda metà della corsa la squadra ha deciso di differenziare le strategie, richiamando Kimi ai box al giro 36 per passare dalle hard alle soft, e lasciando in pista Antonio con le gomme dure per puntare ad una sola sosta.

Raikkonen con le soft ha subito migliorato i tempi sul giro, mentre Giovinazzi ha proseguito con la gomma che è progressivamente calata arrivando a tempi sul giro tre secondi più lenti di quelli di Kimi. Soltanto a tre tornate dal termine la squadra ha deciso di richiamare l'italiano ai box, puntualmente dopo aver subito il sorpasso da parte di Raikkonen.

L’ultimo esempio di strategia errata nei confronti di Giovinazzi nel 2019 è accaduto ad Austin. Anche in quel caso in qualifica il pilota di Martina Franca, al debutto sull’impegnativo tracciato statunitense, ha vinto il duello interno con Raikkonen rifilando 2 decimi al finlandese e centrando il sedicesimo crono.

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing C38

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing C38

Photo by: Andrew Hone / Motorsport Images

Il team, però, ha deciso di differenziare le strategie tra i due piloti. Kimi ha montato al via le Pirelli soft, mentre sulla monoposto di Antonio sono state adottate le medie. Una scelta conservativa che non ha pagato.

Raikkonen, nonostante la mescola più morbida, è entrato ai box una prima volta al giro 18 per montare le hard ed infine effettuare una seconda sosta a 15 giri dal termine per adottare nuovamente le Pirelli soft, mentre Giovinazzi, nonostante una gradazione di vantaggio, è stato fatto tornare in pit lane addirittura al diciassettesimo passaggio per montare le hard per poi essere richiamato una seconda volta ai box e concludere la gara sulle soft.

La scelta di partire con le medie si è rivelata penalizzante per Antonio che ha pagato una carenza di grip nel primo stint, cosa invece non occorsa a Raikkonen. Il finlandese ha chiuso in undicesima piazza, mentre il pugliese in quattordicesima.

Stessa musica nel 2020

Anche la scorsa stagione, caratterizzata da una C39 per nulla performante complice anche una power unit Ferrari in debito di potenza, ha visto il team Alfa Romeo Sauber utilizzare due pesi e due misure nelle strategie adottate per Raikkonen e Giovinazzi.

Il primo esempio di una lunga serie di errori si è avuto sin dalla prima gara in Austria. Anche in questo caso in qualifica Antonio ha preceduto il finlandese ottenendo il diciottesimo crono ed al via Giovinazzi, autore di una partenza capolavoro, è subito riuscito a recuperare quattro posizioni.

Nel corso della gara, però, il team ha preso una decisione bizzarra. Quando è entrata in pista per la penultima volta la safety car il team non ha richiamato ai box entrambi i piloti ma solo Raikkonen, sebbene Giovinazzi fosse davanti al campione del mondo 2007.

Una decisione spiazzante che ha penalizzato notevolmente il pilota pugliese sino a quel momento meglio piazzato in classifica. Antonio, complice anche una gara tormentata da ben 3 safety car, è stato però bravo a non mollare e ad estrarre il massimo dalla sua monoposto sino a chiudere in nona piazza, mentre Raikkonen è stato costretto al ritiro a causa dell’errato fissaggio dell’anteriore destra volata via all’ultima curva.

Altro grave errore di strategia, l’ennesimo ai danni del pilota di Martina Franca, è avvenuto in Ungheria. In una gara caratterizzata dal meteo incerto, tutti i piloti sono partiti con gomme intermedie, ma quando l’asfalto dell’Hungaroring si è rapidamente asciugato la maggior parte dei team ha richiamato ai box le vetture per adottare le Pirelli medie.

Anche in questo caso in casa Alfa Romeo Sauber si è deciso di differenziare la strategia tra i due piloti premiando Kimi Raikkonen. Il finlandese è entrato in pit lane al giro numero 3 per montare gomme a mescola media ed infine ha effettuato l’ultima sosta al trentatreesimo passaggio per adottare le Pirelli Hard.

Per Giovinazzi, invece, si è scelta una strategia suicida (identica a quella adottata dalla Ferrari con Leclerc). Antonio è rientrato ai box un giro dopo Raikkonen e sulla sua monoposto sono state montate delle Pirelli soft che si sono rapidamente usurate sino a costringere il pilota italiano ad una nuova sosta al giro 20 per passare alle gomme medie.

Antonio ha poi dovuto effettuare un ultimo stop al giro al giro 40 per montare le Pirelli hard e precipitare così, a causa delle tre soste, in diciassettesima posizione davanti soltanto alle Williams di Russell e Latifi.

