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Ricordo

4 agosto 1985: l'ultima volta di un team con tre F.1

François Hesnault guidò una Renault RE60 in più al Nürburgring per il primo, storico esperimento di camera-car

Patrick Tambay

Foto di: Jean-Philippe Legrand

Patrick Tambay
Patrick Tambay
Patrick Tambay
Derek Warwick, con Ron Dennis, Presidente Esecutivo McLaren sulla griglia di partenza
Derek Warwick, Romain Grosjean and Damon Hill
Derek Warwick, Romain Grosjean and Damon Hill

Accadeva trent'anni fa esatti, il 4 agosto 1985. Quel giorno, per l'ultima volta nella storia del Campionato del Mondo di Formula 1, una scuderia schierò tre monoposto al via dello stesso Gran Premio.

Si tratta di un anniversario importante, perché nei sei lustri successivi, malgrado la tradizione di un Circus nel quale in precedenza le squadre avevano spesso fatto ricorso a un terzo pilota per motivi politici, strategici o sportivi, l'impresa non si sarebbe più ripetuta ed è tutt'oggi una chimera. Eppure, non sono nemmeno troppo lontane le stagioni in cui il classico abbinamento fra telai March e motori Ford Cosworth concedeva pressoché a chiunque di provarci nell'automobilismo di vertice e di… moltiplicarsi in pista, eccedendo il limite “classico” di due auto.

Fu il Gran Premio di Germania al Nürburgring l'occasione in cui la Renault, impegnata da inizio anno con i driver titolari Patrick Tambay e Derek Warwick, venne coinvolta nel primo esperimento di riprese in pista con camera-car che la storia delle corse ricordi. Per portarlo a termine, l'ex Régie schierò una terza RE60 contraddistinta dal numero 14 per François Hesnault (gli estemporanei coéquipier transalpino e britannico gareggiavano invece con le cifre 15 e 16 rispettivamente stampate sul muso).

L'ultima gara in Formula 1 del pilota francese, che aveva cominciato la stagione come seconda guida della Brabham BT54-BMW accanto a Nelson Piquet prima di venire sostituito da Marc Surer in occasione dell'appuntamento di Montréal, non fu granché fortunata: si ritirò infatti dopo appena otto giri per il cedimento dell'acceleratore dopo aver preso il via dalla 23esima posizione della griglia. Ci rimangono tuttavia le immagini registrate dalla prima telecamera installata a bordo di una monoposto di Formula 1 nel corso di una vera competizione.

La prima metà degli Anni 80 registrò in ogni caso l'eclissarsi della pratica della terza monoposto in gara, della quale le squadre più ricche oggi continuano a parlare a mo' di balsamo per una Formula 1 bisognosa di concorrenti competitivi, senza aver trovato finora un accordo. Anche nel 1983 e 1984 infatti, per una sola occasione e perché il regolamento sportivo ancora lo consentiva, due squadre si permisero l'impiego di una terza monoposto. Lo fecero entrambe per premiare altrettanti giovani meritevoli, cui preconizzavano un avvenire duraturo nel Circus.

A Estoril il 21 ottobre '84, ultima gara della stagione, fu ancora una volta la Renault a portare in pista una RE50 “in più” dotata del numero 33 per il collaudatore Philippe Streiff accanto ai driver titolari Patrick Tambay e Derek Warwick: buon tredicesimo in griglia all'esordio nel Circus, il pilota francese si ritirò al 48esimo passaggio per il cedimento della trasmissione. In vista della corsa portoghese, anche la McLaren aveva in realtà iscritto una terza MP4/2 a motore TAG Porsche per Stefan Bellof, ma il tedesco non scese in pista accanto ad Alain Prost e Niki neppure per le prove libere.

A Brands Hatch il 25 settembre '83 fu invece Frank Williams a scegliere di gratificare il connazionale Jonathan Palmer, appena laureatosi campione europeo di Formula 2. Una terza FW08C a propulsore Cosworth dotata del numero 42 venne schierata nel Gran Premio d'Europa e l'allora giovane pilota inglese si classificò 13esimo, dopo avere staccato il 25esimo miglior crono in qualifica. Nella stessa corsa, i coéquipier Keke Rosberg, campione del mondo 1982, e Jaques Laffite rispettivamente si arresero al 43esimo giro per il cedimento del motore e non si qualificarono neppure.

Il 1982 è invece l'ultima stagione che si ricordi nella quale uno stesso team assisté in più occasioni una terza vettura in una gara di Formula 1. Ciò segnatamente accadde in cinque occasioni: Zolder, Montecarlo, Detroit, Montréal e Zandvoort. L'onore e l'onere spettarono alla squadra ufficiale March, allora sponsorizzata dalla marca di sigarette Rothmans, che portò in pista tre 821 a propulsore Ford per il tedesco Jochen Mass e il britannico Rupert Keegan, alternatisi al volante della monoposto numero 17, il brasiliano Raul Boesel (18) nonché per lo spagnolo Emilio De Villota (19), padre della oggi compianta Maria, che godé della sinergia con la RAM Racing di Mike Ralph e John Macdonald.

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