Gasly: "La F1 dovrebbe affrontare il problema dello spray"
Il pilota dell'AlphaTauri ha sollevato un problema che la F1 ha ormai da diverso tempo: lo spray alzato dalle vetture davanti che rendono la visibilità di chi è dietro pressoché nulla quando piove.

A due giorni dal termine del Gran Premio del Belgio 2021 di Formula 1, che sarà probabilmente ricordato come una delle pagine più nere della classe regina a ruote scoperte del motorsport, le polemiche per l'accaduto non accennano a placarsi.
La gestione del pomeriggio di gara, quello di domenica, con il rinvio di 3 ore e 17 minuti da parte del direttore di gara Michael Masi e la conseguente scelta di bloccare la gara dopo 3 giri compiuti dietro la Safety Car sono finiti sulla graticola per diversi motivi: l'assegnazione dei punti (metà punteggio per soli 3 giri effettuati), l'incapacità di leggere la situazione dal punto di vista meteo, il non aver ascoltato le richieste dei piloti e non aver - per altro - salvaguardato l'interesse del pubblico accorso allo storico autodromo belga.
Qualche ora dopo il termine della gara, Michael Masi ha annunciato che saranno riviste le regole in vista della prossima stagione. Sarà fatto nei consueti incontri tra F1, FIA e i 10 team, i quali avranno il compito di proporre, valutare ed eventualmente votare cambiamenti che dovranno consentire di modificare il regolamento sportivo ed evitare che si possano ripresentare situazioni sportivamente scabrose come quella di domenica scorsa.
Non è tutto, perché ci sono altre situazioni che dovranno essere prese in considerazione. Una di queste è come permettere ai piloti di tornare a gareggiare sotto la pioggia battente, evitando di farlo dietro a una safety car come avvenuto per tre giri a Spa. Uno dei problemi maggiori della F1 attuale è la visibilità dei piloti che sono in gruppo.
Al termine della gara, Pierre Gasly, ha voluto rimarcare come Masi abbia fatto la scelta corretta, interrompendo la corsa. La visibilità era molto bassa a causa dello spray alzato dalle gomme delle monoposto che lo precedevano in quei tre giri effettuati dietro la vettura di sicurezza.
"Sfortunatamente non credo che ci fossero altre opzioni possibili se non quella adottata, perché la visibilità in gruppo era davvero scarsa. Se una monoposto si fosse fermata in pista per qualche motivo o fosse stata protagonista di un incidente, con molte monoposto alle sue spalle tutti sappiamo quale portata di incidente si sarebbe potuto creare".
"Il problema è che ti affidi sempre a tutti i piloti che hai davanti per rimanere in pista e andare a velocità sostenute. Perché se qualcuno si ferma e tu arrivi alle sue spalle a 200-250 km/h, sarebbe stato un disastro. La nostra visibilità era di circa 30 metri".
"Una volta che vedi la macchina davanti a quella velocità, non hai modo di fermarti. Abbiamo visto già troppe cose orribili su questa pista".
La grande quantità d'acqua sollevata dalle gomme delle F1 permette alle monoposto di avere un buon grip in determinate situazioni, ma impedisce a chi sta dietro di avere una visibilità sufficiente, aumentando non di poco i rischi di gravi incidenti.
A sottolineare questo aspetto è stato proprio Pierre Gasly. Il pilota dell'AlphaTauri ha rimarcato come, nella sua posizione occupata in gara, la visibilità fosse pressoché nulla, mentre i rischi, al contrario, fossero molto alti.
"Penso che dovremmo lavorare per cercare di ridurre gli spruzzi d'acqua alzati dalle monoposto, perché è questo il problema reale. Quando stavo guardando la Medical Car, ovviamente andando a velocità molto più bassa, gli schizzi che alzava erano decisamente minori rispetto ai nostri".
"Quindi penso che questa sia un'area su cui la F1 dovrebbe concentrarsi per i prossimi anni, perché se riduci lo spray hai una qualità migliore della visibilità, ed è una cosa che va bene. Le condizioni sul bagnato possono essere difficili, si può creare acquaplaning, potremmo scivolare o andare molto piano, ma tocca a noi piloti raggiungere il limite del grip possibile. Almeno, però, potremmo vedere davanti a noi. Domenica, il problema, era la visibilità".
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