Alla lunga lista degli errori capitati nel 2020 si potrebbe anche aggiungere l’errata chiamata ai box di Giovinazzi a Monza quando la pit lane era chiusa, ma in questo caso giustifichiamo il team per aver commesso la stessa ingenuità della Mercedes con Lewis Hamilton.

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing C39 si ferma per la penalità

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing C39 si ferma per la penalità

Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images

Quanto accaduto recentemente in Bahrain, con il team che ha montato erroneamente tre gomme hard ed una media facendo così perdere ad Antonio 10 preziosi secondi e la possibilità di poter puntare al decimo posto, ha però dell’incredibile e lascia oggettivamente spiazzati.

La C41 calzata come un guanto

Che Antonio si sia trovato subito bene con la C41 non è affatto un segreto. Modificata all'anteriore grazie al gettone di sviluppo speso tra quelli a disposizione per il 2021, Alfa ha consegnato ai piloti una monoposto molto più facile da guidare, più precisa all'anteriore, che per lo stile di guida del pugliese sembra essere fatta su misura.

“Sono contento del lavoro fatto nelle prove di Sakhir. Per quanto siano pur sempre dei test, credo che il primo approccio con la monoposto sia comunque importante, e al netto delle condizioni molto difficili con vento e sabbia, che hanno condizionato il lavoro soprattutto nel primo giorno, non ho mai avuto problemi particolari, anzi, anche in condizioni difficili la macchia si è confermata sincera e si guida con piacere. Direi che si tratta di un progetto nato bene, e possiamo ritenerci soddisfatti del lavoro di preparazione alla stagione”, aveva detto Giovinazzi dopo i test di Sakhir.

"L’anteriore della monoposto è più reattivo, soprattutto nei tratti a bassa velocità, e in generale la sensazione è positiva in ogni tipologia di curve. Ad oggi mi sembra un buon lavoro, ma è giusto attendere la prima qualifica della stagione per farsi un’idea precisa dei valori in campo”.

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing C41

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing C41

Photo by: Charles Coates / Motorsport Images

E la prima qualifica della stagione ha parlato chiaro: Antonio è riuscito a rifilare mezzo secondo al compagno di squadra Kimi Raikkonen e a sfiorare per pochi centesimi l'ingresso in Q3. Un risultato impensabile nel 2020, segno di un ottimo lavoro fatto dal reparto progettazione di Hinwil che, però, dovrà essere seguito da quello del team che andrà in pista nei fine settimana di gara.

Non è solo questione di monoposto. Perché i miglioramenti si sono visti - e non poco - anche in termini di potenza sprigionata dalla power unit Ferrari, tornata competitiva dopo un 2020 in sordina a causa dell'accordo segreto tra la Casa di Maranello e la FIA, raggiunto durante i test di Barcellona dello scorso anno.

"La power unit è migliorata, è stata una sensazione immediata, e questo ci darà indubbiamente una mano per avvicinarci agli avversari che lo scorso anno ci hanno preceduto nel mondiale Costruttori”.

"Per cogliere un’opportunità devi avere una buona monoposto, ed è questo il nostro obiettivo. Avvicinarci alle squadre di centrocampo, e farci trovare il più possibile pronti a cogliere una chance”.

Serve un'Alfa a 2 punte

Kimi Raikkonen è certamente il pilota di riferimento di Alfa Romeo Racing per palmarès, ma anche per esperienza e... marketing. E' infatti il campione del mondo 2007 il volto dell'Alfa Romeo nelle pubblicità da un paio d'anni a questa parte. E' un dato di fatto inoppugnabile e, va detto, anche comprensibile, tenendo in considerazione esclusivamente l'aspetto legato alle vendite di vetture stradali della Casa del biscione.

Lo sport, al giorno d'oggi, non è solo sport. Ma l'aspetto agonistico non va mai sottolineato. La crescita di Giovinazzi dovrà essere accolta dalla squadra come un'ulteriore opportunità per poter ottenere grandi risultati e mettere ulteriormente in mostra un marchio rimasto sopito per troppo tempo in casa FIAT prima e FCA poi.

La speranza è che a Hinwil si accorgano che oltre al potenziale in qualifica (il mezzo secondo rifilato a Raikkonen in Bahrain ne è una prova evidente, ndr.) Giovinazzi ha tanto da dire anche in gara. Basterebbe semplicemente non danneggiarlo con strategie suicide.

Be part of Motorsport community

Join the conversation
Articolo precedente Mercedes: quel pit di Bottas con la pistola... automatica
Prossimo Articolo Norris: "Col mio vecchio stile di guida mi stavo punendo"

Top Comments

Non ci sono ancora commenti. Perché non ne scrivi uno?

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Italia