Ferrari: Vettel boccia la SF90 e a Maranello provano a rifarla
Il tedesco ieri ha fatto capire che la Rossa non è in grado di combattere contro le Mercedes. Nel Reparto Corse della Scuderia dopo i test di Barcellona hanno capito i problemi della macchina e sono pronti a intervenire a livello aerodinamico.
Foto di: Gareth Harford / Motorsport Images
Ieri in una giornata in cui il paddock di Monte Carlo ha giustamente dedicato i primi ricordi ed omaggi alla figura di Niki Lauda, Sebastian Vettel (dopo un lungo e sentito omaggio al campione austriaco) ha confermato tra le righe quello che sembra essere un messaggio banale, ma banale non è: “Non siamo abbastanza veloci per battere la Mercedes”.
Detto così non sembra certo essere l’esito di un’analisi shock, ma la risposta alla domanda posta in merito ai riscontri arrivati dai test di Barcellona qualcosa dice.
La linea di pensiero secondo la quale arriveranno piste che si sposeranno al meglio con la SF90, o che in fin dei conti la monoposto avrebbe potuto avere in cantiere la vittoria di Bahrain e magari anche Baku, di fatto non convince più, e a non esserne più convinto è soprattutto Vettel.
Ecco che quel “...non siamo abbastanza veloci per battere la Mercedes” assume un significato diverso, ovvero esclude che senza interventi importanti la SF90 possa pensare di poter trovare condizioni per battere il tandem Hamilton-Bottas.
Anche a Montreal (vista come pista SF90-friendly) o su altri tracciati amici. Perché nel frattempo la Mercedes cresce, e quelle che erano i punti di forza del progetto di Maranello iniziano ad essere obiettivo nel mirino dei tecnici di Brackley.
È pur vero che nell’albo d’oro di Monte Carlo c’è anche Olivier Panis con la Ligier, ma se ce lo ricordiamo ci sarà anche un motivo, e poi non è questo il punto. Non parliamo di una vittoria che può arrivare per circostanza o astuzia, e, come ha sottolineato Vettel “...sappiamo che andando avanti non siamo abbastanza veloci per battere le Mercedes”.
Questo per chiarire che vincere a Monaco non sarebbe la certificazione di alcun recupero.
La SF90 non è una monoposto vincente, e per renderla tale ha bisogno di interventi. Le parole di Mattia Binotto, confermate successivamente anche da Vettel, descrivono la necessità di riuscire a gestire al meglio gli pneumatici 2019, e ha poco senso recriminare oggi sui motivi che hanno determinato i cambiamenti delle specifiche di gomme rispetto alla scorsa stagione.
La Pirelli ha lavorato per degli obiettivi (raggiunti) e dopo i test di Abu Dhabi dello scorso novembre, prove in cui tutti i team hanno assaggiato le mescole 2019, nessuno si era lamentato. Queste sono battaglie che si combattono un anno in anticipo rispetto al via della stagione a Melbourne.
“Qualcuno ha lavorato meglio”, ha poi sintetizzato Vettel, lasciando intendere che il riferimento sul campo c’è, ed è quello l’obiettivo da seguire:
“Abbiamo imparato alcune cose durante le prove spagnole ma non nella misura da poter pensare di raggiungere la Mercedes. Per quello serve più tempo, e la squadra è al lavoro per inseguire questo obiettivo”.
La gomma è un effetto, non una causa, e come tale va trattato. Ma non sembra essere una soluzione semplice da mettere a fuoco, e sulla scrivania di Binotto potrebbe arrivare anche il terribile momento (incubo di ogni direttore tecnico) in cui si deve scegliere se investire ancora ingenti risorse sul progetto in corso o iniziare a guardare ad un futuro più lontano.
Al momento a Maranello sono tutti concentrati (come da programma) per rendere la SF90 la vettura in cui tanti ancora credono, ma serviranno riscontri in tempi brevi, altrimenti la situazione di classifica renderà difficile la scelta di continuare a investire in una stagione che rischia di essere già compromessa al giro di boa.
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