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Force India: modifiche al diffusore per ritrovare il carico perduto

Il direttore tecnico della squadra di Silverstone, Andy Green, ha introdotto le prime modifiche al diffusore della VJM11 nel tentativo di trovare una correlazione fra i dati della galleria del vento e la pista.

Force India VJM11, nuovo diffusore, GP della Cina

Giorgio Piola

F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola

Giorgio Piola è l’esperto di tecnica di Formula 1 che segue i Gran Premi dal 1964. Il giornalista italiano è considerato il più autorevole divulgatore dei segreti delle monoposto: i suoi disegni e le animazioni permettono di scoprire le novità introdotte dai team ai Gp.

La Force India non riesce a ottenere i risultati delle ultime due stagioni di F1, mettendo in carniere solo un punto nelle prime tre gare del campionato 2018.

Andy Green, direttore tecnico della squadra d Silverstone ha ammesso che uno dei problemi della VJM11 è la mancanza di correlazione fra i dati della galleria del vento e il CFD con quelli della pista che non corrispondono alla realtà.

La problematica è emersa solo dopo i test invernali, per cui i primi tre appuntamenti di gara sono stati dedicati nel tentativo di comprendere e risolvere il guaio di natura aerodinamica.

Si tratta di un lavoro di ricerca molto complesso, poiché qualsiasi cosa che si trova vicino all’asfalto soffrirà sempre per la separazione del flusso d'aria che sarà diversa da quella che era stata studiata indoor.

In certe condizioni è possibile convivere con queste difficoltà, mentre a volte mascherano le vere prestazioni della monoposto. La Force India in Bahrain e Cina, ha portato alcune modifiche sul diffusore: il disegno ci mostra proprio l'ultima versione quella vista a Shanghai.

Il diffusore di ciascuna vettura va in stallo quando il retrotreno della monoposto è più vicino al suolo, riducendo così la resistenza all’avanzamento, consentendo, quindi, delle velocità massime più alte. Ma in questa fase si riduce anche il carico aerodinamico, per cui è di vitale importanza che questo flusso torni ad essere attivo nel momento in cui il posteriore della monoposto torna a sollevarsi. Altrimenti, la fase della staccata rischierebbe di diventare un vero incubo per il pilota.

Il profilo dell'ala posteriore e il modo in cui il flusso d'aria si riattacca quando il DRS è chiuso influenza anche i filetti che sono prodotti dell’estrattore, così come alcuni degli altri componenti aerodinamici che si trovano più a monte.

Appare evidente, quindi, che quando si evidenzia un problema aerodinamico, non è facile identificare quale sia l’area che lo sta causando. Per trovare una soluzione bisogna andare alla fonte del guaio, altrimenti si tratterà solo di un palliativo a un problema che tornerà a mostrarsi nel momento meno adatto…

 

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