Niki Lauda: ecco tutte le sue monoposto di F1

Ecco le F1 che il tre volte campione del mondo austriaco ha guidato in carriera: possiamo ammirarle nei disegni di Giorgio Piola.

Niki Lauda: ecco tutte le sue monoposto di F1
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E' già passato un anno dalla scomparsa di Niki Lauda. Per ricordare il tre volte campione del mondo austriaco abbiamo deciso di pubblicare i disegni di Giorgio Piola di tutte le monoposto di F1 che Niki ha guidato nei 171 GP a cui ha preso parte.

March 721
March 721
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La 721 è stata la seconda March che Lauda aveva guidato: era una monoposto piuttosto particolare disegnata da Robin Her che era facilmente riconoscibile per la curiosa ala anteriore a disco montata sopra al muso. Nel corso della stagione ci furono ben tre diverse configurazioni della 721, ma nessuna delle quali era stata capace di permettere a Lauda di ben figurare per cui l’austriaco lasciò la squadra alla fine della stagione 1972.

Foto di: Giorgio Piola

BRM P160
BRM P160
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Niki nel 1973 era passato alla British Racing Motors. Alla BRM l’austriaco trovò la monoposto di Tony Southgate del 1971 opportunamente sviluppata: in un anno ebbe modo di guidare la versione C, D ed E. La P160 C fu usata in Argentina e Brasile all’inizio della stagione, la D in Sud Africa e il resto del campionato fu completato con la E.

Foto di: Giorgio Piola

BRM P160D
BRM P160D
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La BRM P160 era spinta da un motore V12 della Casa disegnato da Geoff Johnson che arrivava dopo l’ambizioso 16 cilindri: si trattava di un’unità potente ma poco affidabile. Lauda come migliore risultato ottenne un quinto posto in Belgio, meritandosi l’attenzione di Enzo Ferrari.

Foto di: Giorgio Piola

Ferrari 312B3: l'evoluzione
Ferrari 312B3: l'evoluzione
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Dopo una stagione 1973 disastrosa con il telaio della 312 B3 realizzato in Inghilterra da Thompson, Ferrari per il 1974 aveva richiamato alla conduzione tecnica Mauro Forghieri, l’ingegnere che era stato destinato ai progetti speciali. Niki Lauda e Clay Regazzoni, arrivati in coppia a Maranello dalla BRM si trovarono una monoposto grezza, ma con molto potenziale.changes to its 312B3 that would change its fortunes.

Foto di: Giorgio Piola

Ferrari 312B3
Ferrari 312B3
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Tanto Lauda che Regazzoni al volante della 312 B3 rivista e corretta con l’ala anteriore a sbalzo e i radiatori nelle fiancate avevano lottato per il titolo mondiale poi andato a Emerson Fittipaldi con la McLaren. Lauda che aveva conquistato ben 9 pole, aveva raccolto due vittorie e tre secondi posti e troppi ritiri per problemi meccanici, mentre Clay Regazzoni meno vincente ma più costantemente a punti ha ottenuto il posto d’onore nel campionato piloti.

Foto di: Giorgio Piola

Ferrari 312T
Ferrari 312T
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Alla terza gara della stagione 1975, la Ferrari fa debuttare la 312T, la monoposto di Mauro Forghieri dotata del cambio trasversale che permette di contenere le masse all’interno dell’asse posteriore rendendo la Rossa bilanciatissima. Lauda ha interpretato la Rossa in modo magistrale vincendo il suo primo titolo iridato con cinque vittorie e tre podi. La Ferrari era stata in grado di rivincere un titolo dopo un’attesa durata 11 anni.

Foto di: Giorgio Piola

Ferrari 312T
Ferrari 312T
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Lauda nel 1976 ha continuato la sequenza positiva con la 312T conquistando due vittorie consecutive e un secondo posto nelle prime tre gare. Per il quarto appuntamento in Spagna erano cambiate le regole ed è arrivata la 312T2 priva dell’airbox a periscopio vietato dai regolamenti. Tuttavia, la superiorità della Ferrari sembrava irrefrenabile, con Lauda che ha ottenuto tre vittorie e due podi nei cinque GP successivi.

Foto di: Giorgio Piola

Ferrari 312T2
Ferrari 312T2
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TheLa stagione 1976 per Lauda è stata contrassegnata dall’incidente nel GP di Germania al Nurburgring: Niki aveva perso il controllo al Bergwrk e dopo aver sbattuto contro la roccia la sua 312 T2 si è incendiata. Estratto dall’abitacolo dai piloti che si erano fermati a soccorrerlo, Lauda aveva subito danni ai polmoni e ustioni potenzialmente letali che lo hanno gravemente sfregiato. L’austriaco è tornato miracolosamente nell’abitacolo della Ferrari solo tre gare dopo e ha lottato con James Hunt fino all’ultimo GP del Fuji.

Foto di: Giorgio Piola

Ferrari 312T2
Ferrari 312T2
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Lauda, totalmente ristabilito, tornò a dominare con la Ferrari 312 T2 nel 1977, vincendo il campionato mondiale con tre vittorie e sette podi.

Foto di: Giorgio Piola

Brabham BT46
Brabham BT46
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Allettato dallo sponsor Parmalat, Lauda passò alla Brabham per la stagione 1978, ma con la BT46 spinta dal motore 12 cilindri boxer Alfa Romeo non riuscì a sfruttare a dovere l’effetto suolo e vinse solo a Monza nel GP d’Italia.

Foto di: Giorgio Piola

Brabham BT46B
Brabham BT46B
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In realtà Niki vinse un altro GP nel 1978 con la Brabham BT46B, più nota come la monoposto con il “ventilatore” che serviva ad aspirare l’aria dal retrotreno opportunamente sigillato con delle minigomme, creando un effetto suolo impressionante. Lauda vinse il GP di Svezia arrivando alla bandiera a scacchi con 34 secondi di vantaggio sul suo rivale più vicino, Riccardo Patrese. La Brabham BT46B venne vietata al GP successivo perché i sassi e i detriti che venivano sputati dal ventilatore potevano essere molto pericolosi.

Foto di: Giorgio Piola

McLaren MP4-1
McLaren MP4-1
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Dopo essersi ritirato dalla F1 con due gare d’anticipo dalla fine della stagione 1979, Lauda fu convinto da Ron Dennis a tornare nei GP per la stagione 1982 per correre con la McLaren MP4-1B, la monoposto con il telaio in carbonio con cui fu capace di cnquistare due vittorie.

Foto di: Giorgio Piola

McLaren MP4-2
McLaren MP4-2
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Il 1983 si rivelò un anno di transizione, con la McLaren che passò dal motore Cosworth DFV V8 al TAG-Porsche, un V6 turbo che avrebbe alimentato la MP4-2. Nel 1984 Lauda conquisto il terzo titolo iridato con il minore scarto della storia, mezzo punto, sul compagno di squadra Alain Prost.

Foto di: Giorgio Piola

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