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Analisi

Gasly: i pro e i contro della permanenza in AlphaTauri

Il pilota francese proseguirà la sua esperienza con AlphaTauri anche nel 2021 ed avrà il compito di essere la guida del team di Faenza. Il mancato ritorno in Red Bull dopo un 2020 spettacolare, però, potrebbe segnare il suo futuro.

Pierre Gasly, Alpha Tauri

Pierre Gasly, Alpha Tauri

Scuderia Alpha Tauri

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Senza dubbio Pierre Gasly è stato uno dei piloti di spicco nella passata stagione di Formula 1. Anche prima della sua incredibile vittoria a Monza, il pilota francese è riuscito con regolarità a lottare nelle posizioni nobili della classifica ed entrare in Q3 facendo così dimenticare la sua disastrosa esperienza in Red Bull.

Proprio la stagione 2019 aveva visto Pierre vivere una seconda parte di campionato decisamente positiva, ed il podio al GP del Brasile aveva fornito a Gasly lo slancio per iniziare al meglio un 2020 all’interno di un team già conosciuto.

Il suo nome, però, non è mai finito sui taccuini di Christian Horner ed Helmut Marko per un ritorno in Red Bull.

La squadra 4 volte campione del mondo ha deciso di dare fiducia ad Alex Albon fino alla fine della stagione, per poi puntare su Sergio Perez come compagno di team di Max Verstappen, mentre Gasly è stato riconfermato in AlphaTauri due mesi dopo la vittoria di Monza.

Verstappen e Gasly sono stati gli unici piloti tra Red Bull ed AlphaTauri a mantenere lo stesso volante del 2020 e questa è sia una buona che una cattiva notizia per il francese.

Di sicuro Pierre ha tratto beneficio dal restare nella stessa squadra che l’aveva accolto a metà 2019. Ha avuto la possibilità di poter lavorare con gli stessi ingegneri che l’avevano aiutato a riemergere dopo la retrocessione dalla Red Bull e si è presentato mentalmente pronto alla stagione 2020.

Pierre ha impressionato in qualifica, ma l’AlphaTauri è stata in grado di realizzare una vettura più indulgente ed in grado di avvertire con maggiore sensibilità le variazioni di set-up a differenza della Red Bull RB16 ben più complessa da un punto di vista aerodinamico ed in grado di essere portata al limite dal solo Max Verstappen.

Un altro motivo che ha contribuito alla rinascita di Gasly è stato l’ottimo rapporto che si è instaurato con il team di Faenza. L’ex Minardi aveva già avuto a che fare con un pilota retrocesso dalla Red Bull nel 2016, ma a differenza di Kvyat, Pierre ha affrontato questa situazione in modo differente.

La solidità mentale con cui il francese ha cercato di ricostruire le sue motivazioni ha contribuito a rafforzare il legame per la stagione 2020. Gasly ha ricevuto il supporto di cui aveva bisogno e Franz Tost ha capito l’importanza di far eccellere sia il suo pilota che il suo team di ingegneri.

Ad eccezione di alcune occasioni – come in Turchia in condizioni particolarmente difficili – il binomio ha sempre mostrato performance di altissimo livello.

Il successo di Monza è stata l’unica occasione in cui Gasly ha visitato il podio nel 2020, ma ci sono stati altri round nei quali Pierre ha brillato nella serratissima lotta del gruppo di metà classifica.

L’AlphaTauri ha una solida reputazione nel far crescere i suoi piloti e per questa ragione non si dovrebbe capire perché Gasly non potrebbe crescere ulteriormente quest’anno avendo la possibilità di correre con la stessa squadra.

Il prossimo passo della sua rinascita sarà quello di diventare la guida del team ed un punto di riferimento per il rookie Tsunoda. E’ stata la stessa AlphaTauri a dichiararlo apertamente.

"Pierre è un pilota di grandi qualità e ora ha anche l'esperienza necessaria per essere un leader sia per la squadra che per Yuki", ha dichiarato Tost. "Ogni pilota si confronta con il proprio compagno di squadra, quindi più quest'ultimo è bravo, più sei spinto a migliorarti".

"Yuki può imparare molto da Pierre sotto molti aspetti, per esempio confrontando i tempi sul giro, l'assetto della macchina, le traiettorie. Tutto questo sarà molto importante, soprattutto su quelle piste che sono nuove per Yuki. Se hai un compagno di squadra forte ed esperto puoi confrontare molti parametri diversi che aiutano a migliorare le tue prestazioni".

Se i due piloti dell’AlphaTauri riusciranno a spingersi a vicenda tutto il team ne trarrà beneficio. Se in passato il vivaio della Red Bull era particolarmente ricco di piloti pronti ad esordire in Formula 1, ora questo numero si è sensibilmente ridotto. Tsunoda, però, è la prova di come  la Red Bull sia ancora in grado di lanciare dei talenti nella massima categoria.

Come tutte le squadre di centro classifica, anche l’AlphaTauri guarda alla rivoluzione regolamentare del 2022 come un’occasione per risalire la classifica ed avere la possibilità di avvicinarsi alla sorella maggiore Red Bull.

Ovviamente non esiste certezza che ciò possa avvenire, ma se i valori si dovessero avvicinare allora la permanenza di Gasly in AlphaTauri non dovrà essere considerato una bocciatura. Pierre ha già dimostrato di avere le capacità per fare la differenza nei momenti critici, prova ne sia non solo il successo nella movimentata gara di Monza, ma anche la serie di sorpassi regalati a Portimao.

In questa situazione, però, c’è un rovescio della medaglia. Per la prima volta del 2007, la Red Bull ha deciso di ingaggiare un pilota al di fuori del suo programma junior ed ha preferito non promuovere nuovamente il francese dal team di Faenza.

Se Perez dovesse essere costantemente vicino a Verstappen quest’anno – cosa altamente probabile visto il mezzo che avrà la possibilità di guidare – allora è difficile ipotizzare che la Red Bull possa cambiare la propria formazione nel 2022.

L’unica ipotesi di una promozione di Gasly in Red Bull si verificherebbe qualora Hamilton decidesse di ritirarsi e la Mercedes puntasse tutto su Verstappen. Ma queste sono ipotesi di fantamercato al momento.

Valutando la situazione allo stato attuale si può affermare che la line-up della Red Bull e dell’AlphaTauri rimarrà invariate nei prossimi anni. Questo potrebbe indurre Gasly a guardarsi intorno verso team di alta classifica e la Red Bull potrebbe mangiarsi le mani per non averlo promosso nuovamente.

Tuttavia gli altri team potrebbero valutare il passato di Gasly e non voler scommettere sul francese nonostante il suo talento.

Questa situazione ricorda da vicino quella di Nico Hulkenberg. Il tedesco è stato ad un passo da diventare un pilota Ferrari nel 2014 prima che il team di Maranello decidesse di puntare daccapo su Kimi Raikkonen. Sfumata quella opportunità, Nico si è visto costretto a proseguire la sua carriera sempre in team di metà classifica come la Force India e la Renault.

Gasly rischia di ripercorrere la stessa strada qualora un top team si chiedesse il perché del mancato ritorno in Red Bull. La scuderia diretta da Horner, però, dovrebbe essere pronta a dare una seconda possibilità a Pierre.

Lo scorso anno il francese aveva una sola missione, portare degli ottimi risultati all’AlphaTauri e l’obiettivo è stato centrato in pieno!

 

 

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