Formula 1 2019: scopriamo i segreti del Circuito di Shanghai
Analizziamo in questo giro virtuale con i dati di simulazione di Magneti Marelli tutte le caratteristiche tecniche del Circuito di Shanghai, teatro del Gran Premio della Cina, terza gara della stagione 2019 di Formula 1
Il Gran Premio della Cina è la terza prova del Mondiale 2019 di Formula 1. Il teatro è quello del circuito di Shanghai: disegnata da Herman Tilke, la pista cinese è apprezzata dai piloti nonostante si tratti di un prodotto moderno. Le lunghe curve veloci e le staccate violente la fanno da padrone, così come l'interminabile rettilineo che ci conduce alla penultima curva.
Lungo 5.451 metri, il circuito di Shanghai sorge a 4 metri di altezza sul livello del mare. Le 16 curve – 9 a destra e 7 a sinistra – richiedono un carico aerodinamico medio-alto, malgrado qui sia presente il rettifilo più lungo del Mondiale: 1.400 metri da percorrere con il piede destro incollato al pedale del gas.
Sono tanti i punti che richiedono attenzione per ottenere un giro pulito. I punti di sorpasso ideale sono Curva 6, 9 e 14, ma è anche in Curva 16 e 10 che si fa il tempo, con i piloti chiamati a fidarsi ciecamente del bilanciamento aerodinamico.
Magneti Marelli ci comunica che Shanghai è un tracciato di media severità per il motore, qui chiamato a piena potenza per il 68% del tempo sul giro, e di media severità per il cambio, che in gara si utilizza per 2408 volte.
Qui si sente molto la differenza tra una vettura snella ed una sovrappeso: 10kg in più comportano un rallentamento di un decimo e mezzo, mentre 10 CV di potenza in meno si pagano con un ritardo di 2 decimi al giro.
La forza centrifuga laterale più importante si prova tra curva 7 e 8, con un picco di 3G, mentre la decelerazione più importante è in curva 14: 5,8 G di forza longitudinale con le gomme più morbide.
E, a proposito di gomme, Pirelli porta in Cina le stesse mescole dell'Australia: C2 Hard bianca, C3 Medium gialla e C4 Soft rossa, con una differenza tra la più dura e la più morbida stimata in circa 6 decimi al giro.
Il consumo di benzina calcolato per coprire un Gran Premio è di 109 Kg, ma è difficile che i team vogliano imbarcare il kg supplementare di carburante, dato che comporterebbe svantaggi significativi.
La gara inaugurale è datata 2004, con la Ferrari di Rubens Barrichello a rubare la scena a tutti. Tra le edizioni memorabili, sicuramente la memoria va a quella del 2006, che vide l'ultimo trionfo di Michael Schumacher, mentre l'anno dopo Lewis Hamilton si andò a giocare un titolo mondiale praticamente già conquistato, parcheggiando la sua McLaren a ruote finite nella ghiaia della corsia del box.
L'ultimo successo della Rossa è datato 2013, e porta la firma di Fernando Alonso. Nel 2018, quasi a sorpresa, a salire sul gradino più alto del podio fu Daniel Ricciardo su Red Bull, mentre Vettel non riuscì a capitalizzare la partenza dalla Pole Position.
Shanghai è terreno di caccia per la Mercedes, forte di 5 successi, seguita da Ferrari a 4 e McLaren a 3. Tra i piloti in attività, spiccano le 5 vittorie di Lewis Hamilton, con Vettel, Ricciardo e Raikkonen con un successo all'attivo.
La Pole Position 2018 è fissata in 1'31''095 ma, come sappiamo, per quest'anno si profila un possibile abbassamento del limite della pista.
Tra la linea di partenza e la prima curva ci sono 325 metri da percorrere in pieno: la staccata di curva 1 non è impegnativa dal punto di vista fisico, ma la curva in sé è parecchio insidiosa. Bisogna raccordare ben 3 punti di corda e avvicinarsi il più possibile al cordolo per tagliare l'ingresso in curva 2 ed avere una miglior trazione in uscita
Curva 6 ci apre al secondo settore della pista: si arriva in settima o ottava marcia, vicini ai 300 all'ora, per frenare fino agli 85 km/h. Da qui in avanti ci avviciniamo a due curve veloci, impegnative per l'aerodinamica, con Curva 9 e 10 che richiedono la massima attenzione per sfruttare al massimo la trazione dell'auto senza sollecitare troppo le gomme.
Il terzo settore è quello più veloce della pista: Curva 11 si affronta in terza marcia a circa 95 km/h, per poi lanciarci verso curva 12 e 13 – un tratto di pista sopraelevato verso destra – da affrontare in pieno. Qui è essenziale sfruttare al massimo l'accelerazione in uscita, davanti a noi ci attendono 1.400 metri a gas spalancato e la prima zona DRS. Curva 14 è una frenata brusca e violenta, qui c'è da scommettere che vedremo parecchi sorpassi, mentre per curva 16 è vitale sacrificare l'ingresso per avere un'uscita più rapida possibile: sesta marcia seconda zona DRS e linea del traguardo!
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