Forghieri: l'intuizione e i colpi di genio nella storia Ferrari
Ieri abbiamo dedicato un ricordo al Forghieri uomo e al suo rapporto così speciale con Enzo Ferrari, mentre oggi vogliamo dare merito al suo genio di tecnico sopraffino capace di cogliere dalla vita di tutti i giorni delle ispirazione per soluzioni vincenti da introdurre sulle Ferrari. Motorista, telaista, aerodinamico, cambista: "Furia" era capace di disegnare una monoposto completa dal primo all'ultimo bullone. Ecco un episodio che inquadra il periodo delle minigonne nel quale Maranello non era all'avanguardia...
L’ultima Ferrari di Mauro Forghieri ad aver vinto un mondiale di Formula 1 è stata la 312 T4 nel 1979 con Jody Scheckter e Gilles Villeneuve. Era una monoposto che “Furia” aveva sviluppato in galleria del vento, con i mezzi che c’erano a disposizione all’epoca.
“Man mano che andavamo avanti con lo sviluppo delle forme vedevo che stava venendo fuori una macchina… strana e per questo andai dal Commendatore che mi tranquillizzò: ‘Tu non devi mai pensare che un lavoro è brutto, l'importante è che sia vincente’. Mi diede un’iniezione di fiducia, perché a quel progetto credevo. I ragazzi del team avevano fatto un ottimo lavoro: la macchina aveva carico a dispetto di quello che dicevano gli altri. Avevamo solo un problema: noi eravamo arrivati alle minigonne solo in quell'anno perché lui ce le proibiva”.
Mauro Forghieri parla con Jody Scheckter in pitlane nel GP del Brasile 1980
Photo by: Motorsport Images
“Me lo ricordo Ferrari che diceva: ‘Noi le minigonne non le useremo mai, anche se in situazioni diverse mi piacciono, eccome...”. E per dimostrarmelo qualche giorno dopo mi mandò un disegno di Vargas con una bellissima ragazza che mostrava tutto perché la minigonna era sollevata. E mi chiese, ridendo: ‘Ma anche noi non le possiamo montare così?’. Era il suo ok a utilizzare una soluzione che aveva sempre combattuto ostinatamente”.
Il Drake continuava a sostenere che le minigonne fossero strumenti illegali… “Nel 1978 avevamo vinto cinque GP con Villeneuve e Reutemann, mentre la Lotus ne colse sette, ma Peterson aveva l'ordine di cedere il passo ad Andretti che si è poi laureato campione del mondo. Sono convinto che se avessimo utilizzato le minigonne, forse avremmo potuto vincere noi”.
Il forse, in realtà apriva ad una grande verità: “Siamo stati gli ultimi a utilizzare le minigonne e avevamo un problema: le nostre funzionavano come quelle vecchie che erano dotate di molle. O sigillavano perfettamente, oppure perdevano contatto con l’asfalto e si restava senza carico all’improvviso”.
“Gerard Ducarouge aveva studiato una cosa di una furbizia estrema. Noi comandavamo la minigonna con delle molle come faceva la Lotus in precedenza: quando si alzavano per un dislivello della pista c’era il richiamo delle molle, ma il carico non era costante”.
Ferrari 312T4 campione del mondo 1979 con JOdy Scheckter
Photo by: Giorgio Piola
“Gerard aveva trovato una stoffa sottilissima ma resistente (derivata dal tessuto dei paracadute) e l’aveva inserita a soffietto fra il telaio e la minigonna: quando il carico aumentava, la depressione risucchiava giù il soffietto, per cui c’era una tenuta perfetta e, quindi, molto più carico. La trovata era eccellente anche sull'asfalto sconnesso perché la minigonna sigillava sempre”.
“Noi, invece, andavamo forte sui tracciati piatti e vincevamo a spada tratta perché avevamo qualche cavallo in più e perché la macchina, a detta di Jody, aveva una tenuta di strada eccezionale. Il concetto lo abbiamo introdotto nel 1979, ma lo abbiamo capito pienamente solo l’anno dopo quando le minigonne mobile erano state vietate”.
Ferrari 312T4: il 12 cilindri piatto e il retrotreno
Photo by: Ercole Colombo
Il tema tecnico era cambiato: bisognava trovare il modo di non far consumare il pattino della minigonna fissa che strisciava sull’asfalto. E Forghieri rivela…
“Noi eravamo stati ingenui rispetto agli inglesi: loro usavano della ceramica come fondo del pattino che strisciava sull'asfalto, ma durante la gara si rovinava. E io diventava matto perché non trovavo un materiale adeguato, finché una sera, dopo una giornata di test al Paul Ricard sono andato al mare per rilassarmi e cenare a un ristorante del porto”.
“Ricordo che c’era un po’ di vento e avevo notato che c’erano due barche che sfregavano una contro l’altra: un’imbarcazione aveva i parabordi realizzati in compensato marino e non aveva subito alcun danno perché lo sfregamento del legno aveva gradualmente deformato il parabordo. Ecco la soluzione, pensai: posso usare il compensato marino come pattino della minigonna perché era resistente, ma si consumava solo dove c’era più sfregamento, assumendo la forma ideale. Eravamo contenti perché non avremmo più avuto problemi. Provammo la soluzione in pista e aveva funzionato, evitando che i ragazzi dovessero smontare e montare le minigonne a ogni turno. Erano tanto contenti che ne parlarono in termini entusiastici anche al bar. E così la trovata in poco tempo l’avevano capita tutti…”.
Gilles Villeneuve, Ferrari 312 T4 nel mondiale 1979
Photo by: Ercole Colombo
Be part of Motorsport community
Join the conversationShare Or Save This Story
Top Comments
Iscriviti ed effettua l'accesso a Motorsport.com con il tuo blocco delle pubblicità
Dalla Formula 1 alla MotoGP, raccontiamo direttamente dal paddock perché amiamo il nostro sport, proprio come voi. Per continuare a fornire il nostro giornalismo esperto, il nostro sito web utilizzala pubblicità. Tuttavia, vogliamo darvi l'opportunità di godere di un sito web privo di pubblicità e di continuare a utilizzare il vostro ad-blocker.